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Sensibilizzare – in Svizzera e nel mondo

Non ci sono rubinetti dappertutto: scorta d'acqua alla periferia di Nairobi, in Kenya Keystone

La popolazione deve prendere coscienza di quanto sia importante il prezioso liquido. È uno degli obbiettivi delle autorità svizzere per il 2003, che le Nazioni Unite hanno dichiarato "anno internazionale dell'acqua dolce".

Una tematica che sarà seguita durante tutto l’anno nello speciale di swissinfo “Acqua 2003”.

«L’acqua è preziosa», «L’acqua è imprevedibile», e «L’acqua non conosce confini». Sono i tre temi centrali della campagna in Svizzera.

L’anno decretato dalle Nazioni Unite viene inaugurato il 21 marzo, nella Giornata internazionale dell’acqua, con una grande festa sulla Piazza federale a Berna.

Seguiranno varie manifestazioni, sia a livello nazionale che su scala minore, volute da privati, organizzazioni e comuni.

Riflettere sull’abbondanza e la penuria

Lo scopo è quello di indurre la popolazione «a riflettere sull’acqua», afferma Uli Lutz, coordinatore dell’anno dell’acqua presso la Direzione per lo sviluppo e la cooperazione (DSC):

«Cosa significa per noi in Svizzera, dove abbiamo acqua in abbondanza. E cosa significa per le persone in altre parti del mondo, dove l’acqua necessaria deve prima essere faticosamente cercata e trasportata.»

Nel mondo, secondo le stime, vi sono 2,4 miliardi di persone che non hanno accesso sufficiente a impianti sanitari. E 1,2 miliardi non hanno acqua potabile a sufficienza – o non abbastanza pura.

C’è bisogno di attenzione internazionale. Perché le statistiche indicano che la quantità d’acqua disponibile per persona è diminuita: da 17’000 m3 nel 1950 a 7000 m3 nel 1995. Le cause: l’aumento della popolazione e del consumo.

Osservare la qualità dell’acqua

Oltre l’80 percento dell’approvvigionamento d’acqua potabile e industriale è coperto, in Svizzera, dall’acqua del sottosuolo. Una risorsa vitale, che va trattata con cura.

In linea di massima, la qualità dell’acqua potabile svizzera è molto buona, grazie a controlli regolari, intensi lavori di ricerca e campagna di sensibilizzazione, specialmente nel settore agricolo.

Normalmente si può bere l’acqua dal rubinetto. Ma, in presenza di avvenimenti straordinari, questa normalità può costituire un grave problema. Alluvioni catastrofiche, per esempio, provocano spesso inquinamenti negli impianti d’approvvigionamento.

In situazioni del genere, le autorità devono fare opera di convincimento, perché molti non si rendono conto che l’acqua dal rubinetto può far male. Oramai, per bere, per pulire i denti o lavare l’insalata, siamo abituati ad aprire semplicemente il rubinetto.

Proteggere le acque e gli ecosistemi

Prendersi cura dell’acqua significa però anche prestare attenzione alle risorse idriche naturali e ai loro ecosistemi.

La svizzera deve proteggere meglio le sue risorse naturali, chiede l’organizzazione ambientalista WWF. «Chiediamo l’introduzione di una gestione integrata dei corsi d’acqua», dichiara Walter Wagner del WWF.

Che si tratti di protezione dalle piene, costruzione di argini o rinaturalizzazione: in Svizzera la competenza spetta innanzitutto dei cantoni. «Per questo i confini cantonali sono anche confini in fatto di gestione del territorio», critica l’idrologo.

Dalla Svizzera, l’acqua scorre poi in diversi paesi europei, in quattro mari, ricorda Wagner, per cui serve una maggior cooperazione internazionale.

Ci sono d’altronde anche casi che, in definitiva, possono avere anche conseguenze positive, come il grave inquinamento del Reno del 1986. Allora, l’acqua di spegnimento dell’incendio di un deposito chimico a Schweizerhalle aveva ucciso la maggior parte degli organismi viventi del fiume. Ma ora, grazie alla collaborazione internazionale nata in seguito alla catastrofe, il Reno è più pulito di quanto non lo fosse molti anni fa.

Ma non si può organizzare e pianificare tutto, come dimostrano le ripetute alluvioni catastrofiche. Anche qui si sta cominciando a cambiare ottica. L’acqua non la si può imbrigliare, perciò è l’uomo che deve imparare a comportarsi di conseguenza. Perciò oggigiorno si prendono misure preventive, perché anche in una Svizzera fittamente edificata ci sia spazio per le alluvioni, senza che debbano provocare enormi danni.

Rinaturalizzare è un modo per ridare spazio all’acqua e agli ecosistemi che ne dipendono. O con le parole responsabile dell’anno dell’acqua per la Svizzera:
«Lo scopo principale del programma è la protezione dell’acqua, delle risorse idriche naturali e dei loro ecosistemi come le zone umide, le golene e i boschi; un’utilizzazione parsimoniosa e lungimirante dell’acqua; e la protezione della popolazione dai pericoli dell’acqua.»

swissinfo, Eva Hermann e Ramsey Zarifeh (traduzione: Fabio Mariani)

Il 21 marzo 2003 prende ufficialmente avvio sulla Piazza federale a Berna l’anno dell’acqua in Svizzera.
Per l’occasione vengono presentate per la prima volta al pubblico le mostre sull’acqua del sottosuolo e sulla circolazione dell’acqua.
Tra le diverse attrazioni, un bar con sola acqua e, per concludere, un concerto con il gruppo rock svizzero Patent Ochsner.

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