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Le celebrazioni al Rütli non si toccano

Secondo la polizia sono circa un migliaio gli estremisti di destra in Svizzera Keystone Archive

Una netta maggioranza di cittadini elvetici deplora quanto avvenuto sul Rütli il 1° agosto. Simili eventi non sono però un motivo per sopprimere la festa.

Il presidente del Partito socialista Hans-Jürg Fehr dal canto suo non risparmia le critiche al consigliere federale dell’Unione democratica di centro Christoph Blocher.

I risultati del sondaggio del «SonntagsBlick» sono chiari: l’83% degli intervistati afferma che la presenza di estremisti di destra in occasione delle celebrazioni del primo agosto al Rütli ha un’influenza nefasta sulla festa.

I fatti di una settimana fa, quando un gruppo di circa 700 estremisti di destra ha insultato sonoramente il presidente della Confederazione Samuel Schmid, non devono però portare all’abolizione della cerimonia sul praticello nel canton Svitto.

Secondo nove intervistati su dieci, il «Natale della Patria» deve continuare ad essere celebrato al Rütli. Per il 24%, però, gli estremisti di destra devono essere esclusi, mentre il 34% è dell’avviso che le festività potranno svolgersi solo se la polizia sarà presente con un effettivo sufficiente. Ad affermare che non dovranno essere prese misure particolare è il 31%.

Sulle 1’001 persone interrogate per il sondaggio, il 64% è inoltre dell’opinione che l’accesso al praticello dovrebbe essere rifiutato a coloro che infrangono delle leggi, come ad esempio le norme antirazzismo. Due svizzeri su dieci si pronunciano invece per vietare l’ingresso al Rütli a tutti gli estremisti di destra.

«Blocher avrebbe potuto correggere il tiro»

Sul «fattaccio» del Rütli si è espresso domenica pure il presidente del Partito socialista (PS) Hans-Jürg Fehr.

In un’intervista a «Le Matin Dimanche», Fehr critica il consigliere federale dell’Unione democratica di centro (destra nazional-conservatrice) Christoph Blocher.

«Il suo silenzio rafforza la sua corresponsabilità», afferma il presidente del PS, aggiungendo che Christoph Blocher «avrebbe avuto l’occasione di correggere il tiro, ma non l’ha fatto».

«Lui che si esprime volentieri su numerosi temi dovrebbe almeno mostrarsi solidale con Samuel Schmid (che appartiene al medesimo partito di Blocher, ndr) e condannare le azioni degli estremisti di destra», dichiara inoltre il parlamentare del canton Sciaffusa.

Frontiere porose con l’estrema destra

Fehr condivide le critiche già espresse nei giorni scorsi dal ministro Moritz Leuenberger, secondo cui l’UDC ed il suo leader – Blocher appunto – hanno contribuito a spostare la «linea rossa» di quanto è politicamente accettabile, in particolare definendo Samuel Schmid un «mezzo consigliere federale» e un uomo «senza carattere».

Hans-Jurg Fehr afferma inoltre di non sapere se l’UDC conti tra i suoi ranghi membri dell’estrema destra. «Ciò che si può però rimproverare all’Unione democratica di centro è di mantenere con l’estrema destra frontiere assai porose».

swissinfo e agenzie

Secondo il Rapporto 2004 sull’estremismo realizzato della Confederazione, nel paese ci sono circa 1000 militanti e 800 simpatizzanti di estrema destra, raggruppati in piccoli gruppi.
Creato nel 2000, il Partito degli Svizzeri d’orientamento nazionale (PNOS) è all’origine delle contromanifestazioni sul Rütli.
Un membro di questo partito è stato eletto in aprile nell’esecutivo comunale di Günsberg.
Recentemente, quattro membri del PNOS sono stati condannati al pagamento di una multa per violazione della legge contro il razzismo.

La Festa nazionale del primo agosto è stata istituita alla fine del XIX secolo, ma è solo dal 1994 che questa giornata è un giorno festivo ufficiale in tutto il paese.

Viene celebrato il patto difensivo siglato ad inizio agosto 1291 – secondo il mito sul prato del Rütli – dai rappresentanti dei cantoni di Uri, Svitto ed Untervaldo, che ha gettato la base di un’allenza che è poi diventata la Svizzera moderna nel 1848.

Gli estremisti di destra sono presenti sul prato del Rütli da una decina d’anni. Avevano fatto parlare di loro per la prima volta nel 2000, quando avevano fischiato l’allora consigliere federale Kaspar Villiger.

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