
CF: servizi igienici sul lavoro devono restare separati per sesso

(Keystone-ATS) Solo le piccole imprese possono continuare a proporre bagni unisex ai loro dipendenti. Il Consiglio federale non vuole togliere l’obbligo generale di prevedere servizi igienici separati sul luogo di lavoro.
La richiesta è stata formulata in una mozione dal consigliere nazionale Albert Vitali (PLR/LU), sostenuta da 73 parlamentari di vari partiti borghesi. A suo avviso, l’obbligo di toilette separate risale ai “tempi della rigida morale vittoriana e non è più adeguato alla vita moderna”.
Secondo Vitali, “sarebbe più al passo coi tempi prevedere l’obbligo per le aziende di mettere a disposizione locali sanitari costruiti in modo tale da garantire il rispetto della sfera privata”. Ad esempio, un semplice gabinetto con la porta che si chiude a chiave può essere sufficiente.
Sul piano federale, l’unica legge che contiene norme al riguardo è quella sul lavoro. Essa prevede spogliatoi, lavabi, docce e gabinetti separati per donne e uomini o perlomeno la possibilità di un’utilizzazione separata di questi impianti.
Un uso alternato dei servizi igienici è tollerato per esempio per le imprese il cui numero di dipendenti è pari o inferiore a 10 e in cui il rischio di sporcarsi è basso.
Il Consiglio federale non intende fare deroghe alla legge attuale. Contrariamente a quanto accade in luoghi pubblici (ristoranti, negozi, ecc.), i dipendenti non possono scegliere dove cambiarsi né dove andare in bagno. Secondo il governo, “gli argomenti che depongono a favore di una separazione dei servizi igienici sono la possibilità di evitare rischi psicosociali come le molestie sessuali nonché il disagio dato dalla presenza di persone dell’altro sesso, a cui si aggiungono anche motivi igienici”.