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Previdenza 2020: respinta in sondaggio Tamedia

La riforma prevede un aumento delle rendite AVS ma una diminuzione di quelle di cassa pensione Keystone/AP dapd/Oliver Lang sda-ats

(Keystone-ATS) Continua la suspense per la riforma Previdenza per la vecchiaia 2020 in votazione il 24 settembre.

Secondo il secondo sondaggio Tamedia pubblicato stamane la riforma sarebbe verosimilmente respinta, anche se la percentuale dei “sì” è progredita e i due campi sono ormai quasi gomito a gomito. L’aumento dell’IVA per finanziare la riforma sarebbe invece accettato.

Solo il 47% delle oltre 10’000 persone interpellate online tra il 21 e il 23 agosto ha risposto di essere favorevole o abbastanza favorevole alla riforma, mentre il 48% si è espresso in senso opposto e il 5% era ancora incerto.

Il “sì” è comunque progredito – all’inizio di agosto era infatti soltanto al 40% – e potrebbe ancora farsi strada nel corso della campagna, che non era ancora cominciata al momento della realizzazione del primo sondaggio.

Per regioni linguistiche, i più scettici sono risultati i romandi, con il 48% di “no”. In Svizzera tedesca è il 47% a volersi esprimere contro il testo, e in Svizzera italiana il 46%.

Dal canto suo, il relativo aumento dell’imposta sul valore aggiunto raccoglie invece un 51% di opinioni favorevoli, contro un 45% di “no” e un 4% di indecisi. A sud delle Alpi è tuttavia respinto dal 47% dei sondati.

Nel precedente sondaggio Tamedia, diffuso il 9 agosto, il 52% degli interpellati aveva detto di approvare l’aumento dell’IVA, ma il 54% si era espresso contro la legge d’applicazione della riforma. Il primo sondaggio realizzato dall’istituto gfs.bern per la SSR SRG e pubblicato il 18 agosto dava invece un 53% di favorevoli alla riforma e al relativo aumento dell’IVA.

Il popolo si deve pronunciare doppiamente sulla riforma del ministro Alain Berset. Da una parte sull’aumento dell’IVA in favore dell’AVS, dall’altra sulla legge nel suo insieme. Un “no” a uno dei due oggetti in votazione farebbe fallire tutta la riforma.

Non sorprende che la bocciatura del progetto nel suo insieme sia più marcata tra i sostenitori dell’UDC (75%) e del PLR (58%). A mostrarsi scettiche sono anche le donne, che nel caso di un “sì” vedrebbero l’età di pensionamento aumentare a 65 anni: il 53% respinge il testo contro il 45% degli uomini.

Sulle spalle dei giovani

Due sono gli argomenti principali degli oppositori: il 26% ritiene che la riforma sia ingiusta e che pesi sulle spalle dei giovani nonché delle generazioni future.

L’approvazione aumenta con l’età: tra gli over 65 il 52% afferma di essere favorevole, contro il 42% dei sondati di età compresa tra i 18 e i 34 anni.

Alcuni (16%) ritengono altresì che sia necessario garantire la parità di retribuzione tra uomini e donne prima di aumentare l’età di pensionamento.

Tra i sostenitori si distingue un argomento, citato da oltre la metà dei sondati: senza riforma, i problemi finanziari della previdenza per la vecchiaia non faranno che accentuarsi. E il 27% menziona che dopo 20 anni senza particolari riforme è giunto il momento di trovare un compromesso.

Sì alla sicurezza alimentare

Quanto al Decreto federale sulla sicurezza alimentare (controprogetto diretto all’iniziativa popolare “Per la sicurezza alimentare”, ritirata), esso è sostenuto dal 63% dei votanti. I contrari sono il 29%. Particolarmente favorevoli risultano Svizzera romanda e italiana, con rispettivamente il 77% e il 74% d’approvazione.

Per il sondaggio, realizzato dai politologi Lucas Leemann e Fabio Wasserfallen, sono state interrogate online 10’092 persone tra il 21 e il 23 agosto. I dati sono poi stati ponderati secondo variabili demografiche, geografiche e politiche. Il margine di errore è di +/- 1,4 punti percentuali.

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