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Osservatori Osce, gravi lacune leggi elettorali Macedonia Nord

Keystone-SDA

Le elezioni in Macedonia del Nord hanno risentito di "lacune giuridiche sistemiche e carenze nella supervisione dei finanziamenti delle campagne elettorali, nonché della polarizzazione politica e del profondo disincanto pubblico nei confronti della politica".

(Keystone-ATS) È quanto hanno affermato gli osservatori internazionali della missione dell’Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti dell’uomo (Odihr) dell’Osce, del Consiglio d’Europa e del Parlamento europeo per le elezioni amministrative che si sono svolte ieri nel paese.

“È stato positivo vedere una campagna elettorale competitiva nelle ultime settimane e una giornata elettorale ben gestita e per lo più pacifica, ma le lacune nelle leggi elettorali che indeboliscono il lavoro delle istituzioni rimangono preoccupanti”, ha dichiarato Matteo Mecacci, Capo della Missione di osservazione elettorale, che proseguirà il suo lavoro per il secondo turno elettorale del 2 novembre. Gli osservatori sottolineano che “pur non violando la legge, sindaci e funzionari governativi hanno inaugurato, visitato o promosso progetti di investimento e infrastrutture sia prima che durante il periodo ufficiale della campagna, minando le garanzie legali per prevenire l’uso improprio delle risorse pubbliche e in contrasto con gli standard internazionali. Destano preoccupazione anche le segnalazioni di presunte pressioni sui dipendenti del settore pubblico e di intimidazioni nei confronti degli elettori e dei candidati dell’opposizione, nonché l’acquisto di voti da parte dei partiti politici”. Gli osservatori rilevano ancora che le donne continuano a essere sottorappresentate nella vita pubblica e politica.

“Mentre la legge prescrive una quota di genere del 40% per le liste dei candidati, solo 32 dei 309 candidati sindaco erano donne. Le discussioni sull’uguaglianza di genere e sui diritti delle donne sono state in gran parte assenti dalla campagna”. Inoltre, i fondi pubblici che costituiscono una quota significativa del finanziamento complessivo delle campagne elettorali, “favoriscono in modo significativo i principali partiti parlamentari, escludendo i partiti più piccoli”. Infine “il panorama dei media è diversificato, ma frammentato lungo linee politiche ed etniche e le condizioni di lavoro sfavorevoli e le risorse umane limitate nel settore dei media incidono sulla qualità dell’informazione. Le campagne sui social media sono in gran parte non regolamentate e non esiste un’autorità di supervisione incaricata di monitorare e rilevare disinformazione o contenuti manipolativi”.

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