Franco forte: metalmeccanica, almeno 10’000 posti in pericolo
(Keystone-ATS) L’apprezzamento del franco svizzero minaccia nella Confederazione almeno diecimila posti di lavoro del settore metalmeccanico. Lo afferma il presidente di Swissmem, Hans Hess, in un’intervista al domenicale “SonntagsBlick”.
“La scomparsa del due-tre per cento degli impieghi nel 2012 è purtroppo realista; ciò che per il nostro ramo significa una perdita di circa diecimila posti”, nota il responsabile dell’organizzazione padronale delle industrie meccanica, elettrotecnica e metallurgica.
Secondo Hans Hess, non bisogna temere un processo di deindustrializzazione in Svizzera fintanto che il corso dell’euro può essere mantenuto sul franco e venti centesimi. “Il novantasette per cento dell’occupazione, ossia trecentoventimila posti, è comunque preservata”, osserva il presidente di Swissmem. Sta di fatto – aggiunge – che almeno la metà delle aziende l’anno prossimo dovrà realizzare nuovi risparmi se intendono rafforzare la competitività, poiché, anche con l’euro ad un franco e venti, i prodotti elvetici sono almeno il dieci per cento più cari di quelli della concorrenza estera.
Secondo Hans Hess, l’estate scorsa il pericolo di un trasferimento generale dell’occupazione era acuto, e “se la Banca nazionale non avesse arrestato il rafforzamento del franco, il paesaggio industriale svizzero sarebbe stato devastato”. La decisione dello scorso 6 settembre della BNS di fissare un corso minimo dell’euro rispetto al franco, ha dato almeno un po’ di stabilità e di sicurezza per la pianificazione. Il presidente dei metalmeccanici ritiene che cambio ideale della moneta unica europea sia di un franco e trentacinque centesimi. “Di conseguenza auspichiamo un ulteriore svalutazione del franco”.
L’entrata di ordinazioni nel settore metalmeccanico, dopo una contrazione nel secondo trimestre, si sono stabilizzate e “non prevediamo alcun crollo delle nove commesse”, precisa Hess. “Ma – aggiunge – settori come l’industria dei semiconduttori e quella tessile hanno già registrato una netta riduzione delle commesse, di oltre il dieci per cento”.