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Legge sul clima, “sì” in vantaggio

La legge sul clima intende accelerare la transizione della Svizzera verso le energie rinnovabili. © Keystone / Jean-christophe Bott

Stando al primo sondaggio della SSR in vista delle votazioni federali del 18 giugno, la maggioranza del popolo svizzero è favorevole alla nuova legge sulla protezione del clima. Anche la riforma della tassazione degli utili delle multinazionali e la revisione della legge Covid-19 dovrebbero superare lo scoglio delle urne.

Per la prima volta, la Svizzera potrebbe includere nel suo arsenale giuridico l’obiettivo di “zero emissioni nette” di gas serra entro il 2050. Il 18 giugno, il popolo svizzero voterà sulla nuova legge sul clima, la quale ha lo scopo di accelerare la transizione verso le energie rinnovabili. Il testo prevede un aiuto finanziario per la sostituzione degli impianti di riscaldamento e un sostegno all’innovazione tecnologica nelle aziende.

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Secondo il primo sondaggio della Società svizzera di radiotelevisione SSR, condotto dall’istituto gfs.bern tra la fine di aprile e l’inizio di maggio, il 72% delle persone intervistate è favorevole alla legge, il 25% è contrario e il 3% è indeciso. Il sostegno alla legge tra l’elettorato elvetico residente all’estero è leggermente inferiore, pari al 66%.

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Dietro al referendum contro la nuova legge sul clima adottata dal Parlamento lo scorso settembre, che funge da controprogetto all’iniziativa “Per i ghiacciai”, c’è l’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice). Il più grande partito del Paese è anche il solo ad opporsi.

Il 63% di chi vota UDC ed ha risposto al sondaggio si dichiara contrario al testo. La maggioranza dei sostenitori e delle sostenitrici degli altri partiti è invece favorevole. 

Nessun altro gruppo della popolazione respinge la legge. Tuttavia, coloro che non hanno fiducia nel governo e gli uomini tra i 40 e i 64 anni dimostrano più scetticismo.

Le argomentazioni del fronte del “sì” hanno fatto breccia più efficacemente di quelle del campo opposto. Circa tre quarti delle persone interpellate ritengono che la Svizzera debba abbandonare rapidamente i combustibili fossili per garantire un approvvigionamento energetico sicuro e a lungo termine. Le argomentazioni contro la legislazione, invece, non hanno ottenuto la maggioranza.

>> Legge sul clima, le nostre spiegazioni: 

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Lo spettro del fallimento della legge sul CO2

Sostenitori e sostenitrici della legge sul clima hanno quindi un considerevole vantaggio e un “sì” il 18 giugno è al momento lo scenario più probabile. Secondo l’istituto gfs.bern, non dovrebbe ripetersi un’inversione di tendenza simile a quella verificatasi in occasione della votazione sulla legge sul CO2 nel 2021, che alla fine fu respinta dal popolo nonostante i sondaggi favorevoli.

“Le due votazioni sono paragonabili. Abbiamo lo stesso modello di conflitto”, afferma la politologa del gfs.bern Martina Mousson. Tuttavia, il divario tra aree rurali e urbane sembra essere meno importante nel contesto della legge sul clima, che gode di un sostegno solo leggermente minore nelle aree rurali rispetto agli agglomerati urbani.

Nel 2021, inoltre, la comunità agricola si era fortemente mobilitata in particolar modo contro le due iniziative per il divieto dei pesticidi, su cui si è votato nello stesso giorno della legge sul CO2, facendo pendere la bilancia a discapito anche di quest’ultima.

Forte sostegno alla tassazione dei profitti delle multinazionali

Il dado sembra essere già tratto sulla tassazione dei profitti delle multinazionali. L’84% delle persone interpellate è favorevole alla riforma avviata dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo Economico (OCSE), che intende stabilire una maggiore equità fiscale su scala globale imponendo un’aliquota minima del 15% per le multinazionali. Il 12% di chi ha risposto è contrario e il 4% non sa ancora come voterà. Il tasso di sostegno raggiunge addirittura l’89% tra svizzere e svizzeri residenti all’estero.

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L’elettorato di tutti i partiti sostiene la riforma fiscale. Il Partito socialista (PS) è l’unico partito a chiedere di respingere la proposta, in quanto ritiene che il modello porterà a una maggiore concorrenza fiscale tra i Cantoni. Chi dichiara di votare PS, tuttavia, non sembra voler rispondere all’appello. L’80% si dice favorevole al testo.

Le argomentazioni di chi sostiene la riforma sembrano avere successo. L’80% delle persone che hanno risposto al sondaggio è d’accordo nel dire che le entrate supplementari derivanti dall’aumento delle tasse potrebbero essere utilizzate per rendere la Svizzera più attrattiva.

Il gfs.bern sottolinea inoltre che l’opposizione non è molto attiva e ritiene poco probabile una bocciatura del testo.

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Verso il “sì” alla legge Covid-19

Il 68% delle persone interpellate è favorevole alla base giuridica per le misure di lotta contro la pandemia di coronavirus, su cui si vota per la terza volta. Il 28% è contrario e il 4% è ancora indeciso.

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La maggioranza dell’elettorato si allinea alla posizione del proprio partito politico. Ad esempio, il 60% degli elettori dell’UDC intende respingere la legge, mentre la maggioranza dei e delle simpatizzanti degli altri partiti è favorevole al testo. Coloro che non hanno fiducia nel Governo sono contrari alla legge.

Secondo gfs.bern, il 18 giugno il popolo svizzero dovrebbe approvare per la terza volta la gestione governativa della pandemia, a meno che la situazione sul fronte del coronavirus non cambi.

>> Più dettagli sulla legge Covid-19:

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