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USA: boom funerali on-line, quando cordoglio va sul web

(Keystone-ATS) Funerali in streaming, da seguire sul proprio computer, fisso o portatile, come se fossero film o partite di calcio. Negli Stati Uniti non è più una stranezza un po’ macabra da maniaci di internet ma una realtà. Così, quello delle esequie on-line, è diventato un fenomeno in piena espansione, tanto da conquistare la prima pagina del New York Times.

Del resto era inevitabile. Il giornale, un po’ sconsolato, ricorda che ormai siamo in un’era in cui sempre più persone celebrano i propri compleanni su Facebook o su Twitter, dove insomma la rete ha spesso sostituito il contatto fisico. Per cui era scontato che prima o poi anche l’estremo commiato a un proprio caro finisse per essere trasmesso dalle web-cam. Il rischio è quello di trasformare un momento così familiare e intimo in una sorta di tv-show.

D’altro canto, tanti anziani, magari con gravi problemi di mobilità, potranno essere “vicini”, seppure attraverso lo schermo di un PC, ai loro cari. Per non parlare dei funerali difficili da raggiungere per motivi climatici, in zone colpite dal maltempo.

Certamente è un tema complesso che è destinato a far discutere sociologi e uomini di fede. Ma qui, la pragmatica America, ha già risposto, sancendo il successo di questo tipo di funerali. Moltissime aziende di software hanno messo infatti sul mercato programmi facili da usare per tutte le pompe funebri che vogliano offrire anche questo servizio. E le vendite vanno a gonfie vele. Il costo varia tra i 100 e i 300 dollari.

Se la famiglia vuole mantenere la privacy sull’evento è possibile inviare ai propri amici e parenti una mail con una password. Tuttavia, sembra che nel 93% dei casi, queste trasmissioni in streaming non sono “protette”. Un’agenzia funebre del Michigan, la FuneralOne, nel 2010 ha già organizzato 1053 cerimonie on-line, nel 2008 erano state solo 126. Stessa storia in California, dove negli ultimi tempi sono andati in streaming ben 300 esequie.

Alcune di queste sono diventati piccoli eventi. Lo scorso 11 gennaio, oltre 7000 persone si sono collegate sul web per dare l’estremo saluto a Debbie Friedman, una famosa cantante che unì la musica folk alla tradizione ebraica. E addirittura, nei giorni seguenti, grazie a Ustream, un service di video sul web, oltre 20’000 persone hanno pagato per rivedere quella cerimonia. In questo modo, un funerale, può essere in teoria comprato ‘on-demand’ e visto e rivisto ogni volta che uno vuole, appunto come un film o un concerto rock.

E in teoria uno può fare i soldi con il dolore del caro estinto in una sorta di compravendita delle emozioni che mette i brividi. “Viviamo nella società di Youtube. La gente vive on-line molto più di prima, e tutto ciò ne è la conseguenza”, commenta secco Joseph Joachim, fondatore della FuneralOne.

Ma a volte, al di là degli eccessi, funerali di questo tipo hanno dato grande sollievo ai parenti del defunto. È il caso di William Uzenski, padre di Nicholas, un giovane Marine caduto in Afghanistan, ex Marine anche lui, che ha deciso di mandare i funerali del figlio on-line in modo da permettere ai suoi commilitoni rientrati in patria o ancora in guerra di condividere on-line il suo dolore. I funerali di Nicholas sono stati seguiti da centinaia di persone in oltre 80 città e 4 nazioni, tra cui appunto l’Afghanistan. “Ho ricevuto migliaia di mail di ringraziamento che mi hanno dato grande sollievo”, ha commentato il padre dopo il funerale.

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