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Egitto: Sisi, ‘rivoluzione’ 30 giugno 2013 sventò estremismo

(Keystone-ATS) Nel quinto anniversario delle manifestazioni che portarono alla caduta del governo di Fratelli musulmani in Egitto, il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi ha tenuto un discorso televisivo in cui ha difeso le ragioni della “rivoluzione del 30 giugno”.

Con le manifestazioni cui parteciparono milioni di persone, la rivoluzione del 2013 infranse l’onda di “estremismo e divisione” che stava spazzando il Medio Oriente e in particolare l’Egitto attraverso la Fratellanza musulmana.

I manifestanti si unirono alle “loro istituzioni nazionali”, ha ricordato Sisi citato dall’agenzia Mena, rievocando indirettamente l’intervento militare da lui stesso guidato che – in quello che è stato definito un colpo di Stato – portò all’arresto e deposizione dell’allora presidente islamista Mohamed Morsi.

Ogni egiziano dovrebbe essere “fiero” di quanto è stato realizzato in Egitto in “tempi record”, ha sostenuto ancora l’attuale capo di Stato sottolineando fra l’altro la stabilità politica e la lotta al terrorismo islamista.

Circa l’economia, connotata attualmente a livello sociale da aumenti delle tariffe scattati per rispettare condizioni imposte dal Fondo monetario internazionale nel quadro di un prestito da 12 miliardi di dollari concesso per salvare il paese dal tracollo, Sisi ha evidenziato che le riserve di valuta straniera sono passate in cinque anni dagli appena 15 miliardi di dollari del 2013 agli attuali 44 miliardi.

La crescita economica inoltre, ha ricordato il presidente, è passata nello stesso periodo da un 2% – inferiore al tasso di aumento della popolazione – all’attuale 5,4% peraltro proiettato verso il 7% nei “prossimi anni”, riferisce ancora la Mena. Per Sisi il paese è sulla “giusta via”.

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