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Migranti, meno protezione in Europa e più decessi in mare

barca con migranti in mezzo al mare
Le persone migranti che cercano disperatamente di raggiungere l'Europa sono spesso stipate in imbarcazioni inadatte e sovraffollate. Copyright 2023 The Associated Press. All Rights Reserved

Il 7 luglio, durante un'operazione di salvataggio da parte di SOS Méditerranée, la guardia costiera libica ha aperto il fuoco nelle vicinanze dell'Ocean Viking, la nave della ONG, mettendo a rischio la vita dell'equipaggio e quella delle persone migranti tratte in salvo. 

Nel denunciare l’incidente, SOS Méditerranée e la Federazione internazionale delle società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa (FICR) hanno invitato tutti i Governi a “garantire che gli operatori e le operatrici umanitarie possano fornire assistenza in mare senza rischiare propria la vita”. 

La squadra di soccorso aveva appena salvato undici migranti da un naufragio in acque internazionali al largo delle coste libiche, utilizzando dei gommoni. Sebbene tutte le persone migranti e quelle intervenute in aiuto siano riuscite a tornare sane e salve sull’Ocean Viking, alcune hanno riportato ferite, tra cui il responsabile del gommone di salvataggio più vicino alla nave della guardia costiera libica.

“È un sistema di violenza che viene permesso dai finanziamenti europei.”

Claire Juchat, SOS Méditerranée

“L’impatto della scia creata dalla motovedetta libica sulle nostre imbarcazioni è stato così forte che mi sono fatto male alla schiena. Mentre continuavano a sparare e a inseguirci, la sicurezza delle persone soccorse e dell’equipaggio era nelle mani di un uomo armato”, ha raccontato il soccorritore in un comunicato stampaCollegamento esterno del 10 luglio. 

L’Unione Europea e la Svizzera continuano a finanziare, indirettamente, la guardia costiera libica nonostante i suoi legami con gruppi criminali e gli abusi sulle persone migranti. La Svizzera contribuisce anche al finanziamento dell’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera (Frontex). L’anno scorso, il popolo elvetico ha accettato alle urne un aumento dei fondi per Frontex, ma chi vi si opponeva ha affermato che la Svizzera si sarebbe resa complice di abusi dei diritti umani e di respingimenti illegali. 

Nel Regno Unito, il Parlamento ha di recente approvato l’Illegal Migration Bill, un disegno di legge che secondo le Nazioni Unite viola i suoi obblighi internazionali. La Convenzione relativa allo statuto dei rifugiati del 1951 è in pericolo? 

Finanziare un “sistema di violenza” 

Claire Juchat, soccorritrice svizzera e coordinatrice della comunicazione di SOS Méditerranée, a bordo dell’Ocean Viking in occasione dell’incidente, afferma a SWI swissinfo.ch che i finanziamenti dell’UE e della Svizzera alla guardia costiera libica sono molto problematici, perché non prevedono alcuna responsabilità incondizionata. “È inoltre ben documentato che, una volta che la guardia costiera intercetta le persone in mare, queste vengono riportate in centri di detenzione dove vengono nuovamente torturate”, spiega. 

“È un sistema di violenza che viene permesso dai finanziamenti europei”, afferma Juchat. La motovedetta della guardia costiera libica che ha aperto il fuoco era stata donata dall’Italia tre settimane prima. 

Juchat rammenta che la stessa Commissione europea ha riconosciuto i legami tra la guardia costiera libica e le organizzazioni criminali. “Alcuni Paesi limitrofi e di transito sono più difficili di altri, come la Libia, dove abbiamo chiare indicazioni che gruppi criminali si sono infiltrati nella guardia costiera”, ha dichiarato il 6 luglio Ylva Johansson, la commissaria europea per gli affari interni. 

Il numero di persone migranti e rifugiate che attraversano il Mediterraneo è diminuito rispetto al picco registrato nel 2015, quando furono più di un milione ad affrontare il mare per raggiungere l’Europa. Ma il numero di morti in proporzione ai tentativi di attraversamento è aumentato notevolmente, soprattutto quest’anno.

infografia che mostra le rotte dei migranti, il numero di arrivi e di decessi nella regione del mediterraneo
Kai Reusser / swissinfo.ch

Maria Alcazar Castilla, vicedirettrice regionale della FICR per l’Europa e l’Asia centrale, afferma che l’Europa non è riuscita a creare percorsi sicuri per le persone che fuggono da conflitti, povertà estrema e mancanza di opportunità. “Devono rischiare la vita e intraprendere viaggi molto pericolosi per cercare di raggiungere la sicurezza”, afferma a swissinfo.ch. 

Secondo Claire Juchat, i fattori alla base dell’aumento delle morti di migranti sono molteplici, tra cui il tentativo di fuggire dalla Libia “a qualunque costo” a causa delle violenze subite in quel Paese, e ora anche sempre più dalla Tunisia, “perché lì la situazione sta peggiorando”.  

L’UE ha appena firmato un accordo anche con la TunisiaCollegamento esterno, volto ad arginare la migrazione irregolare. Il sociologo ed ex ministro tunisino Mehdi Mabrouk ha detto in un’intervista a swissinfo.ch che a suo parere questo non è un “vero partenariato”, ma un accordo che “mira unicamente a contenere i flussi migratori e a gestirli in modo rigido e pesante”. Secondo Mabrouk, inoltre, un discorso xenofobo pronunciato a febbraio dal presidente tunisino Kaïs Saïed ha alimentato ulteriormente gli attacchi razzisti contro le persone migranti africane in Tunisia. 

Violazione della Convenzione sui rifugiati 

Il rinvio di persone verso luoghi in cui sono esposte a gravi minacce per la loro vita o libertà è contrario al principio di “non respingimento” sancito dalla Convenzione sui rifugiati del 1951, per la quale l’agenzia ONU per i rifugiati svolge il ruolo di “guardiano”. “Riconosce anche che le persone rifugiate possono sentirsi costrette a entrare illegalmente in un Paese per chiedere asilo e che non dovrebbero essere sanzionate per aver cercato sicurezza e protezione”, afferma Shabia Mantoo dell’Alto commissariato dell’ONU per i rifugiati (UNHCR).

“Le persone che vengono salvate o intercettate in mare non dovrebbero essere riportate in luoghi dove potrebbero subire danni o essere in pericolo.”

Shabia Mantoo, UNHCR

Interrogata sui finanziamenti europei alla guardia costiera libica, Mantoo risponde che, indipendentemente dal fatto che le persone che intraprendono questi viaggi siano riconosciute o meno come rifugiate, hanno il diritto di essere protette e valutate. “Le persone che vengono salvate o intercettate in mare non dovrebbero essere riportate in luoghi dove potrebbero subire danni o essere in pericolo. È un principio fondamentale del diritto internazionale. Le persone che vengono salvate o intercettate in mare devono essere portate in luoghi sicuri, e questo è abbastanza chiaro”. 

L’ONU si è espressa in modo più esplicito sul disegno legislativo britannico sull’immigrazione illegale, ora destinato a diventare legge. In un comunicato stampa congiunto del 18 luglioCollegamento esterno, l’UNHCR e l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani, anch’esso con sede a Ginevra, hanno affermato che la nuova legislazione è contraria agli obblighi del Regno Unito in materia di diritti umani internazionali e di diritto delle persone rifugiate. Essa “avrà serie conseguenze per gli individui che necessitano di protezione internazionale” e potrebbe costituire un “precedente preoccupante”. 

Il progetto di legge esclude dal processo di asilo nel Regno Unito chiunque arrivi in modo irregolare dopo aver attraversato un Paese – anche se per breve tempo – in cui non ha subito persecuzioni. Inoltre, prevede che queste persone vengano trasferite in un altro Paese. 

Impegno e consulenza legale 

Ma se l’UNHCR ritiene che un Paese stia violando gli obblighi previsti dalla Convenzione sui rifugiati, cosa può fare concretamente? 

Shabia Mantoo afferma che l’UNHCR si impegna costantemente con gli Stati e che ha condiviso con il Regno Unito le sue preoccupazioni e le proposte per un “approccio più umano ed efficiente in termini di costi”, e “alcune delle nostre raccomandazioni sono già state accolte”. L’UNHCR, aggiunge, ha inoltre insistito sul fatto che il Regno Unito dovrebbe concludere un nuovo accordo di cooperazione in materia di asilo con i suoi vicini europei per sostituire il sistema di Dublino da cui è uscito con la Brexit. 

L’UNHCR ha anche fornito consulenza legale alla Corte d’appello del Regno Unito sul disegno di legge per il rinvio dei richiedenti l’asilo in Ruanda. L’agenzia dell’ONU, così come la Convenzione dei rifugiati, considera la proposta problematicaCollegamento esterno in termini di diritto internazionale, anche se Shabia Mantoo sottolinea che l’UNHCR non è parte in causa. La Corte d’appello ha ribaltato una precedente sentenza ritenendo il programma illegale. Tuttavia, il Governo britannico sembra ora intenzionato a impugnare nuovamente la sentenza presso la Corte Suprema. 

Tornando all’Ocean Viking, Claire Juchat di SOS Méditerranée afferma che il suo lavoro è ovviamente pericoloso. “Ma in quanto cittadina svizzera ho anche la responsabilità di non lasciare che le persone muoiano ai confini dell’Europa. È inaccettabile”. 

>> Guarda il reportage dalla Geo Barents, la nave di MSF che salva migranti nel Mediterraneo – Le testimonianze dei sopravvissuti (RSI):

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Traduzione di Luigi Jorio 

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