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La “chiesa della strada” non aiuta solo a Natale

Il collage "Una salutista" di Dora Rinderknecht, è stato realizzato appositamente per la mostra "L'Esercito della Salvezza dipinto dai salutisti" Corinne Gossauer-Peroz

Natale in molte città della Svizzera significa anche presenza dell'Esercito della Salvezza. Un museo a Berna permette di scoprire storia e attività di questi "soldati" che svolgono un importante lavoro sociale e predicano la parola di Dio.

Le sue truppe occupano le strade di numerose località urbane elvetiche, prevalentemente nei cantoni protestanti, dall’inizio dell’Avvento fino a Natale. È un’invasione pacifica di donne e uomini in divisa che cantano, suonano o semplicemente distribuiscono volantini, di fianco a un treppiedi sul quale è appesa una marmitta.

“Fate in modo che possa bollire” fu l’appello rivolto ai passanti da un ufficiale dell’Esercito della Salvezza (ES) negli Stati Uniti alla fine del XIX secolo, che utilizzò per la prima volta il tipico pentolone appeso a un treppiedi per raccogliere fondi per offrire pasti e riparo ai senza tetto. Un gesto che si è diffuso e perpetuato in questa comunità cristiana in tutto il mondo.

La colletta di Natale è certamente il momento in cui questi militi, che combattono una guerra universale contro lo sfruttamento e il degrado umano, sono più visibili e udibili. Ma il loro impegno per alleviare le sofferenze è intenso durante tutto l’anno.

Asili nido, case per anziani medicalizzate, centri di accoglienza e accompagnamento per senza tetto, per persone con dipendenze dall’alcool o da droghe, con problemi psichici, per richiedenti l’asilo, per disoccupati, laboratori protetti, ostelli, servizi di consulenza sociale e tanto altro ancora: le attività dell’ES in Svizzera, iniziate nel 1882, sono molteplici e si adattano costantemente alle nuove necessità.

L’elenco delle opere di aiuto al prossimo – senza distinzione di sesso, razza, religione o altro – continua ad allungarsi. Eppure gran parte della popolazione svizzera sa poco o nulla di questa “chiesa della strada”, i cui membri in uniforme sembrano anacronistici.

Un museo concepito come servizio per il prossimo

Per saperne di più su questo movimento evangelico che fa parte della Chiesa cristiana universale si può visitare il Museo dell’Esercito della Salvezza a Berna. Inaugurato nel novembre del 1999, è integrato nell’edificio della sede dell’ES di Svizzera, Austria e Ungheria.

L’ES “lo considera un servizio: perciò l’entrata è gratuita”, spiega la direttrice Corinne Gossauer-Peroz, guidandoci con entusiasmo alla scoperta delle esposizioni. Il museo ne propone due: una permanente, l’altra temporanea.

Attraverso pannelli informativi, documenti, uniformi, strumenti musicali e oggetti vari, la mostra permanente spiega i valori, ritraccia la storia e illustra le attività dell’ES, dalle radici ai tempi recenti. In un ambiente intimo, i visitatori seguono il percorso ad ostacoli dell’ES in Svizzera. Documenti esposti nel museo testimoniano anche degli anni bui in cui l’ES fu perseguitato e bandito dalla Svizzera.

Il disegno e la pittura come testimonianze di fede

Incentrata su un tema specifico dell’ES è invece l’esposizione temporanea, che dura un anno. Fino alla fine di febbraio 2012 è visibile la mostra intitolata “L’Esercito della Salvezza dipinto dai salutisti”, composta di una quarantina di opere di epoche e stili diversi. Il denominatore comune è la volontà di comunicare la fede attraverso il disegno o la pittura.

Appassionata di arte e di cultura, Corinne Gossauer-Peroz con questa mostra ha voluto far penetrare il pubblico nel mondo dei salutisti da “una porta d’entrata diversa”. Infatti, le arti visive solitamente “non hanno grande spazio nell’Esercito della Salvezza, che è invece conosciuto per la musica”.

Ad eccezione di cinque opere contemporanee – tre di Dora Rinderknecht realizzate appositamente per la mostra e due dipinti di Arthur Sollberger ­, tutti i lavori esposti provengono dagli archivi dell’ES, dei quali è responsabile Corinne Gossauer-Peroz.

“Quando ho scoperto la ricchezza degli archivi, per me è stato subito evidente che occorreva mettere qualche tela alla portata del pubblico”, racconta. Così, dopo essere stati riposti in scaffali per anni, manifesti di Werner Kohler e di Oskar Tschanz, pitture ad olio di Herbert Poletti, disegni a china di Kaspar Tenger, fumetti di James Moss e illustrazioni di Hanna Zäslin ora offrono al pubblico una visione artistica dei valori e delle attività dei salutisti.

Il fascino dei gradi

Caratteristica del Museo dell’ES, i visitatori possono chiedere spiegazioni alla direttrice. “Per noi è importante accogliere: perciò siamo sempre a disposizione per rispondere alle domande”, dice Corinne Gossauer-Peroz, che ha il grado di maggiore nell’ES.

Proprio sui gradi dell’ES i visitatori pongono sovente delle domande, rivela divertita la direttrice. “I gradi affascinano la gente. Soprattutto gli uomini sono curiosi di sapere quali sono e come funzionano. Diversamente dai veri eserciti, in quello della Salvezza i gradi non si acquisiscono con delle formazioni, ma sono dati in funzione degli anni di servizio. E dopo un certo livello i gradi cambiano in funzione delle responsabilità”.

La frequenza di queste domande ha indotto la direttrice ad allestire una mostra dedicata a questo tema. La prossima esposizione temporanea, che sarà inaugurata il 16 marzo 2012 in occasione della Notte dei musei a Berna, s’intitolerà “A cosa serve un generale?”, preannuncia  Corinne Gossauer-Peroz. “Presenteremo le biografie, le citazioni, il lavoro dei 19 generali dell’ES”. Un nuovo motivo per visitare il museo.

Movimento religioso protestante fondato a Londra nel 1865 da William e Catherine Booth-Mumford, fu denominato Esercito della Salvezza dal 1878.

In Svizzera Arthur Clibborn, genero dei fondatori, iniziò l’opera di evangelizzazione dapprima a Ginevra nel 1882, poi nei cantoni di Neuchâtel e di Vaud e a La Neuveville nel 1883.

Gli esordi del movimento furono ostacolati da angherie, divieti, violenze fisiche, espulsioni e incarcerazioni legate all’intolleranza religiosa dell’epoca.

L’Esercito della Salvezza rimase illegale fino al suo riconoscimento come associazione religiosa nel 1889 da parte del Tribunale federale, che abrogò i decreti cantonali d’eccezione nel 1894.

Nel 1923 venne creata la Ligue du Foyer (Lega del focolare), la sua organizzazione femminile.

Dipendente in origine dal quartiere generale di Parigi, la Svizzera divenne territorio autonomo nel 1901 (territorio Svizzera-Austria dal 1947, Svizzera-Austria-Ungheria a partire dagli anni 1990-2000), con quartiere generale nazionale a Berna.

Radicato nei cantoni di tradizione protestante, essenzialmente in centri urbani, l’Esercito della Salvezza svolge un’importante opera sociale a favore degli emarginati. Fa parte del Consiglio ecumenico delle Chiese e riconosce la validità del ministero delle altre Chiese.

Fonte: Dizionario storico della Svizzera

L’Esercito della Salvezza (ES) è presente in 124 paesi dei cinque continenti. Nel mondo vi sono circa 2,5 milioni di salutisti.

L’ES in Svizzera, Austria e Ungheria conta: quasi 3’900 membri, oltre 1’800 collaboratori, 231 ufficiali in pensione.

In Svizzera vi sono 57 avamposti (parrocchie salutiste locali). Le attività dell’ES sono suddivise in quattro sezioni: opera di evangelizzazione, opera sociale, aiuto ai rifugiati, negozi di rigattieri.

Situato alla Laupenstrasse 5, a due passi dalla stazione ferroviaria centrale, a Berna, il Museo dell’ES registra circa un migliaio di entrate (gratuite) all’anno. Tra i visitatori, non di rado vi sono ricercatori che utilizzano anche il materiale d’archivio dell’ES per lavori di ricerca.

Aperto dal martedì al giovedì dalle 09:00 alle 12:00 e dalle 14:00 alle 17:00 e il secondo sabato di ogni mese, può anche essere visitato in altri momenti su appuntamento.

Berna

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