UDC: poco spazio per le voci dissenzienti, Adolf Ogi isolato
(Keystone-ATS) C’è poco spazio per le voci dissenzienti all’interno dell’Unione democratica di centro (UDC) e, se qualcuno osa alzare la testa, rischia di essere marginalizzato. È l’analisi del politologo Georg Lutz, attivo all’Università di Losanna, all’indomani dell’appello lanciato ai “democentristi ragionevoli” sulla stampa domenicale dall’ex consigliere federale Adolf Ogi affinché si battano contro la politica del vicepresidente Christoph Blocher e le ultime iniziative popolari.
L’ex consigliere federale Ogi, bernese, ha chiesto ai membri del suo partito di resistere agli ultimi progetti dell’ex ministro di giustizia e polizia Blocher. La classica goccia che ha fatto traboccare il vaso sono le due recenti iniziative popolari con cui il partito vorrebbe inasprire ulteriormente il diritto di asilo e subordinare il diritto internazionale alla Costituzione federale.
Per Lutz, nonostante l’appello accorato di Ogi, le voci critiche in seno all’UDC che osano contrapporsi pubblicamente alla linea interna del partito sono diventate merce rara. “È da molto tempo – ha detto Georg Lutz all’ats – che non sento un politico in carica UDC, sia che sieda al Nazionale o agli Stati, criticare la linea del partito”. Verso l’esterno, l’UDC vuole trasmettere un’immagine di unità. Ciò che decidono i vertici, viene accettato.
Tale atteggiamento, per il ricercatore, si palesa nelle reazioni di due politici citati da Ogi nell’intervista alla “SonntagsZeitung” quali possibili rappresentanti di una fronda interna. Né il consigliere nazionale bernese Albert Rösti né il il “senatore” turgoviese Roland Eberle vedono un motivo per rivoltarsi contro le recenti iniziative.
Il presidente del Consiglio degli Stati Hannes Germann (UDC/SH) ha mostrato un po’ più di coraggio. Interpellato dall’ats ha criticato l’uso strumentale fatto delle iniziative popolari per profilarsi. Se le iniziative diventano parte integrante della politica partitica, si rischia di mettere in discussione l’intero sistema politico.
“Il parlamento è votato per svolgere il lavoro politico su incarico del popolo, non viceversa”, sostiene il “senatore” sciaffusano. Germann afferma di comprendere l’appello di Adolf Ogi, ma precisa anche che avrebbe voluto essere contattato personalmente, piuttosto che dover leggere su un giornale di essere considerato “un democentrista ragionevole” da Ogi.
Germann spezza una lancia per il dialogo. L’UDC deve assumersi la responsabilità di governare. Nei partiti è giusto litigare per trovare giuste soluzioni. Ciò vale anche per i democentristi, ha dichiarato.
A detta di Lutz, la fronda interna all’UDC contraria alla linea zurighese si è ritrovata nel Partito borghese democratico. “Da quando c’è questa formazione, l’ala liberale è scomparsa all’interno dei democentristi”, spiega. Chi non ha fatto questo passo oggi siede ai margini, sostiene il politologo. Il vecchio fossato tra gli esponenti moderati dell’ala bernese dell’UDC e gli influenti zurighesi non esiste più.
Per Lutz, la forza di Blocher sta nel sostegno attribuitogli dalla base, che lo considera una figura di riferimento. Oltre ad aver fatto molto per il partito, Blocher è anche il più importante finanziatore che appiana i debiti dell’UDC. “Si tratta di una situazione unica nel panorama partitico elvetico che dà all’UDC un importante spazio di manovra. “Tale situazione fa sì che nessuno osi rivoltarsi contro l’imprenditore zurighese”, sottolinea il ricercatore.