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Caffè al bar: prezzo a nord delle Alpi aumenta ancora

Keystone-SDA

Il caffè al bar è sempre più caro nella Svizzera tedesca: il Café crème (caffè lungo), la bevanda calda più gettonata nei ritrovi pubblici a nord delle Alpi, costava quest'anno in media 4,65 franchi, vale a dire 7 centesimi in più (+1,5%) che nel 2024.

(Keystone-ATS) in futuro si annunciano nuovi ritocchi, sempre verso l’alto.

La progressione del 2025 è stata comunque lievemente inferiore a quella del 2024, che era stata di 9 centesimi, e a quella del 2023, che con 10 centesimi era stata la più elevata da un decennio: si registra peraltro il sesto anno consecutivo in crescita, emerge dalle indicazioni odierne di CafetierSuisse, l’associazione dei ristoratori tedescofoni del ramo che informa sulla base di un sondaggio di centinaia locali pubblici, tutti svizzero-tedeschi.

La lievitazione tariffaria – spiega l’organizzazione – avviene in un contesto caratterizzato dall’aumento dei costi del personale, dell’energia e di esercizio, nonché da un ambito generale economico che continua a essere difficile per molte aziende. Dal 2015 il caffè è diventato di 45 centesimi più caro (+11%).

“L’aumento dei prezzi nel 2025 è stato piuttosto moderato, ma continua a seguire il chiaro andamento degli ultimi anni”, commenta il presidente di CafetierSuisse Hans-Peter Oettli, citato in un comunicato. “Si prevede che nel prossimo anno saranno necessari ulteriori adeguamenti”.

È la 38esima volta che viene rilevato il costo del caffè. Quest’anno, per la prima volta, è stato osservato anche il prezzo del cappuccino: in media lo si è pagato 5,37 franchi.

L’organizzazione – che rappresenta gli interessi di 1400 caffetterie, bar-pasticcerie, ristoranti, take-away e sale da tè della Svizzera tedesca – non fornisce alcuna raccomandazione tariffaria e afferma che i prezzi sono a discrezione dei singoli esercizi. Per il loro calcolo si deve tenere conto della concorrenza, del tipo di locale e della sua ubicazione, sottolinea l’associazione.

Allo stesso tempo, il settore è impegnato nelle trattative in corso sul contratto collettivo nazionale di lavoro. La soluzione transitoria per i salari minimi 2026 e 2027 – basata sulle previsioni di inflazione della Seco, la Segreteria di Stato dell’economia – garantisce la sicurezza della pianificazione, mentre le parti sociali lavorano a un accordo moderno e sostenibile per i prossimi anni, afferma CafetierSuisse. Secondo l’organismo inoltre i salari minimi cantonali non devono prevalere sui contratti collettivi di lavoro: l’associazione invita il mondo politico “a cercare una soluzione sostenibile affinché il collaudato partenariato sociale continui a funzionare in modo affidabile come parte del modello di successo svizzero”.

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