 
In Olanda testa a testa fra liberali D66 e partito Wilders
 
Nel day after delle elezioni olandesi, i riflettori restano puntati sulla Tweede Kamer a L'Aia: i principali leader politici si sono presentati nella sede del Parlamento per commentare un verdetto ancora sospeso.
(Keystone-ATS) Il testa a testa tra Geert Wilders e Rob Jetten è infatti al fotofinish: con il 99,7% delle schede scrutinate – secondo le proiezioni dell’agenzia di stampa olandese Anp – l’ultradestra del Pvv e i liberali progressisti del D66 risultano appaiati al 16,7%, equivalenti a 26 seggi ciascuno.
Nel dettaglio, il partito di Wilders, in rimonta nella notte, ha ottenuto 1’743’193 voti: 2341 in più del D66 di Jetten (1’740’852). Un margine sottilissimo che, per ora, mantiene il sovranista in leggero vantaggio sui consensi incassati.
I voti degli oltre 135mila olandesi residenti all’estero devono ancora essere conteggiati: secondo le stime, circa 90mila di loro avrebbero effettivamente votato. I risultati completi sono attesi non prima di lunedì sera e potrebbero risultare decisivi: con un margine così risicato tra Pvv e D66, ogni preferenza potrebbe stabilire chi sarà alla fine il primo partito del Paese e rivendicherà il mandato per guidare la formazione della nuova coalizione di governo.
Tendenze opposte
La dinamica del voto, tuttavia, fotografa una tendenza netta: mentre il Pvv arretra del 6,9% (-11 seggi) rispetto alle precedenti elezioni, il D66 mette a segno una crescita a doppia cifra, guadagnando il 10,4% (+17 seggi) da novembre 2023 e affermandosi come forza trainante del nuovo centro liberale olandese.
Ecco perché, dal palco di Leida, Jetten ha già parlato da vincitore. “Milioni di olandesi hanno voltato pagina. Hanno detto addio alla politica della negatività, dell’odio”, ha affermato il 38enne. “Nei prossimi anni faremo tutto il possibile per dimostrare che la politica e le istituzioni possono tornare a essere al servizio dei cittadini e che possiamo tornare a pensare e ad agire in grande”, ha aggiunto. “Mi dispiace, ma non è che siamo stati spazzati via dalla mappa. Abbiamo avuto una grande influenza e continueremo ad averla ancora per un po’”, ha invece commentato il leader dell’ultradestra Wilders in merito alla frenata dei suoi.
Liberali terzi, giù la sinistra
Fra gli altri partiti, i liberali di destra del Vvd, guidati dall’erede di Mark Rutte, Dilan Yesilgoz, si confermano terzi con una proiezione di 22 seggi (-2). L’alleanza laburisti-verdi si attesta a 20 seggi (-5), con il leader Frans Timmermans che già nella serata di ieri ha annunciato le proprie dimissioni.
I centristi del Cda di Henri Bontenbal – su cui molti analisti avevano scommesso nelle ultime settimane – registrano una rimonta significativa, passando in due anni da 5 a 18 seggi. Alle loro spalle, la destra conservatrice dell’JA21 conquista 9 seggi, in ascesa rispetto all’unico del 2023, mentre i populisti euroscettici del Forum per la Democrazia (Fvd), guidati da Thierry Baudet, più che raddoppiano la propria rappresentanza, raggiungendo 7 seggi.
Il movimento contadino BBB arretra invece da 7 a 4. Cocente sconfitta per il partito centrista Nsc di Pieter Omtzigt, protagonista due anni fa con 20 poltrone e che scompare del tutto dalla scena parlamentare.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
