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L'auto non si tocca: spazzata via l'iniziativa per il dimezzamento del traffico

Niente da fare per l'iniziativa che voleva dimezzare il traffico motorizzato privato entro 10 anni. La secca bocciatura (80 percento di no) dell'iniziativa lanciata nel 1994 da verdi della Svizzera tedesca non sorprende.

Questo contenuto è stato pubblicato il 12 marzo 2000 minuti

Basti pensare che, dal 1977, il popolo svizzero ha già respinto ben una decina di iniziative popolari che miravano ad arginare la continua crescita del traffico stradale, ad eccezione dell’iniziativa delle Alpi nel 1994.

Il rifiuto popolare espresso questa domenica era d’altronde ancora più prevedibile, visto il tenore di questa iniziativa. Il suo obbiettivo era infatti il più radicale e ambizioso di tutti quelli presentati finora : ossia riportare la circolazione stradale in Svizzera ai livelli dei primi anni settanta. Da allora, il volume del traffico motorizzato è effettivamente raddoppiato nel nostro paese ed è addirittura aumentato di 15 volte nell'ultimo mezzo secolo.

In base all'iniziativa, Confederazione, Cantoni e Comuni avrebbero avuto 10 anni di tempo per dimezzare il traffico stradale motorizzato e avrebbero dovuto in seguito impedire ogni sua crescita. La riduzione del traffico motorizzato non avrebbe toccato invece i trasporti pubblici che, in base all’iniziativa, sarebbero stati potenziati ulteriormente. Lo scopo dell’iniziativa era, tra l’altro, di salvaguardare e migliorare gli spazi vitali, come pure di ridurre i costi sociali e gli effetti negativi del traffico stradale.

Il Consiglio federale si era espresso chiaramente contro questo progetto, affermando che avrebbe avuto conseguenze estremamente negative per l'economia svizzera. Secondo lo stesso ministro dei trasporti, Moritz Leuenberger, questa iniziativa apportava una riflessione nella giusta direzione, ma proponeva soluzioni non adeguate per risolvere i problemi del traffico stradale. Per il Consiglio federale, l’applicazione di questo progetto avrebbe minacciato di compromettere addirittura lo sviluppo dei trasporti pubblici, finanziati principalmente tramite le tasse imposte alla circolazione stradale.

L'iniziativa non ha raccolto neppure i consensi del parlamento: il Consiglio degli Stati l’aveva bocciata all’unanimità, mentre il Consiglio nazionale si era opposto a stragrande maggioranza. Nella Camera bassa, l’iniziativa aveva raccolto solo il sostegno del Partito ecologista svizzero e di alcuni membri del Partito socialista.
Tra i suoi sostenitori vi erano inoltre alcune associazioni ambientaliste, tra cui Pro Natura e Medici per la protezione dell’ambiente.

Armando Mombelli

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