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Tre temi per un elettorato latitante

Il cartello indica la direzione del locale di voto: ma tra voto per corrispondenza e astensionismo, solo una piccola minoranza dell'elettorato svizzero vi si reca AFP

Le urne si sono chiuse oggi a mezzogiorno in tutta la Svizzera, dove l'elettorato era chiamato a votare su tre temi: assicurazione malattie, trattati internazionali e promozione della proprietà abitativa. Secondo i sondaggi, tutti e tre dovrebbero essere bocciati.

Stando ai pronostici, i tre oggetti sembrano accomunati anche da un’altra caratteristica: l’incapacità di mobilitare l’elettorato. Secondo il recente sondaggio condotto dal gfs.bern per conto della Società svizzera di radio e televisione (SRG SSR), il tasso di partecipazione dovrebbe attestarsi sotto il 40%.

Il fatto che l’assenteismo dovrebbe averla fatta da protagonista, potrebbe sorprendere, considerati gli aspri dibattiti in seno alle organizzazioni del settore sanitario e ai partiti politici sulla revisione della Legge sull’assicurazione malattie.

La riforma adottata dal parlamento mira a generalizzare in tutta la Svizzera il managed care, ossia le reti costituite da medici e altri professionisti della sanità, che concludono fra loro un contratto di collaborazione per fornire trattamenti coordinati lungo tutto il percorso terapeutico dei pazienti. Gli assicurati che aderiscono a questo modello, scelgono un medico di base che li guida. Spetta al generalista decidere se il paziente necessita di un determinato specialista.

L’obiettivo è di frenare i costi, evitando analisi e visite mediche superflue, senza pregiudicare la qualità delle prestazioni. Per incentivare il managed care, la maggioranza del parlamento ha optato per un aumento della partecipazione ai costi per gli assicurati che non aderiscono a una rete di cure integrate.

Un referendum che divide

I socialisti avrebbero al contrario voluto una riduzione per gli assicurati che vi aderiscono e chiedevano anche l’obbligo per le casse malattia di lavorare con le reti. Persa la battaglia in parlamento, il Partito socialista ha impugnato con successo il referendum.

Quest’ultimo è stato promosso anche dalla Federazione dei medici svizzeri (FMH). Essa parla di “perdita della libera scelta del medico”, “troppo potere alle casse malattia” e rischio di “aprire la via al razionamento delle cure”. Ma anche tra i medici vi sono spaccature, legate a interessi divergenti tra quelli di base e gli specialisti. In particolare, l’Associazione svizzera dei medici di famiglia sostiene la revisione.

D’altra parte i rappresentanti in parlamento dell’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice) e quelli del Partito borghese democratico (PBD, centro destra), che hanno approvato la revisione, sono poi stati sconfessati dalle rispettive assemblee dei delegati.

Inoltre, tra le formazioni politiche, vi sono sezioni cantonali che hanno posizioni contrapposte ai loro partiti nazionali e vi sono dissidenze interne. Sia nei comitati a favore della revisione, sia in quelli contrari militano esponenti di tutti i partiti.

La campagna per il voto ha quindi portato più confusione che chiarificazione presso l’elettorato elvetico, che tendenzialmente è già piuttosto diffidente verso riforme del settore sanitario.

Dal sondaggio del gfs.bern è emerso che i sì prevalgono solo fra chi fa già parte di una rete di cure integrate, poiché soddisfatti dalle prestazioni. Solo una piccola minoranza di assicurati però è attualmente affiliata a una rete. Tra gli assicurati che non hanno esperienza di managed care, invece, dominano i no. L’opposizione è essenzialmente dovuta al timore di non poter più continuare a rivolgersi al proprio medico di fiducia.

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Referendum

Questo contenuto è stato pubblicato al Il referendum (facoltativo) permette ai cittadini di chiedere che sia il popolo a pronunciarsi su una legge accettata dal Parlamento. Se i promotori del referendum riescono a raccogliere 50’000 firme in 100 giorni viene organizzata una votazione. Nel caso in cui il Parlamento modifica la Costituzione è previsto invece un referendum obbligatorio. Il referendum facoltativo…

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Accordi internazionali e democrazia diretta

Privi di emotività sono stati i dibattiti sugli altri due temi in votazione. Lanciata dall’Azione per una Svizzera neutrale e indipendente, l’iniziativa “Accordi internazionali: decida il popolo!” è sostenuta unicamente dall’UDC. Il testo chiede l’obbligo di sottoporre a votazione popolare la ratifica, da parte della Svizzera, di ogni trattato internazionale importante o che comporta nuove spese uniche di più di un miliardo di franchi oppure nuove spese ricorrenti di più di cento milioni.

I promotori vorrebbero rafforzare i diritti popolari in materia di politica estera e impedire così che disposizioni di convenzioni o accordi internazionali, firmati da Berna, prevalgano sulla volontà del popolo svizzero. Ma gli argomenti degli oppositori, secondo cui l’accettazione di questa iniziativa porterebbe a una moltiplicazione delle votazioni, anche su testi incontestati, e indebolirebbe la posizione della Svizzera nei negoziati internazionali, sembrano aver fatto presa sulla maggioranza dell’elettorato. I sondaggi non danno scampo a questa iniziativa.

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Iniziativa popolare

Questo contenuto è stato pubblicato al L’iniziativa popolare permette ai cittadini di proporre una modifica della Costituzione. Per essere valida, deve essere sottoscritta da almeno 100’000 aventi diritto di voto nello spazio di 18 mesi. Il Parlamento può decidere di accettare direttamente l’iniziativa. Può pure rifiutarla o preparare un controprogetto. In ogni caso viene comunque organizzato un voto popolare. Per essere…

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Sgravi fiscali per promuovere la proprietà abitativa

Di qualche appoggio in più godeva l’altra iniziativa popolare sottoposta al voto oggi, denominata “Accesso alla proprietà grazie al risparmio per l’alloggio”. Il testo promosso dall’Associazione svizzera dei proprietari fondiari, prevede la deduzione dal reddito imponibile di risparmi destinati all’acquisto di un’abitazione principale, fino a un massimo di 10mila franchi all’anno per persona per un periodo di dieci anni. Inoltre, il capitale cumulato e gli interessi maturati non sarebbero tassati.

L’iniziativa è simile a una bocciata tre mesi fa dall’elettorato svizzero. A favore sono schierati il Partito liberale radicale e l’UDC. Gli altri partiti la combattono, ad eccezione del PBD che non ha formulato raccomandazioni di voto.

I fautori vedono negli sgravi fiscali lo strumento adeguato per aumentare il tasso di proprietari della propria abitazione, che in Svizzera è basso. Gli oppositori invece considerano queste misure un regalo fiscale ai ricchi, poiché le fasce salariali medio-basse non riescono comunque a risparmiare, con conseguenze negative sulle finanze pubbliche. Secondo i sondaggi, gli argomenti degli oppositori sono condivisi dalla maggioranza dell’elettorato.

Oltre che sui tre temi federali, in 12 cantoni l’elettorato era chiamato a votare anche su oggetti di carattere regionale. A Ginevra si è pure svolta l’elezione suppletiva per il seggio lasciato vacante nel governo cantonale dal liberale radicale Mark Muller, dimessosi in seguito a forti pressioni dopo un violento alterco che ha avuto con un barista di una discoteca.

Tra i temi cantonali in votazione nella Svizzera francese spicca una legge vodese sull’assistenza al suicidio nelle case per anziani. All’elettorato erano sottoposte un’iniziativa popolare, promossa dall’associazione di accompagnamento alla morte Exit, e un controprogetto del governo. L’iniziativa obbliga le case di riposo sussidiate ad accettare la pratica dell’assistenza al suicidio al proprio interno. Il controprogetto stabilisce al riguardo precisi criteri, applicabili sia alle case per anziani sia agli ospedali pubblici.

Nella Svizzera tedesca hanno fatto particolarmente discutere due progetti di estensione degli orari di apertura dei negozi. Nel cantone di Zurigo un’iniziativa lanciata dal Partito liberale radicale prevede la liberalizzazione totale degli orari, mentre nel canton Lucerna si tratterebbe di prolungare l’apertura al massimo di un’ora e mezzo al giorno.

Fonte: Ats

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