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Trump attacca l’Iran e apre al cambio di regime

Keystone-SDA

Il giorno dopo l'attacco sui tre siti nucleari iraniani di Fordow, Natanz ed Esfahan, il presidente statunitense Donald Trump ha aperto per la prima volta al cambio di regime a Teheran.

(Keystone-ATS) “Non è politicamente corretto usare il termine ‘cambio di regime’ ma se l’attuale regime iraniano non è in grado di rendere l’Iran di nuovo grande, perché non dovrebbe esserci un cambio di regime??? Miga!!!”, ha scritto parafrasando Make America Great Again in Make Iran Great Again.

“Tutti i siti nucleari in Iran hanno subito danni monumentali, come mostrato dalle immagini satellitari. Annientamento è un termine esatto!”, ha scritto Trump su Truth, aggiungendo che “la struttura bianca mostrata è incastonata profondamente nella roccia, con il tetto ben al di sotto del livello del terreno, e completamente protetto dal fuoco. I danni maggiori si sono verificati ben al di sotto del livello del suolo. Centro!!!”.

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Intanto durante il consiglio di sicurezza dell’Onu, l’ambasciatore iraniano ha accusato gli Stati Uniti di aver lanciato una “guerra con pretesti assurdi e inventati”. Funzionari militari e dell’intelligence americani hanno infine rilevato segnali secondo cui milizie sostenute dall’Iran si stanno preparando ad attaccare le basi statunitensi in Iraq, e forse in Siria.

Nel frattempo sono continuati gli scambi di attacchi missilistici tra Iran e Israele: ieri sera la Forza di difesa israeliana (Idf) ha annunciato di aver lanciato un attacco con 20 caccia contro obiettivi militari di Teheran precisando di aver colpito “siti di stoccaggio e infrastrutture di lancio di missili” diretti contro Israele, “nonché satelliti militari e siti radar utilizzati per la creazione di una valutazione di intelligence aerea a Kermanshah e Hamedan, nell’Iran occidentale”. Teheran denuncia la morte di tre persone che sarebbero state uccise dopo che un’ambulanza è stata centrata da un attacco israeliano. Nella notte sirene d’allarme sono risuonate nel centro di Israele, con i cittadini che hanno raggiunto i rifugi. Un missile dall’Iran è stato intercettato.

Prezzi del petrolio in salita del 4% in Asia

La situazione desta preoccupazione per l’instabilità di approvvigionamenti. Le quotazioni del greggio sui mercati asiatici sono salite di oltre il 4%, con gli investitori che guardano ad un ulteriore inasprimento del conflitto in Medio Oriente, e la possibile chiusura dello Stretto di Hormuz – che collega il Golfo Persico con l’oceano indiano, dal quale transita oltre il 20% del petrolio a livello mondiale. I prezzi sono schizzati nei primi scambi lunedì, dopo la decisione degli Stati Uniti di sostenere Israele con il bombardamento dei siti nucleari iraniani. Il Brent sul mercato di Londra, e il principale contratto statunitense WTI in poco tempo hanno raggiunto i massimi livelli da gennaio, per poi ridurre i guadagni, rispettivamente del 2,4%, a 77,50 dollari al barile, e del 2,5%, poco sotto i 76 dollari.

Rinviata partenza di Trump per vertice Nato

Intanto Trump, probabilmente per la situazione in Iran, rinvia la partenza per il vertice Nato di Amsterdam. La Casa Bianca aveva annunciato la sua partenza per oggi ma nel programma di lunedì risulta solo una riunione con il Consiglio per la sicurezza nazionale, alle 13 locali (le 19 in Svizzera). Citando fonti della West Wing, alcuni media, tra cui NewsNation, hanno riferito che il tycoon partirà martedì per il summit dell’Alleanza, in programma il 24 e il 25 giugno.

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