Situazione ancora delicata in Turchia, Berna raccomanda di informarsi
In seguito al tentativo di colpo di Stato di venerdì sera in Turchia, il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) invita alla prudenza gli svizzeri che si trovano in quel paese o intenzionati a recarvisi e li esorta a informarsi. Berna mette a disposizione una linea verde.
“La situazione ad Ankara e Istanbul resta poco chiara e avvengono ancora sporadiche sparatorie”, avverte il DFAE nei “Consigli di viaggioCollegamento esterno” per la Turchia sul proprio sito internet.
Berna raccomanda “di informarsi tramite i media e di restare in contatto con l’operatore turistico. Prestare particolare prudenza soprattutto ad Ankara e Istanbul, e seguire le indicazioni delle autorità locali (per es. coprifuochi). Evitare manifestazioni di qualsiasi tipo”.
Inoltre la helplineCollegamento esterno del DFAE è sempre disponibile per ragguagli, sia per gli svizzeri che si trovano in Turchia e i loro familiari, sia per coloro che hanno in programma di andarvi. Nella notte vi si erano già rivolte 160 persone, ha indicato all’agenzia di stampa Ats il portavoce Stefan von Below, precisando che il DFAE segue attentamente gli sviluppi della situazione ed è in contatto permanente con l’ambasciata svizzera ad Ankara e il consolato generale a Istanbul.
In caso di emergenza è anche possibile rivolgersi alla più vicina rappresentanzaCollegamento esterno svizzera in Turchia.
La compagnia aerea Swiss ha deciso di cancellare tutti i voli di sabato per Istanbul. Invece i suoi voli per Izmir e quelli della Edelweiss Air a destinazione di Bodrum e di Antalya non sono soppressi.
Notte di sangue e di paura
Intanto in Turchia il colpo di stato tentato da una fazione dell’esercito contro il presidente Tayyip Erdogan è fallito. Il bilancio finale degli scontri è di almeno 161 morti e oltre 1’400 feriti. Tra i feriti a Istanbul c’è anche uno svizzero, ha indicato il DFAE all’agenzia di stampa Ats.
Il generale Ümit Dündar, capo dell’esercito ad interim, ha inoltre annunciato che 104 golpisti sono stati abbattuti. Ma sono numeri destinati a crescere nelle prossime ore. Come probabilmente anche quelli degli arresti: più di 1’500, secondo le ultime cifre fornite da fonti vicine al governo.
Ed è appena all’inizio anche la purga nell’esercito, con 5 generali e 29 colonnelli già sollevati dai loro incarichi e la nomina-lampo del nuovo capo di Stato maggiore, Ümit Dündar, a sostituire – almeno temporaneamente – Hulusi Akar, che durante il golpe era stato preso in ostaggio.
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