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Nuovo allentamento delle sanzioni svizzere contro la Jugoslavia

Per la Svizzera, la Jugoslavia è diventata un «membro normale della comunità internazionale» Keystone

Allentamento delle sanzioni svizzere contro Belgrado. Sulla scia dell'Unione europea anche il Consiglio federale ha deciso lunedì di revocare il congelamento degli averi del governo jugoslavo. Rimangono in vigore le misure contro il clan Milosevic.

Il provvedimento, adottato nella scia della decisione analoga presa dall’Unione europea, concerne anche gli averi appartenenti alle società controllate da questi due governi. Inoltre l’elenco delle persone i cui averi sono congelati è passato da 800 a 620 nomi.

Nella lista ripresa dall’Unione europea sono stati stralciati soprattutto nomi di militari, come ha reso noto Othmar Wyss del Segretariato di stato dell’economia (seco). La Svizzera aveva allargato all’inizio di ottobre l’elenco da 300 a 800 nomi, cosa che l’Unione europea aveva già fatto mesi prima.

Le sanzioni svizzere contro Belgrado erano state decretate il primo luglio del 1998. Berna aveva già annunciato lo scorso 10 ottobre la revoca delle principali sanzioni economiche, lasciando in vigore le misure contro l’ex presidente Slobodan Milosevic, i membri della sua famiglia ed alcune centinaia di personalità jugoslave. I conti di Milosevic, dei suoi dignitari, degli esponenti del suo governo e dei militari a lui vicini continueranno a restare bloccati. A tutti è stato imposto il divieto di entrare in Svizzera.

Le autorità elvetiche avevano bloccato all’inizio di ottobre oltre 100 milioni di franchi di proprietà jugoslave. L’allentamento delle sanzioni riguarda per circa il 95 percento persone giuridiche e la somma bloccata si riduce in proporzione analoga, ha indicato Wyss, che non ha tuttavia fornito cifre precise. Finora sono giunte a Berna una sessantina di annunci da parte di istituti finanziari riguardanti conti da bloccare. Wyss non ha voluto precisare di quali istituti si tratti.

Rimane in vigore anche la proibizione di esportare materiale bellico verso la Jugoslavia, mentre sono state revocate le disposizioni che impedivano gli investimenti e i crediti pubblici all’esportazione verso il Paese balcanico. La Svizzera, che ha anche annullato l’obbligo di annunciare i trasporti di prodotti petroliferi, si era allineata pure in ottobre alle posizioni espresse dall’Unione europea.

swissinfo e agenzie

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