La lotta al razzismo avanza, anche se…
La Commissione europea contro il razzismo e l'intolleranza (ECRI) del Consiglio d'Europa ha riconosciuto i progressi effettuati in Svizzera. È però preoccupata per l'inasprimento dei toni politici.
Nella lotta al razzismo e all’intolleranza la Svizzera ha compiuto passi avanti dal 2004. Con la nuova legge sugli stranieri entrata in vigore nel 2008, sottolinea il rapporto dell’ECRI, le autorità creano le condizioni favorevoli all’integrazione.
La Svizzera, oggetto di studio ogni cinque anni come tutti i membri del Consiglio d’Europa, può però fare meglio.
L’organo del Consiglio d’Europa rileva casi di discriminazione diretta sul lavoro, nell’accesso all’alloggio, ai beni e servizi (ad esempio l’assicurazione per l’automobile) e nel corso delle procedure di naturalizzazione per via democratica.
Ad inquietare più in generale la commissione è l’inasprimento del clima politico. Il dito è puntato chiaramente contro l’Unione democratica di centro (UDC), un partito che secondo l’ECRI utilizza «toni razzisti e xenofobi contro i non residenti, i musulmani e altri gruppi minoritari», precisa il rapporto.
Per la segretaria generale supplente dell’UDC, Silvia Bär, si tratta di una valutazione «parziale e ridicola». Le cause della xenofobia, ha detto, non sono legate ai discorsi definiti “razzisti” dell’UDC, ma alle cattive esperienze fornite dai criminali stranieri.
La Commissione federale contro il razzismo condivide al contrario gran parte delle conclusioni del rapporto.
swissinfo.ch e agenzie

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