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Guardie svizzere: accordo cooperazione per nuova caserma

Le guardie alloggiano in una struttura vetusta, fredda in inverno e troppo calda in estate. KEYSTONE/EPA ANSA/RICCARDO ANTIMIANI sda-ats

(Keystone-ATS) Mercoledì prossimo in Vaticano sarà sottoscritto un accordo di cooperazione fra la Segreteria di Stato della Santa Sede e la Fondazione per il restauro della caserma della Guardia svizzera pontificia in Vaticano, che raccoglie il denaro per i lavori.

La firma dell’intesa dovrebbe dare dunque il via alla ristrutturazione, di cui si parla ormai da anni. L’evento interviene nell’ambito della cerimonia di prestazione di giuramento, venerdì 6 maggio, di 36 reclute della Guardia svizzera pontificia, indica una nota odierna della stessa Guardia.

Attualmente la caserma è composta di camerate, dove vivono anche dieci guardie insieme. È umida e senza aria condizionata. Tra le guardie la caserma è chiamata anche “California” per il particolare caldo che c’è l’estate. I bagni sono in comune.

Il rinnovamento si rende necessario anche per il fatto che il papa ha deciso nel 2015 di aumentare il numero delle guardie da 110 a 135 e gli spazi non sarebbero sufficienti. “Dopo l’analisi iniziale, è apparso chiaro che un’accurata ristrutturazione dell’edificio era essenziale”, afferma al portale Salzburg Jean-Pierre Roth, il banchiere a capo della Fondazione per il restauro. “Le condizioni sono semplicemente drammatiche. Fa freddo in inverno e caldo in estate. E i costi di manutenzione sono alti”.

La fondazione vuole raccogliere 50 milioni di franchi per i lavori di ristrutturazione e riconversione. Roth, ex presidente della Banca nazionale svizzera, ha già raccolto oltre 42 milioni di franchi, comprese donazioni di privati e fondazioni. Cinque milioni sono stati stanziati dal Consiglio federale.

Quanto ai tempi, si dovrebbe cominciare a lavorare nel 2026, considerato che il 2025 è l’Anno Santo e “un cantiere sarebbe un problema”, come dice lo stesso Roth al portale austriaco.

In origine, i nuovi edifici dovevano essere inaugurati nel 2027, 500 anni dopo il sacco di Roma, quando il 6 maggio 147 guardie svizzere morirono al servizio di papa Clemente VII.

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