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Italia vuole pattugliamenti coste Nordafrica, Tunisia irritata

Questo contenuto è stato pubblicato il 14 febbraio 2011 - 09:51
(Keystone-ATS)

"Finora il meccanismo" dei pattugliamenti delle coste nordafricane "ha funzionato e vogliamo ripristinare quel meccanismo che fino ad un mese fa aveva portato a zero l'immigrazione clandestina". Lo ha affermato a Damasco il ministro degli esteri italiano Franco Frattini, che stasera incontrerà a Tunisi il primo ministro tunisino Mohammed Gannouchi.

La Tunisia ha però intanto respinto "qualunque ingerenza nei suoi affari interni" in reazione all'ipotesi dell'Italia di dispiegare forze di polizia per contenere il flusso di immigrazione clandestina verso l'Europa. Le autorità di transizione della Tunisia si sono dette comunque "pronte a cooperare" con gli altri paesi.

Il Ministro dell'Interno italiano, Roberto Maroni ha parlato ieri di "un esodo biblico, come non se ne sono mai visti" dalla Tunisia, ma che potrebbe verificarsi anche dall'Egitto e dall'Algeria. "Un esodo biblico" di fronte al quale "siamo soli", perché "l'Europa non sta facendo nulla", ha aggiunto Maroni.

La reazione dell'Unione europea non si è fatta attendere: "La Commissione è in stretto contatto con le autorità italiane, pronta ad aiutare il paese", ha fatto sapere il portavoce della commissaria agli Affari interni, Cecilia Malmstrom.

Sono attualmente 2.150 gli extracomunitari ospitati nel centro di accoglienza di Lampedusa, riaperto ieri per far fronte all'emergenza umanitaria, ha indicato Cono Galipò, responsabile di "Lampedusa accoglienza", la cooperativa che gestisce il centro.

Si tratta di quasi tutti gli immigrati presenti sull'isola, esclusi circa 150 che si trovano presso vari siti dell'isola e 35 persone - componenti di nuclei familiari, con donne e bambini - sistemate in un albergo.

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