
Passaporto biometrico: un voto aperto

I sostenitori del passaporto biometrico hanno aumentato il vantaggio sugli oppositori. Ma non è ancora scontato che il 17 maggio uscirà un sì dalle urne. Per l'articolo costituzionale sulla medicina complementare si profila invece una netta vittoria.
Nell’ultimo sondaggio effettuato dall’istituto gfs.bern per conto della SRG SSR ideé suisse, i cui risultati sono stati pubblicati oggi, prevalgono i sì al passaporto biometrico nella misura del 49%, contro il 37% dei no.
Rispetto alla precedente indagine realizzata un mese prima, il sostegno è cresciuto di 2 punti percentuali, mentre l’opposizione è calata di 2.
Nell’ultimo mese “non si è delineata una nuova tendenza. L’esito del voto resta aperto. Attenzione, ciò non significa un risultato di strettissima misura, bensì che tutto è ancora possibile”, ha puntualizzato il responsabile di gfs.bern Claude Longchamp in una conferenza stampa a Berna.
I fautori hanno guadagnato terreno a scapito degli avversari e sembrano avviati verso la vittoria. Questa non è però ancora assicurata, poiché gli svizzeri favorevoli al progetto sono meno della metà.
Teoricamente, gli indecisi – rimasti stabili al 14% – potrebbero far pendere dall’altra parte l’ago della bilancia. Benché questa ipotesi appaia piuttosto improbabile, non può essere esclusa a priori. Così come non si possono trascurare l’eventualità di cambiamenti d’opinione all’ultimo minuto e il margine di errore.
Stato ficcanaso o libertà di viaggiare?
“Entrambe le parti hanno argomenti in grado di ottenere la maggioranza”, ha osservato Longchamp, spiegando che per gli indecisi è centrale il dilemma di dover scegliere fra la paura di uno Stato che sorveglia la sfera privata e il desiderio di usufruire della libertà di viaggiare.
Secondo l’esperto, le possibilità di ribaltare la situazione per gli oppositori risiedono in primo luogo nell’elettorato ecologista e, in misura minore, nei giovani e nei senza partito.
Un asso verde nella manica degli oppositori
“È la prima volta che i Verdi rappresentano la grande forza di una campagna per una votazione federale. Si tratta di uno scenario insolito: abitualmente si mobilita di più l’elettorato dei partiti di governo. Questa volta, invece, c’è una maggior propensione dei Verdi a partecipare al voto”, ha detto Longchamp.
A ciò si aggiunge il fatto che l’elettorato ecologista è l’unico a schierarsi chiaramente (58%) contro l’obbligo del passaporto biometrico. Soltanto il 34% degli intervistati si è dichiarato a favore, mentre l’8% è ancora indeciso.
Spaccatura fra base e vertici PS e UDC
Le altre due formazioni che si oppongono – Partito socialista (PS) e Unione democratica di centro (UDC) – non sono seguiti dalle loro basi. Nel sondaggio, l’elettorato socialista dice sì con il 49% contro il 36% di no e il 15% di indecisi, mentre in quello UDC i sì prevalgono con il 52% contro il 41% di no e il 7% di indecisi.
Il sostegno più compatto al passaporto biometrico viene dall’elettorato liberale radicale (69% di sì), seguito da quello popolare democratico (54%). Molto divisi e incerti appaiono gli elettori non legati a un partito: il 43% ha dichiarato che è favorevole, il 34% contrario e il 23% indeciso.
Un altro fenomeno nuovo è “la campagna tramite Internet che ha avuto un impatto sui giovani, sulla generazione di Face Book”, ha detto Longchamp. Anche qui gli oppositori hanno ancora margine di mobilitazione, osserva lo specialista.
Marcia trionfale della medicina complementare
Sull’esito favorevole del voto sull’articolo costituzionale denominato “Un futuro con la medicina complementare” non sembra esserci ombra di dubbio. Nel sondaggio, la proposta di ancorare nella Costituzione l’obbligo per Confederazione e Cantoni di considerare le medicine alternative è approvata dal 69% degli intervistati. Soltanto il 19% indica che metterà un no nell’urna e il 12% si dice indeciso.
L’ampio sostegno che la medicina complementare raccoglie fra l’elettorato di tutti i partiti – compreso quello dell’UDC che la combatte – rispecchia “l’individualizzazione della società elvetica”, ha commentato Longchamp. Ognuno vuole poter decidere per la propria salute. Gli argomenti medico-scientifici e quelli politici non hanno alcun influsso. I cittadini desiderano che le medicine complementari siano rimborsate dall’assicurazione malattie di base, ha sottolineato il politologo.
Partecipazione ai minimi senza emozioni
Il secondo sondaggio conferma d’altra parte lo scarsissimo interesse dell’elettorato per lo scrutinio. Soltanto il 40% degli intervistati ha dichiarato che voterà, ossia il 5% in più rispetto al primo sondaggio. Si tratta di una proporzione inferiore alla partecipazione media alle votazioni federali, che si aggira sul 45%.
Ciò è legato all’assenza di una vera campagna elettorale. Secondo Longchamp, la votazione principale quest’anno era quella che si è svolta l’8 febbraio sulla prosecuzione dell’accordo sulla libera circolazione delle persone tra Svizzera e Unione europea e sulla sua estensione a Romania e Bulgaria. “È lì che i partiti hanno investito le loro forze. Ora sono impegnati su altri temi. Adesso è la crisi economica che domina la politica”.
Inoltre, per i due oggetti in votazione il 17 maggio “non c’è alcun argomento che scandalizza”, vale a dire che manca quell’elemento che solitamente permette all’UDC di convincere le fasce meno abbienti e gli anziani. “Qui non ci sono abbastanza emozioni. Gli unici a scandalizzarsi sono gli esperti che dibattono della sicurezza”, ha concluso Claude Longchamp.
Sonia Fenazzi, Berna, swissinfo.ch
Il 17 maggio, i cittadini svizzeri sono chiamati a pronunciarsi su due oggetti.
Il primo riguarda la medicina complementare. È un controprogetto del parlamento a un’iniziativa popolare, nel frattempo ritirata. Il testo prevede che Confederazione e cantoni prendano in considerazione la medicina complementare. Trattandosi di un articolo costituzionale, è necessaria la doppia maggioranza di popolo e cantoni.
Il secondo oggetto riguarda l’introduzione dei nuovi passaporti biometrici. La revisione della legge federale sui documenti di identità è stata combattuta con un referendum.
Il testo sottoposto al voto prevede di rendere obbligatorio il passaporto biometrico, che contiene un microchip sul quale sono registrati dati anagrafici, immagine del viso e impronte digitali del titolare.
Trattandosi di un referendum facoltativo, è sufficiente la maggioranza popolare.
Articolo costituzionale “Un futuro con la medicina complementare“: 69% di sì, 19% di no, 12% di indecisi.
Introduzione dei dati biometrici nel passaporto svizzero e nei documenti di viaggio per stranieri: 49% di sì, 37% di no, 14% di indecisi.
Il sondaggio è stato effettuato dal 27 aprile al 2 maggio 2009 dall’istituto gfs.bern.
È stato intervistato un campione rappresentativo di 1’216 aventi diritto di voto di tutta la Svizzera.
Il margine d’errore è del +/- 2,9%.



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