Upi: zone a 30 km/h riducono incidenti stradali gravi del 38%
(Keystone-ATS) L’introduzione di zone limitate a 30 km/h sulle strade svizzere ha contribuito a ridurre del 38% in media il numero di feriti gravi. È quanto mostra uno studio inedito dell’Ufficio prevenzione infortuni (Upi).
L’Upi ha infatti potuto valutare per la prima volta quasi 600 singole misure infrastrutturali che hanno avuto un impatto positivo sulla sicurezza stradale. Dall’analisi emerge che “gli incidenti gravi sono diminuiti in media del 38% nelle zone 30 di nuova realizzazione”, precisa una nota odierna.
“Il risultato dimostra l’enorme potenziale delle zone con il limite di velocità massimo di 30 km/h in materia di riduzione del numero delle vittime”, ha aggiunto l’Upi. Quest’ultimo si dice favorevole a un cambiamento di paradigma nella pianificazione del traffico. A suo avviso, il limite di velocità massimo di 30 km all’ora deve essere introdotto ovunque la sicurezza stradale lo esige: sulle strade di quartiere come anche sui tratti di strada destinati alla circolazione generale.
Rotonde e corsie ciclabili
Anche la riconfigurazione di intersezioni ed entrate nelle rotonde nonché le frecce direttrici nelle curve comportano una sensibile diminuzione degli incidenti (-63%), stando allo studio dell’Upi. Con la soppressione delle strisce mediane e la segnaletica delle corsie ciclabili gli effetti sono ancora maggiori: i dati mostrano che, a seconda del modello, il numero d’incidenti gravi scende da un minimo del 73% fino a un massimo del 78%.
Per il suo studio, l’Upi si è basato sulla piattaforma VAMIS (Valutazione di misure relative all’infrastruttura stradale) lanciata nel 2014. Attualmente su VAMIS sono registrate 2500 misure realizzate in tutta la Svizzera ripartite su un totale di 28 generi. Per sette di questi è attualmente disponibile una valutazione attendibile della loro efficacia, precisa ancora la nota.