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Tagli pesanti a Swisscom

Si è già levato un coro di proteste contro i licenziamenti Keystone

Il gigante delle telecomunicazioni sopprimerà quest'anno un migliaio di posti di lavoro. Una parte dei tagli era già stata annunciata nel 2000.

Swisscom giustifica la misura con la difficile situazione economica e la concorrenza. Ma i sindacati non ci stanno.

Seicento nuovi impieghi verranno soppressi. Si aggiungono ai 400 già annunciati l’anno scorso e corrispondono al 4% degli effettivi di Swisscom. I dipendenti toccati dal provvedimento percepiranno il salario intero per la durata di un anno.

Questi posti di lavoro fanno parte dei 3’000 impieghi di cui l’operatore aveva annunciato la soppressione già nel 2000, ha ricordato lunedì sera Jens Alder, presidente della direzione di Swisscom.

All’epoca il gigante blu aveva dichiarato che i posti di lavoro sarebbero passati da 18’000 del 2000 a 15’000 alla fine del 2003.

“Uno scandalo”

Dal canto loro, i sindacati hanno gridato allo scandalo perché ritengono che Swisscom stia mentendo con le cifre. “In realtà, si tratta di 1050 tagli”, ha detto Alain Carrupt, vicepresidente del Sindacato della comunicazione.

Un’affermazione smentita dall’operatore. Si tratta di 1000 soppressioni, ammette Swisscom, ed erano già state chiaramente annunciate. La società ha “semplicemente” fornito il dettaglio dei settori colpiti.

Manifestazioni dei sindacati

In diverse città si sono già svolte martedì mattina delle dimostrazioni di protesta a cui hanno partecipato centinaia di manifestanti. I sindacati rimproverano all’azienda di seguire una strategia mirata esclusivamente alla massimizzazione dei profitti.

Ridurre il personale di oltre mille unità nell’anno in corso rappresenta, secondo i sindacati di categoria, un segnale sbagliato nella già difficile situazione congiunturale. Per evitare i licentiamenti i sindacati propongono nuovi modelli di lavoro con una riduzione delle ore di lavoro.

Inoltre si chiede un piano sociale e un’offensiva nella riqualifica professionale del personale. Una misura necessaria, riaffermano i sindacalisti, per garantire un riassorbimento nel mercato del lavoro.

Zurigo e Berna toccate

Zurigo e Berna sono duramente colpite dalle misure, mentre le regioni di Ginevra, San Gallo e Basilea dovrebbero soffrire meno.

Le attività di vendita e di manutenzione delle centrali telefoniche sono le più toccate dalle difficoltà del mercato e dai costi del materiale. In questo settore il piano di ristrutturazione prevede il taglio di circa 470 posti di lavoro.

La telefonia fissa è dal canto suo confrontata con un’erosione continua dei margini e vittima di un’accanita concorrenza. Circa 200 posti saranno tagliati in questo settore. Nel segmento “soluzioni per le ditte” 380 posti saranno soppressi entro la metà dell’anno prossimo.

Il portavoce di Swisscom Christian Neuhaus ha inoltre precisato che se il mercato non si riprende altri tagli non sono esclusi nelle settimane venture.

Previsioni mantenute

L’operatore storico è finanziariamente molto solido: ha realizzato utili netti per 1,21 miliardi di franchi nei primi 9 mesi del 2002 con una cifra d’affari di 10,8 miliardi. L’indebitamento dell’azienda non supera 1,2 miliardi.

Swisscom mantiene inoltre le previsioni per quanto concerne la chiusura dell’esercizio 2002. Tuttavia, per poter garantire la continuità di tutti i settori dell’azienda, dovrà portare avanti il processo di adeguamento delle proprie strutture. Per sostenere la reintegrazione dei licenziati, il gruppo Swisscom avrebbe investito all’incirca 2 miliardi di franchi in piani sociali.

Alla Borsa svizzera, l’annuncio della soppressione di impieghi da parte del gigante delle telecomunicazioni ha fatto registrare una leggera perdita al titolo Swisscom che martedì mattina era quotato a 427,50 franchi: lo 0,2% in meno rispetto a lunedì.

swissinfo e agenzie

Swisscom dà attualmente lavoro a 17’300 persone in Svizzera
I tagli previsti corrispondono al 4% degli organici
Dal 1998 sono stati investiti 2 miliardi in piani sociali

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