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Prigionieri degli “oggetti intelligenti”?

Fare la spesa con l'aiuto del computer? Forse presto una realtà Keystone

L’elettronica domina sempre di più la nostra vita. In alcuni campi le nuove tecnologie porteranno progresso e benessere. In altri è d’obbligo la prudenza.

Gli effetti negativi sull’uomo e sull’ambiente non sono infatti ancora chiari. Per questo, la prevenzione è fondamentale.

La tecnologia elettronica è onnipresente. Nel prossimo futuro i microprocessori potrebbero invadere anche la nostra vita privata, entrare ancora di più nelle cucine, nascondersi negli abiti che indossiamo, aiutarci a vivere più a lungo.

Alcune ditte stanno già lavorando alacremente per realizzare reti di microchip, sensibili all’ambiente circostante e capaci di comunicare fra di loro.

Nel 2013 un miliardo di esseri umani potrebbero già avere a disposizione un’infinità di oggetti d’uso quotidiano che con l’integrazione della microelettronica diventerebbero “intelligenti”.

“Pervasive Computing”

L’onnipresenza dell’informatica e dell’elettronica nella nostra vita quotidiana viene chiamata “Pervasive Computing”.

È stato questo il tema centrale dello studio del TA-SWISS, il Centro per la valutazione delle scelte tecnologiche, che ha presentato a Berna i risultati delle sue ricerche.

L’atout principale del “Pervasive Computing” è l’accelerazione e la migliore efficienza dei processi.

„Siamo all’inizio di un’enorme evoluzione“ dichiara con soddisfazione a swissinfo Sergio Bellucci, direttore di TA-SWISS.

L’istituto – che è annesso al Consiglio svizzero della scienza e della tecnologia – assiste il governo in materia di politica scientifica e tecnologica.

Grandi vantaggi

In campo medico si aprono in effetti grandi possibilità: i malati cronici potrebbero beneficiare di una sorveglianza a distanza, la chirurgia sarebbe meno invasiva e i microchip potrebbero ridare la vista ai ciechi e l’udito ai sordi.

A livello generale aumenterebbe la mobilità e la flessibilità delle persone che grazie ai computer portatili sarebbero “ovunque” in ufficio.

Un’evoluzione auspicabile da un lato, ma anche temuta per le ripercussioni ancora poco chiare sulla nostra salute e sull’ambiente.

Prognosi insicure

Le conoscenze degli esperti sugli “effetti collaterali” sono ancora limitate. Prendiamo il caso classico del telefonino.

“Non sappiamo ancora con esattezza fino a che punto le onde elettromagnetiche emesse dai nostri cellulari sono dannose” dice Bellucci.

Il sistema nervoso degli esseri viventi sfrutta frequenze analoghe a quelle dei telefonini, ma molto più basse. C’è dunque chi teme che i segnali dei cellulari possano compromettere la salute.

Anche l’eccessivo consumo di corrente elettrica, utilizzato per alimentare la nostra tecnologia moderna, non è salutare e nuoce all’ambiente.

E che dire dei rifiuti elettronici che aumenteranno sempre di più. Dove finiranno? Come potranno essere smaltiti?

Perfino la criminalità potrebbe cambiare, mettendo a dura prova la nostra società.

L’importanza della prevenzione…..

Nel suo studio il Centro TA-SWISS, conscio dei pericoli del “Pervasive Computing”, pone l’accento soprattutto sul rispetto del principio della prevenzione e formula una serie di suggerimenti.

Nella società dell’informazione questo principio esige che si faccia di tutto per impedire una diffusione irreversibile di tecnologie che potrebbero provocare gravi danni.

Il TA-SWISS sottolinea comunque che il “Pervasive Computing” è ancora musica del futuro. Non è ancora chiaro quale sarà la forma che il collegamento integrale senza fili assumerà.

Senza avere la pretesa di dare una risposta ai molteplici interrogativi, lo studio di TA-SWISS invita tuttavia il pubblico a riflettere sulle conseguenze del “Pervasive Computing”.

…..e quella dell’informazione

Per affrontare con serenità un futuro tecnologico ancora gravido di incognite, il Centro propone anche di insegnare nelle scuole ad essere critici nei confronti dell’ambiente digitalizzato.

La diffusione delle nuove tecnologie non dovrebbe essere discriminante e dovrebbe coinvolgere tutti i gruppi sociali.

A livello filosofico ci si può chiedere se l’uomo sarà più libero, grazie alla moderna tecnologia, o se rischierà di diventare una pedina in uno Stato tecnologico totalitario.

Un interrogativo al quale nessuno degli esperti ha saputo ancora rispondere.

swissinfo, Elena Altenburger

Negli anni 40 uno dei primi computer pesava ancora 35 tonnellate
I primi apparecchi radio portatili pesavano sui 15 chili
I cellulari dell’ultima generazione pesano invece 100 grammi

TA-SWISS – il Centro per la valutazione delle scelte tecnologiche, un organismo che assiste il governo in materia di politica scientifica e tecnologica – ha come compito di esaminare i rischi dei nuovi sviluppi tecnologici.

I suoi studi si rivolgono sia ai responsabili della politica e dell’economia, che al grande pubblico.

Con il suo studio il Centro ha lanciato il dibattito sulle conseguenze positive e negative dell’evoluzione tecnologica.

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