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Un angelo nel centro di Zurigo

Angeli ricamati su un indumento ecclesiastico esposto al Museo dei tessili di San Gallo Keystone

«Avete già visto un angelo? In quali circostanze? Questa visione vi ha cambiato la vita?». Un libro presenta i racconti di chi ha incontrato i messaggeri del Paradiso. A volte nei luoghi più impensati.

Per oltre 20 anni, il pastore Peter Schulthess ha pubblicato annunci sui giornali svizzeri per scoprire se gli angeli continuano ad essere presenti anche nella società laica di oggi.

Le risposte ricevute, e la sua personale esperienza, lo hanno convinto: gli angeli esistono. Nella sua parrocchia di Pfäffikon, nel canton Zurigo, il pastore ci parla del suo nuovo libro, nel quale vengono narrate storie di persone ordinarie che credono che le loro vite siano state segnate dagli angeli.

Wie Engel Begleiten (“Accompagnati dagli angeli”) tenta di individuare dei parallelismi tra le esperienze della gente moderna e i racconti di manifestazioni angeliche riportati dalla Bibbia.

Il libro narra di salvataggi in extremis, di avvertimenti, di parole di conforto e di visioni di ali spiegate. Racconta però anche di angeli dalle sembianze umane: persone che si trovano nel posto giusto e al momento giusto per aiutare gli altri.

swissinfo.ch: Alcune settimane fa un automobilista è rimasto illeso dopo che un sasso di 40 kg è caduto attraverso il parabrezza. Secondo i giornali è stato salvato da un angelo custode. Lei cosa ne dice?

Peter Schulthess: La Bibbia ci dice che tutti abbiamo il nostro angelo. Li chiamiamo “angeli custodi”, sebbene non sempre ci proteggano. Preferisco quindi dire che nel corso della nostra vita siamo accompagnati da angeli che ci possono proteggere o meno, a dipendenza della volontà di Dio.

swissinfo.ch: E se l’azione degli angeli fosse soltanto… pura fortuna?

P.S.: Certo, può essere vista come fortuna. È una questione di interpretazione, o di fede. Se qualcuno crede che Dio sia sempre al proprio fianco, ringrazierà il Signore di averlo salvato dopo un incidente, anche se invece è stata la fortuna.

swissinfo.ch: Da come descrive l’attività degli angeli nel suo libro, si direbbe che non offrano soltanto protezione…

P.S.: È un punto molto importante: penso che il compito principale degli angeli sia di metterci in contatto con le nostre fonti, le nostre origini, Dio e di insegnarci a vivere con amore.

swissinfo.ch: Perché alcune persone hanno già avuto esperienze con gli angeli e altre no? È una questione di fede?

P.S: Assolutamente no. Dipende dall’attitudine delle persone e dalla loro apertura a interpretare le loro esperienze in questo modo. Credo comunque che tutti, nella loro vita, abbiano avuto a che fare con gli angeli.

swissinfo.ch: Le storie che ha raccolto sono molto diverse. Alcuni parlano di angeli dalle sembianze umane, altri di esseri del Paradiso con ali spiegate. C’è chi descrive gli angeli come una luce. Come spiegare queste differenze?

P.S.: Credo che il Paradiso abbia vari modi di comunicare all’uomo. Lo stesso vale per le persone: alcuni scrivono lettere, altri sms o e-mail. Il Paradiso comunica con l’essere umano nei modi che possiamo riconoscere o capire meglio.

swissinfo.ch: Lei crede in tutte le storie che le hanno raccontato?

P.S.: Credo che le persone mi raccontino eventi realmente accaduti. Non dico che interpreto necessariamente questi avvenimenti nel loro stesso modo, ma non li giudico.

L’aspetto importante è che in quasi tutti i casi gli eventi descritti hanno cambiato il corso della vita. La vita non è più quella di prima. Segnano una sorta di svolta.

swissinfo.ch: Qual è la sua storia preferita?

P.S: Quella del ragazzo con la giacca blu alla stazione di Zurigo. Apparso dal nulla, ha accompagnato un cieco sul treno senza dire una parola, prima di sparire. Trovo fantastico pensare che ci siano angeli nel centro di Zurigo, nel mezzo della stazione ferroviaria. Non so se sia trattato effettivamente di un angelo, ma la storia è molto toccante.

swissinfo.ch: Lei descrive anche le sue esperienze con gli angeli. Come hanno cambiato la sua vita?

P.S.: La prima manifestazione, nell’epoca in cui ero appena diventato pastore, è stata decisiva per la mia vocazione. Ero molto disilluso e abbattuto, siccome i miei interventi sul cristianesimo non sembravano suscitare molto interesse. Era come sbattere contro un muro.

Stavo quasi per ritornare alla mia precedente professione di responsabile della logistica. Poi, durante una preghiera, mi è apparsa un’immagine della chiesa in cui predico circondato da angeli. Quest’esperienza mi ha incoraggiato molto e ha aperto i miei occhi agli angeli.

swissinfo.ch: Lei sostiene che questa vita è una sorta di “istruzione angelica”. Cosa intende esattamente?

P.S.: Significa che stiamo imparando a vivere come angeli, in pace, con amore e gioia, in modo altruista, indulgente e trattando bene gli altri. La scuola angelica è una scuola molto impegnativa, che cambia il nostro carattere. In passato mi chiedevo come potevamo essere una cosa qui e qualcos’altro in Paradiso. Ora penso che dobbiamo impararlo.

swissinfo.ch: Quindi dopo la morte diventeremo degli angeli?

P.S.: È molto probabile, sebbene si tratti di una teoria controversa nel mondo teologico. È possibile che un tempo eravamo angeli: siamo poi stati separati da Dio ed ora siamo sulla via che ci riporterà al Signore. È soltanto una teoria, ma secondo me sensata.

Morven McLean, swissinfo.ch
(traduzione e adattamento di Luigi Jorio)

Ala protettiva

Un uomo stava facendo un’escursione nella Foresta nera assieme alla moglie, sulla sedia a rotelle, e a una persona anziana.

L’idea era di salire sulla cima del Feldberg con la funivia. Il tempo era sereno e dalla vetta si poteva ammirare uno splendido panorama che si estende fino alle Alpi svizzere.

Improvvisamente è scoppiata una tempesta, con fulmini che cadevano da ogni parte.

La donna racconta: «Ho guardato mio marito e con immenso stupore ho visto un enorme angelo con un’ala spiegata sopra di noi. La sua ala ci copriva completamente».

Dopo un attimo la funivia si è rimessa in funzione e la gente ha potuto far ritorno alla stazione di partenza. Durante la discesa hanno visto ombrelloni e tavoli ribaltati dal temporale.

«Nonostante la pioggia intensa i nostri vestiti erano praticamente asciutti», rammenta la donna. «Ci siamo guardati in faccia senza trovare una spiegazione».

Angelo sul bus

Una ragazza ventenne stava viaggiando su un bus di Winterthur. Era incinta di un uomo sposato che le aveva chiesto di abortire, contro il suo volere. Era chiaro che avrebbe dovuto crescere il bambino da sola.

«Ero disperata e triste, senza più forze (…) Il bus si è fermato e a bordo è salito un uomo anziano, piuttosto trasandato. Puzzava di alcol ed il suo naso era rosso. Mi ha guardato e mettendomi una mano sul ventre mi ha detto: “Sarai una buona mamma”. Poi è sceso alla fermata successiva».

«Devo precisare che ero all’inizio della gravidanza e quindi non si vedeva ancora nulla. Quest’incontro mi ha confortata molto e mi ha convinto che con il sostegno dei miei genitori e amici sarei stata una buona madre. Mia figlia ha ora 15 anni e sono ancora grata all’angelo per essere comparso in quel periodo così difficile».

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