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In aereo a Bagdad per violare l’embargo e protestare contro il genocidio in corso

Nella foto d'archivio, una manifestazione di protesta a Ginevra contro l'embargo che provoca la morte di 250 bambini al giorno in Iraq Keystone

Sempre più voci si alzano contro l’embargo che in dieci anni ha seminato morte fra i civili. Il 29 settembre un aereo con a bordo 150 personalità europee decollerà da Parigi per Bagdad. Anche due deputati svizzeri sono pronti a violare l'embargo.

La socialista di Berna Ruth Vermot e l’ecologista di Ginevra Patrice Mugny parteciperanno, il prossimo 29 settembre, al viaggio di due giorni alla volta della capitale irachena, organizzato dal religioso francese Jean-Daniel Benjamin. A violare l’embargo – imposto anche ai voli a destinazione di Bagdad – saranno parlamentari, artisti e giornalisti di vari paesi europei, tra cui la Francia, l’Italia, la Svizzera, la Gran Bretagna e i paesi nordici.

“Questo embargo costituisce un crimine contro l’umanità, precisa Patrice Mugny, e violandolo vogliamo attirare l’attenzione dell’opinione internazionale.”

Stando ai dati dell’UNICEF, il tasso di mortalità dei bambini è più che raddoppiato rispetto alla fine degli anni ’80. L’introduzione dell’embargo ha provocato la morte di almeno 500.000 bambini al di sotto dei cinque anni.

Con questo gesto spettacolare, i partecipanti al viaggio vogliono anche mostrare che l’Europa vuole la fine dell’embargo contro l’Iraq. “I cinque membri del Consiglio di sicurezza non sono più unanimi in favore dell’embargo, rileva Mugny. La Francia, dal momento che ha autorizzato il volo, mostra chiaramente il suo disaccordo.”

I partecipanti condannano d’altra parte fermamente il regime di Saddam Hussein e non credono che questo viaggio possa servire in qualche modo il “tiranno sanguinario di Bagdad”. “Non è certo privando la popolazione di medicinali e di cibo che si risolverà il problema Saddam”, precisa il deputato ecologista ginevrino.

Per la deputata socialista bernese Ruth Vermot, con questo viaggio si vuole indicare che l’opinione pubblica in Europa non è più disposta ad accettare questa situazione.

“Il governo svizzero, sottolinea la deputata, è contro questo boicottaggio, anche se deve rispettarlo. Penso dunque che possiamo contare sul suo appoggio per questa nostra azione.”

Per i due parlamentari, questo embargo è ormai entrato nella routine di tutti i giorni e la nostra civiltà “riesce a vivere con dei drammi di cui lei stessa è responsabile.”

Patrice Mugny e Ruth Vermot cercheranno di incontrare a Bagdad soprattutto gruppi di donne, che costituiscono la categoria più colpita della popolazione, insieme ai loro bambini.

Mariano Masserini

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