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I mali della mente: curati ma mai abbastanza

Il lettino sul quale Sigmund Freud faceva sdraiare i suoi pazienti Keystone

Cresce in Svizzera il numero di persone che si rivolge a psicologi e psichiatri per curare i propri disturbi.

Un’evoluzione che contribuisce al benessere della popolazione e alla riduzione di costi collaterali. Per adolescenti e persone anziane, però, il ricorso allo specialista è ancora un tabù.

Psicanalisi, psicanalisi… Freud l’ha “inventata”, Woody Allen l’ha fatta entrare nelle case di mezzo mondo, serie televisive come Ally McBeal – la nevrotica avvocata di Boston – l’hanno consacrata. E il lettino? Ormai è un oggetto al quale si guarda con ironica bonarietà, anche se chi è confrontato a disturbi psichici, molto spesso ha ben poca voglia di ridere.

Forse è anche grazie a Woody Allen e compagni, se oggi la gente si vergogna meno prima di chiedere aiuto quando si trova in difficoltà.

Secondo un recente studio dell’Osservatorio svizzero della salute (Oss), il 5% della popolazione elvetica è sotto trattamento psichiatrico o psicoterapeutico. Ma a soffrire di disturbi psichici, almeno una volta l’anno, è il 25% della popolazione. Un popolo di psicopatici? Né più né meno dei loro vicini, constata Peter Meyer, dell’Oss.

Città e campagna

«Più che tra paesi con lo stesso grado di sviluppo, le differenze si riscontrano tra città e campagna», afferma Meyer. «Nei centri urbani, l’offerta di terapie e terapeuti è molto più consistente. Questo dato di fatto conduce ad una maggiore discussione di tematiche legate ai problemi psichici con conseguente aumento della richiesta».

Tazio Carlevaro, psichiatra con più di trent’anni di esperienza, constata che nella società urbana moderna «non ci sono più le vecchie fonti d’aiuto: il prete, il capofamiglia, la nonna… In qualche modo bisogna sostituire tutto questo».

Costi sociali

Per chi ha dei problemi che coinvolgono la psiche – depressioni, fobie, disturbi alimentari, ma anche alcolismo e tossicodipendenze – non è sempre facile chiedere aiuto. «È vero che non tutti i disturbi necessitano dell’intervento di uno specialista. In alcuni casi spariscono da soli», afferma Peter Meyer. «Ma spesso la situazione continua a peggiorare e il ricorso allo psicologo o allo psichiatra è inevitabile».

Una situazione che non influisce solo sul benessere della persona in questione, ma su tutta la società. Si pensi, ad esempio, al calo di produttività di un lavoratore depresso o «alle cure di molti disturbi somatici, come il mal di schiena o problemi cardiocircolatori, che spesso hanno un’origine psichica non diagnosticata».

Uomini, vecchi e adolescenti si curano meno

L’Oss osserva che sono soprattutto gli uomini a opporre più resistenza all’idea di un ricorso allo specialista. Parallelamente, però, sono proprio loro ad essere più spesso ricoverati nelle cliniche psichiatriche, saltando così il gradino più economico delle cure ambulatoriali.

«È un retaggio storico», ritiene Tazio Carlevaro. «Le donne sono sempre state autorizzate ad esprimere i loro sentimenti, gli uomini no». Ma accanto a questa constatazione bisogna aggiungere che «le donne hanno un tasso maggiore di depressione e di ansia, due disturbi che è più facile comunicare. Gli uomini soffrono di problemi come l’alcolismo, una tipica malattia “segreta”, che il diretto interessato tende a negare».

Anche gli adolescenti e le persone anziane richiedono meno spesso delle cure. «Nella loro subcultura» afferma Peter Meyer, «il fatto di rivolgersi ad uno psicologo viene vissuto come qualcosa di vergognoso». In particolare la depressione senile è molto difficile da diagnosticare, se i diretti interessati non ne parlano. «Ma è anche vero che per quanto riguarda adolescenti e anziani ci sono pochi specialisti in Svizzera».

Orientarsi è difficile

Per chi sceglie di curarsi, non è sempre facile orientarsi tra la massa di terapie proposte. Oltre a psichiatri e psicologi – finalmente nel corso dell’anno prossimo la Confederazione dovrebbe stabilire delle regole precise per l’ottenimento di questo titolo – ci sono tutta una serie di terapeuti che propongono vie alternative, come la musicoterapia, la teatroterapia o la cromoterapia.

«Forse per la mia formazione scientifica io sono più portato a fare affidamento sulle terapie la cui efficacia è stata provata», afferma Carlevaro. Per lo psichiatra si tratta anche di non fare degli esperimenti con i soldi messi a disposizione dall’assicurazione malattia. «Vanno bene le terapie cognitive e comportamentali e una certa forma di psicoterapia dinamica. Tutto il resto non è testato. Se funziona, probabilmente non è per le motivazioni addotte».

Ci sono poi malattie più o meno facili da curare. Per quanto subdola, la depressione fa parte delle prime. «Oggi quasi tutti sono in grado di curarla bene, con o senza farmaci», constata Carlevaro. «Ma chi soffre di ossessioni, per esempio, ha dei problemi seri a curarsi».

swissinfo, Doris Lucini

Il 5% circa della popolazione svizzera è in cura presso uno psichiatra o uno psicologo (1997: 4,1%)
La percentuale delle donne è doppia rispetto a quella degli uomini
Nella fascia d’età che va dai 20 ai 40 anni, gli uomini hanno un tasso d’ospedalizzazione più elevato
Quasi un terzo dei ricoveri in clinica è coatto

Tra il 1997 e il 2002 i costi generati dal ricorso a psicologi e psichiatri hanno raggiunto i 354 milioni di franchi (+15%).

I costi riconducibili alle cliniche psichiatriche ammontano a 568 milioni (+18%). L’aumento dei costi in psichiatria è tuttavia inferiore a quello registrato nell’insieme del settore medico.

La sfida per il futuro è rappresentata dalle persone anziane – soprattutto gli uomini – oggi curate in clinica piuttosto che ambulatorialmente.

I dati indicano che anche gli adolescenti non ricevono sufficienti cure ambulatoriali.

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