
La Svizzera vota sull’introduzione dell’identità elettronica e sull’abolizione del valore locativo

L'elettorato elvetico ha tempo fino a mezzogiorno del 28 settembre per votare sull'introduzione di un'identità elettronica. Secondo i sondaggi, è atteso un sì. Il secondo tema in votazione è l'abolizione del valore locativo per chi possiede un'abitazione. Per questo oggetto il risultato è più in bilico.
Per molte persone è un déjà vu: dopo il 2021, l’elettorato elvetico si esprime per la seconda volta su una legge che introduce un sistema d’identificazione elettronica.
Il primo progetto era stato respinto a causa in particolare di timori legati alla sicurezza dei dati. La critica principale riguardava il fatto che il sistema sarebbe stato gestito da aziende private. Questo aspetto è stato corretto nella nuova proposta di legge, che prevede un sistema interamente sotto il controllo pubblico.
>> Qui il nostro articolo di approfondimento sulla nuova legge sull’e-ID:

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In Svizzera, il destino dell’e-ID si decide di nuovo alle urne
La legge sull’e-ID gode di un ampio sostegno popolare: secondo il secondo sondaggio commissionato dalla Società svizzera di radiotelevisione (SSR) e condotto da gfs.bern a settembre, il 59% della popolazione svizzera si dichiarava favorevole, il 38% contrario e il 3% delle persone interpellate si diceva ancora indeciso.
L’elettorato svizzero è chiamato alle urne per esprimersi su temi nazionali fino a quattro volte l’anno. La legge sull’e-ID è stata approvata da entrambe le Camere del Parlamento con un’ampia maggioranza. Il Consiglio federale e tutti i partiti di Governo, a eccezione dell’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice), la sostengono. Tuttavia, un comitato contrario ha espresso il timore che la protezione della sfera privata non possa essere garantita e che l’infrastruttura dell’e-ID possa essere utilizzata per sistemi di credito sociale, sull’esempio di altri Paesi. Il riferimento esplicito è alla Cina. Il comitato ha raccolto oltre 50’000 firme per il referendum contro la legge, motivo per cui la decisione è sottoposta al verdetto delle urne.
>> Come funziona un referendum? Guardate il nostro video:

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Cos’è un referendum?
Abolizione del valore locativo per chi possiede una casa?
Il secondo progetto di legge in votazione questo fine settimana mira a riformare la tassazione sulla proprietà abitativa. Il Parlamento intende abolire il valore locativo, ovvero il reddito fittizio che le persone proprietarie di una casa devono dichiarare al fisco. In cambio, a titolo di compromesso, i Cantoni verrebbero compensati con una nuova imposta facoltativa sulle seconde case.
Poiché l’introduzione di questa nuova imposta richiede una modifica della Costituzione, la popolazione è chiamata a esprimersi. Per l’approvazione è necessaria la maggioranza del popolo e dei Cantoni.
>> Leggete i dettagli su questa modifica fiscale nel nostro articolo:

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La Svizzera abolirà il valore locativo?
L’esito di questa votazione è incerto. Il secondo sondaggio ha rilevato che i consensi sono scesi drasticamente rispetto al primo, passando dal 58% al 51%. Tra le svizzere e gli svizzeri all’estero, l’approvazione è più bassa, al 49%. Complessivamente, il 4% delle persone intervistate è ancora indeciso.
L’UDC, il Centro e il Partito liberale radicale (PLR, destra) sono a favore della riforma. Anche entrambe le Camere del Parlamento e il Consiglio federale raccomandano di votare “sì”. Vedono nella proposta una riforma equilibrata verso un sistema più semplice ed equo.
Le forze contrarie, come il Partito Socialista e i Verdi, sono preoccupate per la perdita di gettito fiscale. L’Associazione svizzera degli inquilini – che rappresenta la maggioranza della popolazione elveticaCollegamento esterno – sostiene che nel nuovo sistema chi è in affitto sarebbe svantaggiato rispetto a chi possiede un immobile.
Come per la votazione sull’e-ID, anche l’abolizione del valore locativo è già stata oggetto di precedenti scrutini, tra cui la decisione del 1999 sull’iniziativa popolare “Proprietà abitativa per tutti” e il referendum del 2004 sul “Pacchetto fiscale 2001”. Entrambi si sono conclusi con un rifiuto dell’abolizione del valore locativo.
A decidere è una minoranza
Non tutte le persone che vivono in Svizzera possono votare il 28 settembre. Hanno diritto di voto a livello nazionale soltanto le cittadine e i cittadini svizzeri maggiorenni che non siano sotto curatela. L’elettorato può esprimere il proprio voto per corrispondenza o recandosi di persona alle urne. Chi vive all’estero deve registrarsi. In totale, circa 5,5 milioni di persone hanno diritto di voto. Si tratta di poco meno di due terzi della popolazione del Paese, che conta circa nove milioni di abitanti.
Le persone residenti in Svizzera ma senza nazionalità elvetica non possono votare, pur costituendo circa un quarto della popolazione.
>> Cosa pensa la comunità straniera del fatto di non poter votare:

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“La popolazione straniera è troppo numerosa per ignorarla”
Solitamente, circa la metà delle persone aventi diritto di voto si reca alle urne. Secondo l’Ufficio federale di statistica, negli ultimi 10 anni la partecipazione media annua al voto si è attestata tra il 41% e il 57%. In pratica, questo significa che per vincere sono necessari circa 1,5 milioni di voti.
Il Canton Vaud vuole allentare le restrizioni di voto per la popolazione straniera
Nel canton Vaud, l’elettorato deciderà anche se le persone di cittadinanza straniera residenti nel Cantone possano ottenere il diritto di voto e di eleggibilità dopo soli cinque anni di residenza in Svizzera. Attualmente, il periodo di residenza richiesto è di 10 anni. Rimane invariata la condizione che le persone di nazionalità straniera debbano essere domiciliate nel Cantone da almeno tre anni.
La carenza di alloggi in Svizzera è oggetto di votazione in due Cantoni. Ginevra si esprimerà su un’iniziativa che chiede che entro il 2030 il 10% del patrimonio immobiliare cantonale sia di proprietà di cooperative senza scopo di lucro, rispetto al 5% attuale. Allo stesso tempo, a Berna si vota su un’iniziativa che mira a una maggiore trasparenza nel mercato degli affitti, obbligando chi affitta a comunicare il canone precedente in caso di cambio di inquilino in periodi di basso tasso di sfitto. Un sistema simile esiste già in molti altri cantoni come Basilea Città, Ginevra, Lucerna e Zurigo.
Questo fine settimana sono previste votazioni anche in alcuni Comuni svizzeri. A Zurigo, la città più grande della Confederazione, ad esempio, si attende l’esito di una votazione sul divieto dei soffiatori per foglie.

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Molto rumore per nulla? Zurigo vota sul destino dei soffiatori di foglie
A cura di Samuel Jaberg/ts
Tradotto con l’ausilio dell’IA/mrj

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