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Alla ricerca di nuove strategie contro le falsificazioni

A Pechino i negozi che vendono articoli falsificati sono moneta corrente Keystone

Esplorare nuove strategie per porre un freno al crescente fenomeno delle contraffazioni e della pirateria: è l'obiettivo di una conferenza organizzata a Ginevra.

Il ministro della giustizia svizzero Christoph Blocher, che all’inizio di questo mese ha annunciato nuove misure per lottare contro questo problema, aprirà martedì il congresso di due giorni.

Il commercio illegale costa all’economia più di 100 miliardi di dollari l’anno (125 miliardi di franchi), secondo le stime più moderate dell’Organizzazione mondiale della proprietà intellettuale (OMPI), l’organismo specializzato dell’ONU con sede a Ginevra che organizza il congresso

All’economia svizzera, la falsificazione di prodotti di marca causa danni stimati a 2 miliardi di franchi. All’inizio di questo mese, il governo ha lanciato una campagna contro la pirateria, allo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sui rischi potenziali che si incorrono acquistando merci contraffatte.

“Oggi, quasi ogni prodotto sul mercato è un possibile bersaglio di contraffazioni, che a volte possono mettere in pericolo la salute e la sicurezza dell’acquirente e indeboliscono lo sviluppo economico”, sottolinea in un comunicato l’OMPI.

Quest’anno la conferenza, giunta alla terza edizione, si concentrerà sul tema “Sfide condivise – obiettivi comuni”. L’obiettivo è di migliorare la cooperazione e la coordinazione internazionale in materia di lotta alle falsificazioni.

Cina

La Cina è uno dei principali Stati sui quali sono puntati i riflettori. Secondo i dati dell’Unione Europea, l’84% dei beni sequestrati dalle autorità provengono dal paese asiatico. L’industria orologiera elvetica sottolinea dal canto suo che la Cina è il maggiore produttore di orologi falsi.

Felix Addor, responsabile dell’Istituto federale della proprietà intellettuale, spiega a swissinfo che questa situazione è dovuta in gran parte alla vastità del paese, senza dimenticare poi il fatto che la Cina è entrata solo di recente (nel 2001) a far parte dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC).

La proprietà intellettuale (IP) è stato uno dei punti chiave nel quadro delle discussioni per l’adesione della Cina all’OMC – osserva Addor – e Pechino deve ora raggiungere gli standard dell’OMC in materia di protezione dell’IP.

“Mettere in pratica tutte queste misure richiederà un certo lasso di tempo, in special modo in un paese così grande come la Cina”, sottolinea.

“Sono però convinto che la situazione migliorerà, non da ultimo perché l’economia cinese sta crescendo a passi da gigante ed è nell’interesse delle stesse aziende cinesi, in particolare quelle attive nel settore della ricerca e dello sviluppo, di proteggere meglio i loro diritti di IP”.

Commercio illegale

Secondo Addor, però, la lotta al commercio illegale non deve concentrarsi solo sugli Stati produttori di merci contraffatte.

Le nazioni industrializzate devono far ordine anche a casa loro, in particolare persuadendo i cittadini a non comperare questo tipo di prodotti e rafforzando i provvedimenti per evitare il transito di beni contraffatti.

Nella “classifica” dei paesi da cui provengono le merci falsificate che entrano nell’UE, la Svizzera occupa un indecoroso secondo posto dopo la Cina.

In Svizzera non vengono prodotti beni falsificati o piratati, ma il paese – spiega Felix Addor – è utilizzato come piattaforma di transito dai falsari. Un punto dolente, questo, sottolineato anche dal commissario europeo Lazlo Kovacs.

Il governo elvetico sta prendendo però dei provvedimenti per rafforzare i controlli alla frontiera e per inasprire le leggi sull’IP.

Ai partecipanti alla conferenza verrà pure chiesto di compiere maggiori sforzi per lottare contro il commercio di farmaci contraffatti, in piena espansione. Si stima che questo tipo di medicinali rappresenti più del 10% del mercato globale dei medicamenti.

I pazienti più esposti sono quelli dei paesi in via di sviluppo poiché i medicinali oggetto di contraffazione sono soprattutto quelli destinati a combattere malattie come la malaria, la tubercolosi e l’AIDS.

L’OMPI menziona a tal proposito le stime dell’Organizzazione mondiale della sanità, secondo la quale il 25% delle medicine consumate nei paesi in via di sviluppo sono falsificate.

swissinfo, Adam Beaumont, Ginevra
(traduzione di Daniele Mariani)

Ai margini della conferenza, dei rappresentanti delle multinazionali si sono riuniti lunedì a Ginevra per lanciare un appello ai governi per un “aiuto urgente” contro la pirateria e le contraffazioni.

Il gruppo “Business Action to Stop Counterfeiting and Piracy”, del quale fa parte Nestlé, il gigante svizzero dell’alimentare con sede a Vevey, ha criticato il lassismo dei governi.

La Cina e la Russia sono state accusate di essere dei paradisi per i contraffattori.

Secondo un’inchiesta della Camera internazionale di commercio, la Svizzera è uno dei paesi più attivi nella lotta contro le contraffazioni.

Il congresso, che durerà due giorni, è organizzato dall’OMPI, in collaborazione con Interpol e l’Organizzazione mondiale delle dogane.
La conferenza riunirà circa 700 partecipanti.

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