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Gli scienziati nei panni dei profani

Come riavvicinare il cittadino al mondo scientifico? Keystone

Le aspettative della società nei confronti del mondo scientifico aumentano e, parallelamente, la fiducia nella sua affidabilità si affievolisce.

Secondo un recente studio il divario può essere colmato, a patto che gli esperti integrino la responsabilità sociale nel loro lavoro.

I rapporti tra società e scienza sono sempre stati caratterizzati da un’accesa spigolosità e ancora oggi i due mondi faticano a trovare un comune terreno su cui costruire un dialogo.

“Il legame tra scienza e società è troppo debole”, afferma Charles Kleiber, segretario di Stato per la scienza e la ricerca.

Un punto di incontro dev’essere però trovato.

Da una parte per evitare che il ricercatore si estranei completamente dalla realtà sociale, vanificando così i risultati del proprio lavoro.

Dall’altra per far sì che il cittadino possa effettivamente capire, e quindi sfruttare, le innovazioni tecnologiche proposte dal progresso scientifico.

Prevedere la reazione della gente

Il dibattito sul divario che separa le due parti è stato riproposto in occasione della recente presentazione del libro “Imaginierte Laien” (I profani immaginari), che presenta i risultati di uno studio sulla comunicazione tra i ricercatori ed il pubblico.

“Ci siamo posti la domanda se era possibile anticipare, considerando sempre una certa flessibilità, la reazione della gente di fronte agli sviluppi scientifici”, spiega Helga Nowotny, coautrice del libro e direttrice della Fondazione Branco Weiss, un programma coordinato dal Politecnico di Zurigo per migliorare la relazione tra società e scienza.

La prima mossa spetta dunque ai ricercatori, come conferma Charles Kleiber, che è anche il presidente di Science et Cité, una fondazione che si occupa di promuovere il dialogo costruttivo: “La scienza è dipendente dalla società e deve andare là dove c’è la gente”.

I “profani immaginari” evocati nel titolo sono appunto i cittadini, che di fronte alle innovazioni, alle scoperte ed a volte alle contraddizioni del mondo scientifico, sono sempre più disorientati.

Situazioni concrete

Nello studio vengono analizzate in modo empirico quattro situazioni concrete di esperti che lavorano in stretto contatto con la gente.

Sono state considerate le esposizioni scientifiche, le piccole imprese di consulenza in materia di protezione dell’ambiente che collaborano con le autorità, il processo di regolamentazione amministrativa e legislativa per i prodotti modificati geneticamente e la collaborazione di differenti discipline – scienze sociali e scienze naturali – nell’ambito di studi sull’ambiente.

L’inchiesta ha voluto stabilire in che modo gli esperti si immaginano il pubblico potenziale che sarà toccato dalle loro scoperte e dove sia il posto dei cittadini nel lavoro scientifico.

Nel caso specifico di un’esposizione per esempio, gli autori dello studio si sono interrogati sulla scelta degli oggetti da esporre o sul modo di presentarli. Il tutto nell’ottica di attirare l’interesse della gente e ottimizzare la trasmissione della conoscenza.

“Abbiamo cercato di capire dove sia la dimensione umana della scienza”, indica la professoressa Nowotny.

Focalizzarsi sull’essenziale

Durante la definizione del modello scientifico, il concetto di “profani immaginari” risulta di fondamentale importanza per non tradire, in seguito, le aspettative che la società ripone nella scienza.

L’idea degli altri autori del libro è che “ogni modello scientifico deve adattarsi alla realtà dei profani, tentando di capire come tener conto anche della gente”.

“Ovviamente non possiamo abbracciare tutta la complessità dell’essere umano, perché ognuno è diverso. Dobbiamo invece catturare l’essenziale per ogni situazione specifica”, continua la presidente dell’Associazione Branco Weiss, che sostiene i ricercatori che vogliono integrare aspetti sociali e culturali nella ricerca scientifica.

Dal modello scientifico alla realtà

L’importanza di prevedere l’impatto delle innovazioni scientifiche sull’opinione pubblica diventa evidente sul piano prettamente pratico.

Contrariamente ai “profani immaginari” idealizzati dai ricercatori, le persone alle quali la scienza si rivolge sono infatti fisicamente ben reali.

Se le aspettative non sono soddisfatte, questi “profani concreti” possono mettere in discussione l’autorità scientifica degli esperti e cercare ricorso sul piano politico.

“Dobbiamo integrare la responsabilità sociale nei compiti dei ricercatori e delle istituzioni”, afferma Charles Kleiber.

L’importanza dei media

Nel processo di riavvicinamento delle parti, anche i media svolgono un ruolo importante, come indica il segretario di Stato per la scienza: “Televisione e stampa scritta devono favorire il dibattito, mostrando quello che può fornire la scienza”.

“Credo che bisogna sviluppare una cultura scientifica popolare, riprendendo il dibattito e mostrando, in modo critico, quelli che sono limiti e vantaggi della scienza”.

“È la sola soluzione per riconciliare questi due mondi, che hanno bisogno l’uno dell’altro”, conclude Kleiber.

swissinfo, Luigi Jorio

La Fondazione Science et Cité è stata fondata nel 1998 dall’Accademia delle scienze, dal Fondo nazionale svizzero per la ricerca scientifica, dalla Fondazione Silva Casa e da Economiesuisse.

Il principale obiettivo è di promuove il dialogo costruttivo, la comprensione ed il raggiungimento di un consenso tra la comunità scientifica e la società.

Science et Cité collabora con numerose istituzioni, che si occupano della diffusione del sapere scientifico, come musei, biblioteche, forum d’esposizione e di discussione e altri spazi pubblici.

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