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Il combattente nell’isola dei prezzi elevati

Werner Marti ha annunciato lunedì le sue dimissioni da «mister prezzi» Keystone

Appena «mister prezzi» Werner Marti ha annunciato le sue dimissioni, la destra economica ha annunciato: la Svizzera non ha bisogno di un’autorità di controllo sui prezzi.

«Mister prezzi» – una particolarità elvetica – si è però conquistato la fiducia del popolo e il suo mandato è fissato nella Costituzione.

«Non capisco l’accezione di democrazia di un partito che ha issato il popolo sulla sua bandiera e poi rifiuta il fatto che sia il popolo stesso a volere qualcuno che controlli il livello dei prezzi in questo paese», afferma il «mister prezzi» dimissionario.

È così che Werner Marti reagisce all’annuncio dell’Unione democratica di centro (UDC) di voler approfittare della poltrona vuota per abolire l’intero ufficio di controllo dei prezzi al consumo, rinunciando alla nomina di un successore.

L’UDC ha infatti annunciato un’iniziativa parlamentare il giorno stesso in cui Marti ha comunicato le sue dimissioni.

Trampolino di lancio

«Mister prezzi» è popolare in Svizzera. E il suo incarico è spesso un trampolino per raggiungere altre posizioni importanti: il predecessore di Marti è l’attuale ministro dell’economia Josph Deiss, il responsabile di tutta la politica economica elvetica.

Anche l’ex-consigliere federale Leon Schlumpf ha fatto la sua gavetta controllando i prezzi. Il primo «mister prezzi» in assoluto è stato Leo Schürmann. Se questo ha mancato per poco l’elezione in governo, è comunque stato vicepresidente della Banca nazionale e direttore generale della SRG SSR idée suisse, l’ente di radio e televisione nazionale.

L’ufficio è in verità una particolarità svizzera. Nessun altro paese conosce una simile istituzione. Ma l’organizzazione dell’economia elvetica, Economiesuisse, ha chiesto già otto anni fa di eliminare questo «Sonderfall», questa eccezione elvetica. L’UDC ripesca dunque idee che sono nell’aria da anni.

Svizzera paese dai prezzi alle stelle

Solo un mercato funzionante permette di avere una vera concorrenza e dunque prezzi bassi – afferma l’economia – non un ufficio pubblico.

Ma marti si difende: «È sbagliato lamentarsi per le tariffe troppo alte e dall’altra parte eliminare l’unica istanza preposta a regolare proprio questo tipo di spese».

E effettivamente il successo di «Mister prezzi» si può quantificare: è riuscito per esempio ad evitare un aumento dell’abbonamento di base per la telefonia fissa.

Inoltre è riuscito ad abbassare retroattivamente le tariffe per la TV via cavo e ha bloccato i nuovi tariffari della Posta. Gli aumenti in questo settore sono stati solo parziali.

Significativi successi si riscontrano anche nelle tariffe dei dentisti, quelli dei medici e dei medicinali. Anche i notai hanno dovuto correggere al ribasso le loro tariffe.

Eppure la Svizzera rimane un paese dei prezzi alti. I consumi privati sono in media molto più cari rispetto al resto dell’Europa. A dipendenza degli studi e dei settori, si quantifica la differenza tra il 25% e il 40%.

La concorrenza è relativa

Dopo otto anni di servizio, Marti rileva che «il problema dei prezzi troppo elevati in Svizzera è riconosciuto. All’inizio del mio mandato ho dovuto combattere perché questo fatto non fosse semplicemente evaso dicendo che si tratta di cosa data o voluta da Dio».

I critici – anche a sinistra – rinfacciano però a Marti che le procedure durano troppo a lungo e che i risultati sono modesti. «Lì dove non siamo riusciti a raccogliere successi, i prezzi sono una conseguenza di accordi politici», afferma Marti che contemporaneamente milita in Parlamento nelle fila del Partito socialista.

I costi per i medicinali e i prodotti agricoli sono regolati dallo Stato. Gli articoli di marca, come i mobili o i jeans firmati, sono difesi dalla legge sulla protezione dei marchi. Per gli elettrodomestici e gli apparecchi elettrici, le importazioni parallele sono ancora difficili.

«Questo fatto permette alle multinazionali di tenere i prezzi alti nell’isolato mercato elvetico, guadagnando più che all’estero», afferma Werner Marti. In questi settori lui non ha potuto intervenire.

«Noi siamo responsabili lì dove i prezzi non sono il prodotto delle regole del mercato. Ma c’è chi dice che il mercato è già presente», continua «Mister Prezzi».

Solo il 1° aprile entra in vigore la nuova legge sui cartelli che vieta e punisce gli accordi sui prezzi, una pratica che in Svizzera fa parte della quotidianità economica.

«Credo che la nuova legge porterà una certa pressione in alcuni settori, dove attualmente il mercato non gioca al meglio», continua Marti indicando il cuore del suo lavoro: controllare le tariffe nei settori dove esiste un monopolio statale.

Più concorrenza in politica

Come «mister prezzi», Marti non ha potuto disporre di potere esecutivo, doveva limitarsi alle indicazioni, agli interventi. Per questo si augura che il suo successore si conquisti «un mandato più incisivo e, forse, un po’ di personale in più». Attualmente sono 15 gli impiegati che lo assistono.

Adesso tocca al suo predecessore Jospeh Deiss, eleggere un successore. Marti torna a dedicarsi con più intensità alla politica e già con il suo primo gesto, sostiene la concorrenza.

Werner Marti concorre infatti alla presidenza del Partito socialista. Il suo nome si aggiunge a quello di Hans-Jürg Fehr; il partito avrà una vera scelta.

swissinfo, Andreas Keiser
(traduzione: Daniele Papacella)

Annunciando le sue dimissioni, Werner Marti ha espresso la volontà di dedicarsi con rinnovato impegno alla politica.

Il «mister prezzi» uscente ha 46 anni. Per otto anni ha ricoperto la carica. Parallelamente, dal 1991, è consigliere nazionale socialista del canton Glarona. Dal 1990 al 1998 è stato nell’esecutivo del suo cantone.

L’ufficio di «mister prezzi» esiste dal 1982 con il mandato di controllare i meccanismi dell’economia che portano alla formazione dei prezzi.

Malgrado siano stati raggiunti dei successi, la Svizzera rimane un’isola dei prezzi gonfiati.

Il direttore dell’ufficio è impiegato della Confederazione al 40% e ha un salario di 90’000 franchi.

Finita la sfida con i prezzi, Marti prova ora la scalata del suo partito. L’8 marzo, il Partito socialista svizzero elegge un nuovo presidente.

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