
India: Bhopal, dopo 25 anni contaminazione altissima, studio
(Keystone-ATS) NEW DELHI – A 25 anni dall’incidente nella fabbrica chimica Union Carbide che nella notte fra il 2 e il 3 dicembre causò migliaia di morti a Bhopal (India centrale), i tassi di inquinamento di terra e acqua in un raggio di tre chilometri attorno all’impianto sono ancora altissimi. Lo rivela uno studio scientifico illustrato oggi nella città capitale dello Stato indiano del Madhya Pradesh.
Da giorni gli ambientalisti si sono riuniti a Bhopal per rinnovare la loro denuncia: giustizia per le vittime (25-30.000 morti e oltre 100.000 contagiati), condanna dei responsabili e decontaminazione totale dell’area.
Fra gli intervenuti anche lo scrittore Dominique Lapierre che ha universalizzato la tragedia nel suo libro ‘Cinque minuti dopo mezzanotte’ e che oggi in una conferenza stampa ha sostenuto che “le multinazionali vorrebbero che tacessimo, ma noi continueremo la nostra lotta per le vittime abbandonate”.
Intanto il Centro per la scienza e l’ambiente (Cse) di New Delhi ha illustrato i risultati di uno studio da cui si deduce che “nei 25 anni trascorsi dal disastro la Union Carbie ha continuato ad inquinare la terra e l’acqua di Bhopal”.
“Gli ultimi test hanno dimostrato – ha detto Chandra Bhushan – che l’acqua nei terreni, fino a oltre tre chilometri di distanza dalla fabbrica contiene 40 volte più pesticidi di quelli ammessi dagli standard indiani”.
“Abbiamo anche preso campioni dell’acqua pompata dalla popolazione per bere a a Shiv Nagar (oltre tre chilometri dalla fabbrica) ed abbiamo trovato che conteneva altissime dosi di Carbaryl (110 volte più degli standard)”.
In definitiva, ha detto per parte sua Sunita Narain, direttrice del Cse, “il nostro studio suggerisce che l’intero sito è altamente contaminato. I rifiuti tossici immagazzinati nella zona della fabbrica non sono che una piccola parte dell’inquinamento totale presente nel circondario”. Per cui, ha concluso, l’idea del governo di portare via il materiale tossico dalla fabbrica senza bonificare tutta la zona non risolverebbe questo drammatico problema ambientale”.