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La Cina sempre più in deflazione, -0,3% prezzi al consumo

Keystone-SDA

La Cina scivola sempre più in deflazione.

(Keystone-ATS) I prezzi al consumo di settembre hanno segnato un calo dello 0,3% annuo, da -0,4% di agosto e contro stime a -0,1%. Su base mensile, secondo i dati dell’Ufficio nazionale di statistica, il trend ha segnato un rialzo dello 0,1%, la metà dello 0,2% atteso e a fronte del dato invariato di agosto. I prezzi alla produzione, negativi ormai per tre anni consecutivi, hanno avuto un calo del 2,3% (-2,9% ad agosto), centrando le previsioni e il passo migliore da febbraio, in parte per le politiche di Pechino per contenere la guerra dei prezzi domestica, soprattutto nel settore automobilistico.

L’economia cinese continua a scontare alcune criticità quali le incertezze legate alla guerra commerciale con gli Usa, la debole domanda interna, la crisi del settore immobiliare e la disoccupazione giovanile in aumento. Il governo centrale ha lanciato la cosiddetta campagna ‘anti-involuzione’ per frenare la concorrenza ‘disordinata’ sui prezzi in settori che vanno dall’automobile ai pannelli solari, dalla consegna di generi alimentari alla logistica merci.

Alcuni economisti sostengono che l’iniziativa non sia destinata a durare e che alla fine la Cina debba trovarsi nella improcastinabile condizione di stimolare la domanda interna attraverso stimoli ad hoc e il riequilibrio del suo modello economico per posizionarsi su una crescita sostenibile. La scorsa settimana, il Fondo monetario internazionale ha sollecitato Pechino ad aumentare la spesa per gli ammortizzatori sociali e a risanare il settore immobiliare, riducendo al contempo il sostegno alla politica industriale.

La stretta sul mercato immobiliare, iniziata nel 2020 per contenere il debito esplosivo, ha portato a un crollo del settore, spingendo alcuni economisti a sottolineare che una deflazione radicata rischierebbe di replicare l’esperienza giapponese dove al crollo del mercato immobiliare all’inizio degli anni ’90 seguì un prolungato periodo di bassa crescita economica.

I mercati, tuttavia, seguiranno con attenzione i lavori del quarto Plenum del Partito comunista (20-23 ottobre), convocato per valutare le eventuali politiche di sostegno ai consumatori nei suoi piani di sviluppo quinquennali a partire dal 2026.

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