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Promosso il concorso internazionale del Pardo

Sta per calare il sipario sul grande cinema di Piazza Grande e il Festival di Locarno. pardo.ch

Per la 59esima edizione del Festival internazionale del film di Locarno è giunto il canonico momento delle prime valutazioni e dei primi bilanci.

Giudizi, come spesso accade, in chiaro-scuro ma molto positivi per quanto riguarda la sezione principale, ossia il concorso internazionale.

Secondo Ugo Brusaporco, critico cinematografico italiano free-lance e collaboratore regolare del “laRegioneTicino” (oltre che di altre testate italiane e spagnole), “questa edizione del concorso internazionale è stata buonissima dal punto di vista prettamente cinematografico”.

Moltissimi apprezzamenti anche per la retrospettiva dedicata al regista finlandese Aki Kaurismäki, un personaggio davvero speciale – seppur di non facile lettura – premiato venerdì dalla giuria dei critici indipendenti presenti a Locarno come “personaggio più significativo” di questa edizione.

Ugo Brusaporco ha ironicamente fatto notare che il cineasta finlandese è stato il secondo direttore del Festival del film di Locarno. “Attraverso la selezione delle sue opere all’interno di “Carte Blanche” ha letteralmente entusiasmato il pubblico di Locarno”.

Molto vivacità e qualche delusione

“A parte l’ottimo livello di concorso e retrospettiva – continua il critico cinematografico – ho colto molta vivacità anche in altre sezioni del Festival. Un po’ stanca, invece, la Settimana della critica, che ha faticato a proporre nuove tematiche. Occorre però precisare che il documentario ha le sue stagioni. E questo è davvero un periodo di vacche magre”.

Non sono piaciute, a Ugo Brusaporco, le proposte per il salotto popolare del Festival. “Piazza Grande è stata priva di idee. Mi rendo conto che non è facile trovare dei film adatti al grande pubblico, anche perché spesso occorrono molti soldi. Tuttavia non posso non sottolineare che la Piazza non ha avuto identità”.

Può spiegarsi meglio? “E’ mancata una chiarezza di intenti nella programmazione: è come se in una grande cucina che dispone di tantissimi ingredienti non si riesca a cucinare un buon piatto”. Così da lasciare la gente a bocca asciutta….o quasi.

Creare un’identità

Per la prima volta il Festival internazionale del film ha deciso di creare un concorso internazionale per la sezione “Cinéastes du présent”. Una scelta giusta?

“Le opere proposte in questa sezione a Locarno – osserva il critico italiano – sono molto più sperimentali rispetto a quanto selezionato in sezioni analoghe di altri festival. Ma occorre creare, a questa nuova competizione, un’identità che al momento manca”.

Ugo Brusaporco, consapevole del fatto che anche nel mondo del cinema ci sono annate buone e altre meno generose, ritiene che essere in grado di proporre un concorso internazionale di buon livello è già di per sé un fatto molto positivo.

“Sarebbe stato un miracolo – ma non è il caso in questa edizione – se anche i film presentati nella seconda competizione fossero stati tutti di qualità, fermo restando che la selezione è stata molto curata”.

Tra polemiche e primi passi

Perdere due rappresentanti della Giuria ufficiale – di cui una per conflitti di interesse (alludiamo a Barbara Albert consulente alla sceneggiatura del film svizzero in concorso “Das Fräulein”) – è stato un duro colpo per il Festival. Che, secondo Brusaporco, non ha saputo difendersi molto bene.

“Le critiche che posso muovere a Frédéric Maire per questa sua prima esperienza da direttore – sottolinea – è di essere stato troppo in difesa pur non avendo assolutamente bisogno di difendere il suo operato. Penso che avrebbe dovuto essere maggiormente all’attacco e quotidianamente all’attacco. Su tutti i fronti”.

Dopo gli apprezzamenti e le critiche, un suggerimento. “Nei prossimi anni occorrerà curare in modo particolare, soprattutto dal profilo logistico, le retrospettive che nei festival, quindi non solo a Locarno, sono tra le sezioni più seguite e frequentate”.

“Esiste un mondo di giovani che si affaccia al cinema e che sente molto forte il desiderio di costruirsi una cultura cinematografica. Le retrospettive – osserva Brusaporco – diventano così una sorta di finestra che si apre sul futuro. Ecco perché io punterei a rafforzare questa sezione”.

La concorrenza del Festival di Roma

Nel contesto internazionale Locarno mantiene, secondo Ugo Brusaporco, una buona posizione. E rimane il quarto festival, per importanza e prestigio, dopo Cannes, Venezia e Berlino.

“Occorre però tenere presente – evidenzia il commentatore italiano – che le radici di una rassegna cinematografica sono principalmente legate al potere contrattuale del suo direttore. Io credo che quest’anno Locarno abbia dovuto confrontarsi con la nascita di un nuovo festival, quello di Roma”.

“Si tratta di un festival che agisce sullo stesso territorio in cui si muove Locarno, con delle motivazioni diverse ed economicamente molto più forte. Quindi in futuro è con questa nuova realtà che Locarno dovrà confrontarsi prioritariamente, ben più di Venezia”.

Locarno non può dunque permettersi di stare alla finestra: non ha altra scelta se non quella di rimboccarsi le maniche sapendo “di avere nella stampa ticinese – conclude Ugo Brusaporco – dei sinceri amici del Festival e degli alleati”.

Calato il sipario sulla 59esima edizione, spente le luci in Piazza Grande, inizierà per i vertici del Festival un nuovo, arduo compito: la ricerca di quei finanziamenti che permettano al Pardo di continuare a correre, il più libero possibile, nei territori inesplorati della cinematografia emergente.

swissinfo, Françoise Gehring, Locarno

170 i lungometraggi proiettati alla 59esima edizione del Festival internazionale del film di Locarno.
La competizione internazionale per il Pardo d’oro raggruppa 21 film di 15 nazioni, per la maggior parte presentati in prima mondiale.
10 i film svizzeri presenti alla rassegna.
11 le proposte provenienti dall’Italia.

Sabato 12 agosto la 59esima edizione del Festival internazionale del film di Locarno assegna il Pardo d’oro per la migliore opera. La premiazione sarà seguita dal film “L’orchestra di Piazza Vittoria”.

Gli ultimi giorni di festival sono stati tuttavia caratterizzati da alta tensione, all’origine dei malori prima del presidente Marco Solari e, in un secondo tempo, del direttore artistico Frédéric Maire, svenuto venerdì sera sul palco di Piazza Grande.

Le critiche riguardanti i conflitti di interessi legati alla presenza nella giuria di Barbara Albert, è rimbalzata su molti giornali: gli italiani “Corriere della sera” e “Il Messaggero” parlano di “scandalo”. In Svizzera “Der Bund ” qualifica la situazione “penosa”, “Basler Zeitung” e “Neue Zürcher Zeitung” criticano la leggerezza della scelta: occorreva pensare alla conseguenze prima di agire.

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