Giovani: quattro ore al giorno online, il 10% oltre cinque
(Keystone-ATS) I giovani tra i 16 e i 25 anni trascorrono online in media 4 ore al giorno (il 10% 5,4 ore) nel tempo libero utilizzando soprattutto piattaforme di messaggistica e guardando YouTube, a fronte delle 2,5 ore delle persone tra i 40 e i 55 anni.
È quanto risulta da un’indagine pubblicata oggi dalla Commissione federale per l’infanzia e la gioventù (CFIG) su un campione di 1001 tra adolescenti (16-20 anni) e giovani adulti (21-25 anni), nonché 390 adulti (40-55 anni). Tutte le regioni linguistiche sono state considerate.
Quasi tutti i giovani ritengono molto importante essere in contatto con gli altri, procurarsi informazioni per la scuola o il lavoro e intrattenersi. Per molti ragazzi sono importanti anche le informazioni online su società e tempo libero.
A dispetto di quanto si creda, se per i giovani è importante rimanere connessi, è anche altrettanto importante porsi dei limiti. Essi riflettono molto più degli adulti circa le implicazioni del proprio utilizzo di internet e riflettono molto sulle ripercussioni della connessione permanente.
Ciò è soprattutto vero per quel 10% di ragazzi che trascorrono davanti allo smartphone in media 5,4 ore al giorno. Questi giovani “connessi sempre e ovunque” si pongono inoltre più regole, ma molti manifestano sintomi di astinenza quando non sono connessi.
La maggior parte dei ragazzi utilizza applicazioni di messaggistica istantanea (per esempio WhatsApp), reti sociali come Instagram, e-mail e portali video (YouTube) più volte al giorno.
Le ragazze usano i media sociali più dei ragazzi – e si sentono spesso più sotto pressione per questo – che a loro volta giocano online e consultano siti d’informazione più sovente delle prime.
Le informazioni per la scuola e/o il lavoro e quelle su temi che riguardano la società sono più importanti per i ragazzi della Svizzera italiana e di quella francese che per i giovani della Svizzera tedesca. L’intrattenimento ha la massima importanza nella Svizzera francese, mentre la più bassa in assoluto in quella italiana.