I due cittadini elvetici bloccati in Libia da oltre un anno e condannati a 16 mesi di reclusione ricorreranno contro la sentenza emessa dal tribunale del paese nord-africano.
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L’annuncio è stato dato venerdì (4 dicembre) dalle famiglie di Max Göldi e Rachid Hamdani.
ABB, il gruppo tecnologico per il quale lavora Göldi, ha incaricato i suoi legali in Libia di procedere alla contestazione. Secondo ABB vi sono legittimi motivi per impugnare la sentenza.
Anche l’altro ostaggio elvetico presenterà ricorso: Rachid Hamdani «ha incaricato il suo avocato a Tripoli di ricorrere contro la condanna notificatagli oralmente lunedì», scrive la moglie in una nota.
Göldi e Hamdani sono trattenuti in Libia dal 19 luglio 2008. Quattro giorni prima, a Ginevra, la polizia aveva arrestato il figlio di Muammar Gheddafi, Hannibal, che insieme alla moglie Aline era stato denunciato per maltrattamenti da due domestici. Hannibal Gheddafi ha passato due notti in guardina.
Per sbloccare la situazione, il 20 agosto 2009 il presidente della Confederazione Hans-Rudolf Merz si è recato a Tripoli e si è scusato per l’arresto dei coniugi Gheddafi, definendolo «sproporzionato». Le scuse di Merz sono state molto criticate – le autorità ginevrine e buona parte dell’opinione pubblica ritengono che la polizia abbia agito correttamente – e non hanno portato (come promesso oralmente dalla Libia) al rilascio dei due svizzeri.
swissinfo.ch e agenzie
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