Borsa svizzera chiude in rialzo, SMI +0,38%
(Keystone-ATS) La Borsa svizzera ha chiuso la seduta odierna in territorio positivo con l’indice dei valori guida SMI in progressione dello 0,38% rispetto a venerdì scorso a 9430,44 punti. Il listino globale SPI ha guadagnato lo 0,44% a 10’803,98 punti. L’attività è stata modesta.
I volumi dovrebbero rimanere molto deboli anche nei prossimi due giorni dato che la maggior parte degli investitori è in vacanza o sta preparando la strategia per il 2018, hanno indicato all’agenzia di stampa finanziaria Awp gli analisti di Mirabaud Securities.
Per gli specialisti di DailyFX, gli operatori cominciano a preparare il nuovo anno, che sarà ancora segnato dalla presidenza degli Stati Uniti. “Se è vero che la riforma fiscale è giunta in porto, vari altri cantieri sono in sospeso”, in particolare la riforma del settore sanitario.
Pochi i dati macroeconomici. La fiducia dei consumatori statunitensi in dicembre è calata a 122,1 da 128,6 di novembre: il dato è inferiore alle attese degli analisti, che scommettevano su 128.
I compromessi per l’acquisto di case negli Stati Uniti in novembre sono saliti dello 0,2%. Il dato è superiore alle attese degli analisti, che scommettevano su un calo dello 0,4%.
In Svizzera si prevede una solida crescita dei consumi nel 2018: sebbene il relativo indicatore UBS, pubblicato oggi, abbia segnato un lieve calo in novembre, scendendo da 1,68 a 1,67, grazie al buon andamento congiunturale gli esperti della grande banca elvetica si attendono una robusta evoluzione dei consumi privati per l’anno prossimo.
L’ottimismo cresce anche tra gli analisti finanziari quanto all’evoluzione dell’economia svizzera per i prossimi sei mesi. L’indice CS/CFA, di Credit Suisse e CFA Society Switzerland, che misura le attese degli specialisti borsistici, in dicembre è progredito di 11,3 punti rispetto al mese precedente, a quota 52 punti. Si tratta del valore più elevato dall’aprile del 2010, indicano la banca e CFA in un sondaggio pubblicato oggi.
Credit Suisse ha ceduto l’1,46% a 17,56 franchi. Venerdì scorso, ultimo giorno di contrattazioni a Zurigo prima della pausa natalizia, l’istituto ha comunicato che dovrebbe registrare una svalutazione di 2,3 miliardi di franchi nel corso del quarto trimestre del 2017. La causa è da far risalire alla riforma fiscale adottata negli Stati Uniti. La perdita è comunque stata definita dal numero due bancario elvetico un aggiustamento contabile una tantum, con un impatto minimo sui fondi propri regolamentari.
In rosso è anche il numero uno bancario elvetico UBS, che ha fatto segnare un -0,77% a 17,97 franchi. Il titolo di Julius Bär (+0,34% a 59,50 franchi) è invece risultato in progressione.
Ad eccezione dei due leader bancari, tutte le blue chip hanno chiuso la giornata in territorio positivo, con LafargeHolcim che ha fatto segnare la progressione più consistente (+1,10% a 55,00 franchi).
Il riassicuratore Swiss Re (+0,22% a 92,00 franchi) rimane ancorato alla Svizzera, nonostante le normative sempre più severe in materia di finanza, ha affermato il presidente della direzione Christian Mumenthaler in un’intervista pubblicata domenica dalla NZZ am Sonntag.
I difensivi Novartis (+0,91% a 82,95 franchi), Nestlé (+0,54% a 84,05 franchi) e Roche (+0,37% a 247,20 franchi) hanno fatto segnare guadagni. Quest’ultima società venerdì ha annunciato di voler rilevare la società americana Ignyta per 1,67 miliardi di franchi.
Andamenti positivi si registrano anche nel lusso: Richemont (+0,67% a 89,60 franchi) e Swatch (+0,81% a 399,00 franchi) sembrano approfittare dello slancio del settore orologiero.
Sul mercato allargato il titolo di AMS è in caduta libera (-7,78% a 89,55 franchi). Secondo alcuni osservatori, le vendite dell’iPhone X di Apple, di cui la società austriaca è fornitrice, sarebbero nettamente inferiori alle attese.