
Niente indagine svizzera su strage Vaticano
La magistratura ginevrina non aprirà un'indagine sulle circostanze della strage fra le Guardie svizzere avvenuta in Vaticano nel 1998. Lo ha stabilito la Corte suprema elvetica.
Il Tribunale federale ha respinto il ricorso della madre del protagonista della vicenda, il vicecaporale Cédric Tornay. La donna contestava una precedente decisione della giustizia di Ginevra.
La ricorrente metteva in dubbio la versione ufficiale, secondo cui il figlio avrebbe ucciso il comandante Aloïs Estermann e la moglie per vendicarsi del proprio superiore e si sarebbe quindi suicidato. Convinta che il giovane sottufficiale fosse eliminato perchè diventato un testimone “scomodo”, la donna si era rivolta alla magistratura ginevrina, chiedendole di aprire una nuova indagine per omicidio.
La richiesta è stata rifiutata successivamente dal procuratore generale Daniel Zappelli e dalla Camera d’accusa di Ginevra perchè – a loro modo di vedere – gli avvenimenti del 4 maggio 1998 non presentano alcun legame con la Svizzera e più particolarmente con Ginevra.
Nella sentenza pubblicata mercoledì, i giudici federali confermano tale punto di vista e rammentano il principio di territorialità, secondo cui un atto dev’essere perseguito sul luogo nel quale è stato commesso.
swissinfo.ch e agenzie

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