Catalogna al voto, in bilico maggioranza indipendentista

(Keystone-ATS) È caccia grossa agli indecisi per tutti i partiti nelle ultime bollenti 48 ore della campagna per le elezioni catalane di giovedì.
Un appuntamento dominato dallo scontro fra il fronte indipendentista, alla ricerca di una rivincita su Madrid, che poco più di un mese fa ha rovesciato il president Carles Puigdemont e il suo Govern, e quello ‘unionista’.
L’ultimo ‘sondaggio proibito’ pubblicato oggi in Andorra – in Catalogna sono vietati da venerdì scorso – conferma che i giochi sono ancora aperti. Le tre liste ‘repubblicane’ – JxC di Puigdemont, in esilio in Belgio; Erc del vicepresident Oriol Junqueras, in carcere a Madrid, e la sinistra della Cup – sono in bilico attorno alla maggioranza assoluta con fra 66 e 69 deputati su 135 (contro i 72 uscenti). I partiti unionisti – i centristi di Ciudadanos (Cs), i socialisti di Psc e i popolari (Pp) – sarebbero a 55-58 seggi. In mezzo, la ‘terza via’ della lista CeC di Podemos prenderebbe 10-11 deputati nel nuovo Parlament.
Sono previsioni da prendere con prudenza. Perché un elettore su tre non ha ancora deciso per chi votare. E per il clima ‘anomalo’ di queste elezioni (si vota perfino di giovedì) convocate da Madrid, con i poteri straordinari votati dal Senato spagnolo, dopo la destituzione del Govern che aveva proclamato la ‘repubblica’ il 27 ottobre.
Due dati giovedì notte saranno determinanti. Il primo è se vincerà l’indipendenza o l’unione, o se il nuovo Parlament sarà ingovernabile, senza maggioranza chiara, appeso a un possibile negoziato con il candidato della ‘terza via’ Xavier Domenech.
Il secondo riguarda quale singola formazione arriverà prima, con la prerogativa di rivendicare il primo tentativo di formare il Govern in assenza di una maggioranza chiara. Questa partita dovrebbe giocarsi attorno ai 30-32 seggi fra i Repubblicani Catalani di Sinistra (Erc) del ‘detenuto politico’ Junqueras e la lista Cs guidata dalla ‘andalusa’ Ines Arrimadas.
Anche la ‘lista del President’ Puigdemont, in forte recupero, non è lontana e potrebbe creare la sorpresa. Sembra invece sempre più in difficoltà il capolista del Pp Xavier Albiol, che perderebbe la metà circa dei seggi popolari attuali, da 11 a 5-6. Per ‘salvarlo’ da una umiliante sconfitta, il premier spagnolo, Mariano Rajoy, ha iniziato una maratona elettorale in Catalogna negli ultimi giorni di campagna.
Il dopo elezioni si preannuncia complicato. Se vinceranno, gli indipendentisti potrebbe non poter fare valere la propria maggioranza assoluta con tre deputati in carcere con Junqueras e altri tre in esilio in Belgio con Puigdemont, minacciati di arresto se rimettono piede in Spagna. Lo stesso discorso vale per l’elezione del nuovo presidente catalano. Ma fra Puigdemont e Junqueras potrebbe emergere la ‘numero 2’ di Erc, Marta Rovira, che ha il notevole vantaggio di essere a piede libero. Almeno per ora.
Arrimadas, se arriverà prima, potrebbe avere difficoltà a mettere in piedi una maggioranza con Pp e Psc senza un improbabile appoggio esterno di Podemos, che a sua volta potrebbe essere tentato da un governo di sinistra con Erc e Cup, e/o con i socialisti.