
Prenotare un tavolo e non andare al ristorante: una tendenza che fa innervosire

In Svizzera è sempre più frequente prenotare un tavolo al ristorante e non andarci. In risposta, i ristoranti stanno prendendo provvedimenti, ad esempio rilevando il numero di carta di credito al momento della prenotazione e addebitandolo se necessario. Ma è legale? Gilles Meystre, presidente di GastroVaud e vicepresidente di GastroSuisse, risponde.
Il “no show” è la pratica di prenotare un tavolo in un ristorante ma di non presentarsi al momento opportuno, senza informare il locale. Gilles Meystre è presidente di GastroVaud e vicepresidente di GastroSuisse. Nei locali e ristoranti che rappresenta, il “no show” è un fenomeno ricorrente. “Si verifica soprattutto nei fine settimana, nelle città e tra i giovani, che tendono a prenotare in più bistrot contemporaneamente”, ha spiegato alla RTS.
Una pratica in crescita
“È una pratica in aumento. Un no-show è sinonimo di perdita di fatturato per il ristoratore”, spiega Gilles Meystre.
Secondo il quotidiano 24 Heures e la piattaforma di prenotazione The Fork, in Svizzera i no-show si verificano nell’1,9% dei casi. In altre parole, un cliente su 50 non si presenta. Gilles Meystre inoltre aggiunge che “nel 2021, un’indagine ha mostrato che l’86% delle prenotazioni negli esercizi pubblici sono state cancellate all’ultimo minuto. E il 60% delle strutture ha registrato un aumento dei ‘no show'”
I ristoranti prendono precauzioni
Di fronte a questa situazione, alcuni locali chiedono il numero di carta di credito al momento della prenotazione. Questo è giustificabile, secondo Gilles Meystre, ma sono possibili altre soluzioni. “Quando si ha un appuntamento dal medico e non si riesce ad andare, viene addebitato il costo della visita non effettuata. Quando vai in un hotel, ti chiedono il numero di carta di credito. Ma prima di questo, ci sono altre soluzioni, come le piattaforme online”.
È legale riscuotere una penale in anticipo? “Sì. Il semplice atto di telefonare e prenotare un tavolo è già un contratto”. Ma in pratica è più complicato: “Se non si rispetta il contratto, cioè se non ci si presenta al ristorante, spetta all’esercente dimostrare di aver subito un danno. Se si tratta di due pizze, il ristoratore probabilmente rinuncerà. D’altra parte, se si utilizza una piattaforma di prenotazione, ci sono termini e condizioni generali che devono essere letti e convalidati da entrambe le parti”.

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Le piattaforme di prenotazione spesso chiedono ai clienti molti dati, come cognome, nome, numero di telefono e numero di carta di credito. “A mio parere, questo non è invasivo se è chiaramente indicato”, risponde Gilles Meystre. “Tuttavia, per alcune piattaforme, la trasmissione di questi dati ha una dimensione commerciale. Ad esempio, notifiche periodiche via e-mail o SMS, tracciamento dei consumi e della posizione dell’utente. La decisione spetta ai clienti. Quanto ai ristoratori, devono pagare per gli sconti che le piattaforme offrono agli utenti”.
In Francia e in Spagna, i tribunali sono intervenuti su richiesta dei ristoratori e hanno imposto multe, a volte di diverse centinaia di euro, ai clienti che avevano prenotato ma non si sono presentati. Potrebbe accadere anche in Svizzera? “Suppongo di sì, ma è assolutamente da evitare. Un buon accordo è sempre meglio di un cattivo processo. Invito i ristoratori a trovare altre soluzioni”, afferma Gilles Meystre.
Il servizio di RTS (in francese):
Secondo Gilles Meystre, il punto di svolta è arrivato nel 2020 con l’inizio del Covid e l’aumento della digitalizzazione. “Durante il Covid, l’ipotesi era che le persone disdicessero o non si presentassero perché malate. La seconda ipotesi, visto che queste cifre sono ancora in aumento, è che la digitalizzazione abbia portato a una forma di disumanizzazione, una distanza tra il ristoratore e il cliente che fa sì che le persone si facciano meno scrupoli a disdire all’ultimo minuto o a non presentarsi senza preavviso”.

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