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Piccolo Eitan forse partito dalla Svizzera verso Israele

Eitan è l'unica persona uscita viva dal disastro in cui è perita anche la sua famiglia. KEYSTONE/EPA ITALIAN FIRE AND RESCUE SERVICE/ITALIAN FIRE sda-ats

(Keystone-ATS) Potrebbe essere partito dalla Svizzera il volo – forse privato – che ha portato in Israele Eitan, il bambino di 6 anni unico sopravvissuto alla tragedia della funivia del Mottarone del maggio scorso.

Il ragazzino è rimasto vittima di un presunto rapimento sabato da parte del nonno materno.

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Stamani l’avvocata della zia paterna e tutrice legale di Eitan si è presentata in tribunale a Pavia per attivare la convenzione internazionale dell’Aja che regola le sottrazioni internazionali di minori.

Il caso, molto mediatizzato dalla stampa italiana, è un rebus dai risvolti internazionali. È infatti buio fitto sulle modalità con cui il piccolo è uscito dall’Italia e giunto in uno scalo israeliano: l’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv, ma anche Haifa o Eilat.

Secondo alcuni media l’ipotesi prevalente è che il bambino e il nonno abbiano volato con un aereo privato: non si sa se direttamente dall’Italia o da paesi limitrofi, come la Svizzera o l’Austria. Si sono invece dimostrate non verificabili le voci che ipotizzavano l’uso di un velivolo di linea con scalo intermedio prima di arrivare in Israele.

Ma qualunque sia stato il tragitto, sul tavolo restano molti punti da chiarire. Ad esempio il fatto che un minore come Eitan – per la zia il bambino è anche cittadino italiano – sia potuto uscire dal paese e partire per un altro senza la necessaria autorizzazione di chi ne ha la tutela. A facilitare le cose sembra essere stato il fatto che il nonno aveva il passaporto israeliano del nipote, trattenuto contrariamente a quanto richiestogli dalle autorità italiane, che gli avevano imposto di riconsegnarlo entro la fine di agosto.

Poi c’è la questione del tampone per il Covid. In base alle norme attuali per l’ingresso in Israele è tassativo un tampone Pcr negativo eseguito non oltre le 72 ore precedenti. Eitan, come il nonno, avrebbe dovuto farlo e con anticipo rispetto al viaggio poi effettuato per essere in grado di entrare in Israele. È un mistero anche dove il bambino si trovi attualmente, visto che la zia materna in una intervista alla radio israeliana non ha risposto ad una domanda in tal senso.

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