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Haiti: elezioni; incidenti e brogli, chiesto annullamento

Questo contenuto è stato pubblicato il 28 novembre 2010 - 22:52 minuti
(Keystone-ATS)

PORT-AU-PRINCE - Non è filata liscia la giornata elettorale di oggi a Haiti, isola caraibica afflitta da una povertà endemica, colpita a gennaio da un terremoto che ha fatto 300'000 morti da qualche mese alle prese con un'epidemia di colera. Dodici dei 19 candidati alle presidenziali tenute oggi chiedono l'annullamento del voto denunciando brogli. Numerosi incidenti hanno segnato la giornata elettorale; varie persone sono rimaste ferite e due seggi sono stati saccheggiati.
Mirlande Manigat e Michel Martelly, rispettivamente prima e terzo nei sondaggi elettorali, e altri candidati meno significativi si sono uniti in una dichiarazione comune per denunciare "un complotto del governo (del presidente Renè Preval, ndr) e del Consiglio elettorale provvisorio per ribaltare il risultato del voto a favore del candidato del partito al potere, Jude Celestin". "Non si può nemmeno parlare di frodi, è un vero e proprio sequestro delle elezioni", ha detto Patrice Dumpond, portavoce della Manigat.
Secondo voci che circolano in modo insistente, vi sarebbe un scontro tra gli osservatori internazionali, e in particolare quelli dell'Organizzazione degli Stati Americani, che di fatto avrebbero constatato gravi irregolarità, e il vertice del Minustah (il corpo di pace dell'Onu) guidato da Edmond Mulet, che tende invece a minimizzare i problemi e a considerare regolari le operazioni di voto.
Durante la giornata, lo stesso Mulet si era affrettato a definire "tranquilla e pacifica" la situazione, con appena "incidenti minori". Tra questi "incidenti minori", ci sarebbe la distruzione completa di due seggi elettorali nella capitale e a Desdunes, dove le truppe internazionali hanno dovuto sparare in aria per disperdere una folla minacciosa, fomentata da agitatori armati di machete. A Desdunes in particolare, sono dovuti intervenire numerosi blindati delle truppe brasiliane per evitare che i disordini si trasformassero in sommossa. Una ventina di persone sono rimaste ferite.
"La volontà del popolo sarà comunque rispettata - ha insistito Mulet - Ci sono solo piccoli problemi amministrativi".
Gli scrutini dureranno comunque vari giorni, un tempo sufficiente perché la comunità internazionale decida se queste elezioni possono essere considerate valide, anche perché difficilmente farne realizzare altre cambierebbe la situazione.

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