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Accordi bilaterali: brusca frenata delle imprese ticinesi

Per le industrie ticinesi l'entrata in vigore degli Accordi bilaterali tra la Svizzera e l'Unione europea può diventare un'occasione di rilancio Keystone

Industria del Canton Ticino sotto pressione per le conseguenze della congiuntura economica e le difficoltà nel transito delle merci.

Il rallentamento dell’economia mondiale, la forza del franco che penalizza l’export e le difficoltà per il traffico merci attraverso il Gottardo, stanno mettendo a dura prova l’industria ticinese.

Indicatori economici in picchiata

L’ultimo rapporto dell’Associazione delle industrie ticinesi (AITI) segnalava che tutti gli indicatori economici del quarto trimestre 2001 puntavano verso il basso, mentre i primi tre mesi del nuovo anno non promettono niente di buono.

Era dal 1997 che le aziende non registravano una frenata così brusca. Per reggere la difficile situazione centinaia di imprese sono state costrette a ricorrere all’orario ridotto. Per la ripresa si guarda soprattutto all’imminente entrata in vigore dei trattati bilaterali tra Svizzera e Unione europea (UE).

Clima d’incertezza

Tra gli imprenditori regna grande incertezza ed i piani d’investimento vengono per il momento accantonati in attesa di tempi migliori. Si spera che la locomotiva americana si rimetta presto in moto, trainando nella ripresa anche l’Unione europea, sui cui mercati s’indirizza oltre il 70% delle esportazioni ticinesi.

A preoccupare le imprese del Canton Ticino sono attualmente soprattutto i ritardi ed i rallentamenti nel trasporto merci attraverso il San Gottardo, rallentamenti che rischiano di creare grossi problemi con clienti e fornitori degli altri Cantoni.

Timori e preoccupazioni che hanno trovato larga eco lunedì nell’assemblea annuale dell’AITI. Tema dominante dell’incontro gli accordi bilaterali con l’UE che entreranno in vigore a giugno. Per le industrie gli accordi significano facilitazioni nelle esportazioni e la possibilità di reperire più rapidamente la manodopera qualificata di cui hanno bisogno.

L’opportunità dei Bilaterali

L’importanza degli accordi con l’UE è stata sottolineata dal presidente dell’AITI Benedetto Bonaglia, il quale ha ricordato che le imprese ticinesi non hanno alternative: ” La nostra sopravvivenza è legata alla capacità di esportare. Il mercato interno è difatti troppo piccolo per assorbire le produzioni potenziali e offrire i necessari spazi di crescita”.

Bonaglia ha rimproverato anche il governo cantonale poiché si dà poco da fare per favorire, grazie ai Bilaterali, una più stretta cooperazione con le regioni del Nord Italia. “Nel Cantone – ha osservato – emerge sempre più la tentazione di erigere barriere per evitare che la concorrenza estera, soprattutto quella dell’Italia, venga a turbare gli equilibri di mercati protetti”.

Il presidente dell’AITI non ha risparmiato critiche al settore dell’edilizia che, con il ricorso ai tribunali, cerca di sbarrare la strada alle ditte italiane nei lavori pubblici. ” Ma fino a quando – si è domandato Bonaglia – si riuscirà ad arginare con questi metodi la pressione della concorrenza. Fino a quando i ticinesi saranno disposti a pagare costi che non hanno pari al mondo per lavori pubblici o privati, in ossequio alla protezione delle imprese locali”.

Il ruolo dello Stato

Sull’importanza dei trattati con l’UE si è anche soffermata con una lunga analisi la consigliera di Stato Marina Masoni, direttrice del Dipartimento economia e finanza. ” Per gli imprenditori – ha spiegato – ci sarà certamente più concorrenza, ma anche meno vincoli e burocrazia. Con un’economia di mercato un po’ più libera ci saranno maggiori opportunità di crescita accompagnate, però, da rischi supplementari”.

Il compito delle Stato, ha ribadito Marina Masoni, non è però quello di fare da “guardiano” ai Bilaterali, è piuttosto quello di promotore, per poter sfruttare le opportunità che offrono, evitando allo stesso tempo distorsioni ed abusi nella concorrenza. Per l’industria ticinese d’esportazione i Bilaterali, secondo la responsabile del Dipartimento cantonale ticinese dell’economia e della finanza, presentano quasi esclusivamente vantaggi.

A tal proposito ha citato il trattato sull’eliminazione degli ostacoli tecnici al commercio che, con il reciproco riconoscimento dei rapporti di prova e degli attestati conformi alle norme UE, renderà più rapide e meno costose le procedure per l’export. “Un vantaggio, ha precisato, che per le imprese ha lo stesso peso e valore di uno sgravio fiscale o di un contributo statale agli investimenti innovativi”.

Libero D’Agostino

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