Ex berretti gialli per la nuova legge militare e comitato anti-Nato

Posizioni divergenti sulla revisione della legge sull'esercito, in votazione il 10 giugno. Il comitato svizzero degli ex osservatori militari, dei berretti gialli e dei membri della Swisscoy raccomanda al popolo di sostenere la revisione. All'opposto un comitato sostenuto dal consigliere nazionale UDC zurighese Ulrich Schlüer, rende attenti da un'adesione alla NATO.
Ma iniziamo dagli ex membri della Swisscoy. La collaborazione nel campo dell’istruzione con le forze armate di altri Paesi permette ai militi svizzeri di acquisire esperienza a livello internazionale, è stato detto giovedì durante una conferenza stampa a Zurigo. In ambito economico nessuno oserebbe mettere in dubbio il valore di una formazione internazionale, ha indicato un ex osservatore dell’ONU nelle repubbliche caucasiche. Per un’azienda o per una squadra di calcio le esperienze all’estero sono essenziali.
Il comitato ha anche sottolineato la necessità di poter impiegare soldati armati, definendo diffamatoria la campagna di opposizione. «È una questione d’onore», ha dichiarato un ex berretto giallo: gli svizzeri saranno trattati alla stregua dei loro colleghi stranieri e il loro impegno ne uscirà valorizzato.
Regioni in guerra è un passo ulteriore in favore della pace. Le missioni vanno a beneficio sia delle organizzazioni umanitarie che della popolazione civile, ha concluso un ex membro di Swisscoy.
Secondo il comitato la presenza di soldati svizzeri nelle regioni in guerra è un passo ulteriore in favore della pace. Le missioni vanno a beneficio sia delle organizzazioni umanitarie che della popolazione civile, ha concluso un ex membro di Swisscoy.
Per quanto riguarda invece il comitato diretto dal consigliere nazionale UDC zurighese Ulrich Schlüer, va detto che è convinto che l’adozione della revisione della legge militare rappresenta la premessa per un’annessione pura e semplice dell’esercito svizzero alla NATO.
Invitando a respingere la revisione il 10 giugno prossimo, Schlüer ha dichiarato giovedì a Berna che non sarà possibile limitare gli impieghi delle truppe svizzere all’estero alla sola promozione della pace. A suo modo di vedere, il Consiglio federale mira a rendere l’esercito svizzero compatibile con la struttura militare della NATO ancor prima dell’attuazione della riforma dell’esercito in corso.
A detta di Ulrich Schlüer, il comitato «No all’annessione alla NATO» conta quasi 300 membri. Il comitato è convinto che già sin d’ora si sta adattando l’esercito svizzero alle norme dell’Alleanza atlantica, facendogli perdere la propria indipendenza. Il 10 giugno non si tratterà di decidere l’adesione alla NATO, bensì un vero e proprio «Anschluss», ha ancora sostenuto Schlüer.
swissinfo e agenzie

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