La democrazia a ritmo di slam
Parlare, piangere, sussurrare, discutere, dibattere. Lo slam è molto di più di una semplice lettura di un testo. L’ultima sera della settimana della democrazia a Friburgo l’ha dimostrato.

Cinque artisti slam, tre uomini e due donne provenienti dalla Germania e dalla Svizzera, si sono confrontati davanti a un centinaio di persone. Armati di parole e idee, si sono lanciati in un combattimento pacifico sulla democrazia.
Il moderatore della serata, Valério Moser, ha guidato il pubblico in una giostra verbale. La finale ha visto opporsi Lasse Samström e Rafael Kaufmann in un faccia a faccia appassionante. Quest’ultimo ha avuto la meglio, consacrato dagli applausi del pubblico. La sua serie di citazioni disarmanti di politici svizzeri e i suoi giochi di parole piccanti hanno conquistato gli spettatori.

In realtà, però, non ci sono stati né perdenti né vincenti a questo concorso di slam e nemmeno durante la settimana della democrazia. Non è forse il principio stesso della democrazia diretta quello di permettere ad ognuno di essere vincitore?
Magdalena Waeber, Fabienne Anliker, Michelle Meier, #DearDemocracy

Lo sguardo di due studentesse sul primo spettacolo slam
Charlotte Joller (21 anni, a sinistra), studentessa di biologia all’università di Friburgo, e Flavia Zihlmann (21 anni), studentessa di fisioterapia a Berna.
“Abbiamo avuto l’onore di assistere al nostro primo concorso di slam: in un dialetto stupendo del canton Turgovia, Rafael Kaufmann ha parlato di Adolf Ogi e di Facebook, dei rifugiati e di altre crisi umanitarie, così come di Jean Ziegler. Ringraziamo gli artisti della lingua e coloro che giocano con le parole per la serata particolarmente riuscita”.

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