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Locarno Film Festival: riflettori puntati sul “più piccolo tra i più grandi”

Vince «Vengeance is mine, all others pay cash»

La prima edizione del Locarno Film Festival sotto la direzione artistica di Giona A. Nazzaro si è conclusa con successo ed è stata coronata con il Pardo d’oro alla pellicola Seperti dendam, Rindu harus dibayar tuntas (Vengeance Is Mine, All Others Pay Cash) del regista indonesiano Edwin.

Per concludere la 74esima edizione del Locarno Film Festival con una sorpresa, questa sera in Piazza Grande verrà inoltre consegnato anche il Lifetime Achievement Award al regista italiano Dario Argento per la sua opera e la sorprendente interpretazione in Vortex di Gaspar Noé.

Gli undici giorni di Festival hanno riacceso lo schermo di Piazza Grande e ridato vita all’esperienza unica del cinema dal vivo. Con 209 film e 310 proiezioni, il pubblico di Locarno ha avuto modo di incontrare il genio visionario di Phil Tippett, le provocazioni inaspettate di Gaspar Noé, il fascino eclettico di Laetitia Casta, l’immaginario di Mamoru Hosoda e delle bambine e dei bambini di Locarno Kids, la determinazione e il coraggio di Gale Anne Hurd. L’apertura con Beckett e la chiusura con Respect segnano il ritorno delle grandi narrazioni popolari in una delle più grandi sale a cielo aperto del mondo.

Concorso internazionale

Pardo d’oro, Gran Premio del Festival della Città di Locarno per il miglior film

SEPERTI DENDAM, RINDU HARUS DIBAYAR TUNTAS (VENGEANCE IS MINE, ALL OTHERS PAY CASH) di Edwin, Indonesia / Singapore / Germania

Premio speciale della giuria dei Comuni di Ascona e Losone

JIAO MA TANG HUI (A NEW OLD PLAY) di QIU Jiongjiong, Hong Kong / Francia

Pardo per la migliore regia della Città e della Regione di Locarno

Abel Ferrara per ZEROS AND ONES, Germania / Gran Bretagna / Stati Uniti

Pardo per la migliore interpretazione femminile

Anastasiya Krasovskaya per GERDA di Natalya Kudryashova, Russia

Pardo per la migliore interpretazione maschile

Mohamed Mellali e Valero Escolar per SIS DIES CORRENTS (THE ODD-JOB MEN) di Neus Ballús, Spagna

Menzioni speciali

SOUL OF A BEAST di Lorenz Merz, Svizzera

ESPÍRITU SAGRADO di Chema García Ibarra, Spagna / Francia / Turchia

Concorso Cineasti del presente

Pardo d’oro Concorso Cineasti del presente per il miglior film

BROTHERHOOD di Francesco Montagner, Repubblica Ceca / Italia

Premio per la o il miglior regista emergente della Città e Regione di Locarno

Hleb Papou per IL LEGIONARIO Italia / Francia

Premio speciale della giuria Ciné+

L’ÉTÉ L’ÉTERNITÉ di Émilie Aussel, Francia

Pardo per la migliore interpretazione femminile

Saskia Rosendahl per NIEMAND IST BEI DEN KÄLBERN di Sabrina Sarabi, Germania

Pardo per la migliore interpretazione maschile

Gia Agumava per WET SAND di Elene Naveriani, Svizzera / Georgia

First Feature

Swatch First Feature Award (Premio per la migliore opera prima)

SHE WILL di Charlotte Colbert, Gran Bretagna

Menzione speciale

AGIA EMI (HOLY EMY) di Araceli Lemos, Grecia / Francia / Stati Uniti

Pardi di domaniConcorso Corti d’autore

Pardino d’oro Swiss Life per il miglior cortometraggio d’autore

CRIATURA (CREATURE) di María Silvia Esteve, Argentina / Svizzera

Concorso internazionale

Pardino d’oro SRG SSR per il miglior cortometraggio internazionale

FANTASMA NEON (NEON PHANTOM) di Leonardo Martinelli, Brasile

Pardino d’argento SRG SSR per il Concorso internazionale

LES DÉMONS DE DOROTHY (THE DEMONS OF DOROTHY) di Alexis Langlois, Francia

Premio per la migliore regia Pardi di domani – BONALUMI Engineering

Eliane Esther Bots per IN FLOW OF WORDS, Paesi Bassi

Premio Medien Patent Verwaltung AG

IMUHIRA (HOME) di Myriam Uwiragiye Birara, Ruanda

Menzione speciale

FIRST TIME [THE TIME FOR ALL BUT SUNSET – VIOLET] di Nicolaas Schmidt, Germania

Cortometraggio candidato del Locarno Film Festival agli European Film Awards

IN FLOW OF WORDS di Eliane Esther Bots, Paesi Bassi

Concorso nazionale

Pardino d’oro Swiss Life per il miglior cortometraggio svizzero

CHUTE (STRANGERS) di Nora Longatti, Svizzera

Pardino d’argento Swiss Life per il Concorso nazionale

AFTER A ROOM di Naomi Pacifique, Gran Bretagna / Paesi Bassi / Svizzera

Premio per la migliore speranza svizzera

Flavio Luca Marano e Jumana Issa per ES MUSS (IT MUST), Svizzera

50 anni di film in piazza

La Piazza Grande del Festival compie 50 anni: l’idea di proiettare i film nel “salotto buono” di Locarno l’ebbe nel 1971 l’architetto Livio Vacchini. Ancora oggi lo schermo, uno dei più grandi d’Europa (26m x 14m), è il simbolo del Locarno Festival in tutto il mondo.

Bruna Vacchini, la moglie dell’architetto, scomparso nel 2003 racconta così l’illuminazione avuta allora dal marito: “È venuto a casa agitatissimo e mi ha detto: ‘Ma non vedi che la Piazza è un imbuto? Tu entri di qua, chiudi su e in fondo metti lo schermo ed è fatta!’ Questa era la sua idea”.

Un’idea talmente folle che all’inizio si imbatté in numerosi ostacoli: mancavano le autorizzazioni e tutti erano contrari, ma Vacchini progettò uno schermo allora unico nel suo genere.

La location, oltre a permettere la presenza di uno schermo di queste dimensioni, ha anche altre particolarità: i ciottoli e i portici di Piazza Grande sono “geniali” per l’acustica, come spiega Patricia Boillat, responsabile dell’immagine del Festival.

Mezzo secolo lo compie anche la cabina di proiezione, un altro emblema del Festival. La sua forma è stata anch’essa un’idea di Vacchini, come spiega la sua vedova: “Andando in ufficio vede un camion che trasporta una piscina e da lì gli è venuta l’idea di dividerla a metà e farla diventare una cabina”.

Contenuto esterno

Tre film degni di nota nel ‘Concorso Cineasti del presente’

La selezione di opere prime e seconde di registi emergenti del Locarno Film Festival vuole essere un “luogo deputato alla scoperta del cinema di domani”.

I quindici film selezionati per il ‘Concorso Cineasti del presente’ di quest’anno provengono da diversi Paesi: dall’Argentina alla Georgia, dalla Bosnia alla Tunisia. Si tratta di una collezione sorprendente che potrebbe avere un impatto duraturo sui festival e sull’industria cinematografica in generale.

Tre film in particolare, tutti diretti da donne, si distinguono. Tutti mostrano un profondo senso di cura e attenzione per i loro giovani protagonisti, individui che lottano contro i regimi, le aspettative o la mancanza di opportunità. La sensibilità è fondamentale, anche quando il mondo della narrazione non presenta altro che crudeltà. Queste registe mostrano un impegno a guardare avanti, verso un futuro meno duro e più vibrante.

Un film svizzero per un pubblico non svizzero

Soul of a Beast, il racconto impressionista e carico di pathos di un triangolo amoroso sfortunato, ambientato in una versione stilizzata di Zurigo, è antitetico all’inclinazione del cinema svizzero per l’accessibilità e i grandi attori: “Non vorrei fare un film che piaccia a tutti”, dice il regista Lorenz Merz. Infatti, all’inizio del processo che si sarebbe poi sviluppato nel film finito, “l’intenzione era di fare un film che non avreste visto qui in Svizzera”.

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Una scena del film Monte Verità : gruppo di persone in abiti fine ottocenteschi sedute in un parco nei pressi di un padiglione

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Locarno mostra le due facce del cinema svizzero

Questo contenuto è stato pubblicato al In che direzione sta andando il cinema svizzero dopo la pandemia? ‘Monte Verità’ di Stefan Jäger e ‘Soul of a beast’ di Lorenz Merz ne danno un’idea.

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I russi sono tornati!

“Locarno 74” sembra compensare una pausa di sei anni senza produzioni russe nel suo concorso internazionale con due film nel programma di quest’anno. Medea è stato proiettato lunedì, e Gerda, di Natalya Kudryashova, è stato presentato domenica.

Si tratta di un dramma tetro e poetico incentrato su una giovane studentessa di sociologia in una città di provincia senza nome che deve lavorare come spogliarellista per mantenere la madre malata di mente. C’è anche la seccatura del suo estraneo, violento padre alcolizzato.

Kudryashova ha notato che la storia potrebbe svolgersi in qualsiasi momento dopo la scomparsa dell’Unione Sovietica. “Non si può dire se l’azione avvenga negli anni ’90, 2000, 2010 o 2020”.

“Solo Mosca e San Pietroburgo sono cambiate”, aggiunge. “Il resto del Paese è stato tenuto fuori dal tempo. In realtà, le province sono fuori dal tempo fin dalle Tre sorelle di Cechov (un’opera teatrale scritta nel 1900). In provincia, la gente non è consapevole di vivere nel 2020, ed è lì che il dolore è più profondo. Abbiamo visto molta sofferenza nelle province mentre giravamo il film. Ma credo che il dolore sia la forza più potente per liberare l’anima”.

La comunità Flower Power del XIX secolo

Monte Verità è una ricostruzione fittizia della prima comunità alternativa vissuta ad Ascona, un villaggio vicino a Locarno, all’inizio del XX secolo,

Insieme al suo team di produzione, il regista Stefan Jäger, che accarezzava l’idea di fare un film da più di 30 anni, si è assicurato un finanziamento federale e un ulteriore sostegno da Germania e Austria.⁠ Il budget di sette milioni di franchi (6,5 milioni di dollari) – una somma considerevole per gli standard svizzeri – è innegabilmente visibile sullo schermo: il design della produzione è impeccabile, così come i costumi; e il film vanta una serie impressionante di importanti attori di lingua tedesca di diverse nazionalità (Max Hubacher, Julia Jentsch, Joel Basman, Hannah Herzsprung).⁠

Questo aspetto internazionale è ulteriormente sottolineato dalla decisione di far ruotare la trama intorno a una protagonista austriaca (interpretata da Maresi Riegner), il che significa che il film è girato quasi interamente in tedesco standard senza accento, e quindi facilmente esportabile nei due Paesi che lo hanno coprodotto.⁠

incontro con regista Stefan Jager locarno - Monte Verità
Stefan Jäger, regista del film “Monte Verità”, intervistato da #LocarnoCloseup in Piazza Grande, Locarno. Carlo Pisani

Di pirati e parassiti

Il regista rumeno Radu Jude ha un debole per i pirati del cinema, ma non è un fan delle vendite ufficiali e della distribuzione. 

Jude, salito alla ribalta quest’anno dopo aver vinto l’Orso d’oro a Berlino a marzo, è arrivato a Locarno con un cortometraggio, Caricaturana. Giovedì ha avuto una discussione molto franca con la Locarno Academy, una selezione internazionale di giovani critici e registi. 

Jude non ha usato mezzi termini quando si è trattato dei modelli di business dominanti nell’industria cinematografica. 
“Le vendite e la distribuzione sono il lato più sporco del business del cinema; sono i più grandi parassiti”, ha detto.
Jude ammette che sono parte necessaria del business del cinema. Tuttavia, come regista che ottiene solo una piccola percentuale dei profitti del film, non è disposto a scendere a compromessi in nome di strategie di vendita e distribuzione ottimali. 

“Forse sbaglio, ma non aspetto mai nove mesi per mandare un film a un festival più prestigioso come Venezia o Cannes”, ha detto. “Ogni volta che finisco un film, lo mando al primo festival disponibile”. Il regista rumeno è stato molto franco sulla controversa questione della pirateria. 

“Dovete capire che vengo da un Paese che non ha infrastrutture per il cinema e biblioteche pubbliche, e sono cresciuto guardando film in VHS o in pessime copie in B&N e DVD del mercato nero”. Alla fine, per Jude è una questione di accessibilità. Ma la sua non è una “posizione ottusa” sulla questione. 

“Per i produttori che finanziano un film, la pirateria è una cosa molto brutta. Perdono il loro investimento. Non sono ottusamente a favore, ma quando si vede che in Romania e in Europa in generale, i film sono fatti con finanziamenti pubblici, non lo vedo come un problema così grande alla fine”, ha detto.  

Per illustrare il suo punto, Jude ha condiviso un aneddoto: un grande distributore britannico ha acquistato alcuni dei suoi film. I suoi produttori erano molto contenti – tutte le persone coinvolte sono state pagate adeguatamente – ma Jude stesso era riluttante. Alla fine, la stessa compagnia comprò alcuni blockbuster e i film di Jude non furono proiettati da nessuna parte, a parte una breve proiezione al British Film Institute. 

“Quindi, ci hanno pagato tutti molto bene, ma nessuno ha visto il nostro film. Ecco perché preferisco il pirata che condivide i nostri film e li rende visibili”. 

Un paradiso per gli amanti del cinema. Cosa rende il Festival del Film di Locarno così diverso?

Nel 2020, il Locarno Film FestivalCollegamento esterno si è preso il suo unico anno sabbatico della sua lunga storia. La 74° edizione è iniziata il 4 agosto e molti habitué hanno rinunciato all’appuntamento a causa delle restrizioni di viaggio. I cinefili presenti a Locarno possono dal canto loro gustarsi un ricco programma, con circa 200 film in dieci giorni.

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Locarno è il Festival internazionale del cinema più prestigioso della Svizzera. Nato nel 1946, è considerato nel mondo del cinema come il “più piccolo tra i più grandi”, alla pari di Cannes, Berlino e Venezia.

Cosa distingue Locarno da questi festival più grandi?

Innanzitutto, Locarno non è un evento gremito di star. La stampa che copre il mondo delle celebrità è quasi assente. Certo, a Locarno c’è sempre qualche grande nome, ma di solito si tratta di personaggi che hanno opinioni insolite sull’industria cinematografica e sulla politica. Durante l’ultima edizione regolare del 2019, il cineasta americano John Waters, ospite d’onore, ha seminato zizzania con le sue affermazioni maliziose sulle scene di sesso nei film.

>> Guarda la nostra intervista a John Waters (in inglese)

Quest’anno, il Pardo d’onore è attribuito a John Landis, un regista che ha rivitalizzato la commedia americana e lanciato le carriere di molte leggende immortali, come John Belushi e Dan Aykroyd (The Blues Brothers, 1982) o Eddie Murphy. Non esattamente i volti del cinema che vediamo sulle copertine dei tabloid. Gli ospiti di Locarno sono invitati per i loro film e la loro arte, non per l’aura di celebrità che portano al festival.

La seconda differenza è che Locarno, la città, ha esattamente le dimensioni di un festival del film. Questo antico insediamento – le prime tracce della presenza umana risalgono al XIV secolo avanti Cristo – conta appena 15’000 abitanti (55’000 se si include l’intera area urbana) distribuiti in meno di cinque chilometri quadrati. È un ambiente molto accogliente e totalmente contagiato dalla febbre del cinema. Si ha davvero l’impressione che tutto ruoti attorno al festival, l’unico spettacolo in città. Durante i festival a Cannes, Berlino e Venezia, la vita cittadina continua invece normalmente.

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70 anni di cinema libero e impegnato

Questo contenuto è stato pubblicato al Rossellini, Kiarostami, Jarmusch o Wenders: dalla prima edizione nel 1946, il festival di Locarno ha ospitato alcuni tra i grandi maestri del cinema.

Di più 70 anni di cinema libero e impegnato

Infine, Locarno si è sempre posizionato come una piattaforma privilegiata per i film d’essai. Essendo il più piccolo tra i più grandi, sarebbe fatale competere per le prime più gettonate del settore (la maggior parte dei registi o dei produttori preferirebbe lanciare il proprio film a Cannes). Invece, Locarno è sempre alla ricerca delle opere più insolite. Sono pellicole che difficilmente si potranno vedere ovunque e che probabilmente verranno proiettate per qualche settimana in un cinema d’essai.

SWI swissinfo.ch è sul posto per offrirvi una copertura diversificata del Festival. Il giornalista e critico brasiliano-svizzero Eduardo Simantob e il videogiornalista italiano di origine mozambicana Carlo Pisani si sono uniti alla Locarno Critics AcademyCollegamento esterno: ogni anno il Festival seleziona dieci giovani critici cinematografici da tutto il mondo per un’intensa immersione nell’universo del cinema. Le protagoniste e i protagonisti dell’accademia di quest’anno provengono da Vietnam, Romania, Ungheria, Brasile, Cile, Repubblica Dominicana, Regno Unito e Svizzera.

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vista aerea su una piazza con persone sedute davanti a uno schermo gigante

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Locarno 74: il ritorno del grande schermo

Questo contenuto è stato pubblicato al Il Locarno Film Festival è sempre ricco di sorprese, ma l’edizione di quest’anno è doppiamente unica.

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Aspettando il buio

Questo contenuto è stato pubblicato al Inizialmente accolta con qualche riserva, l’idea di portare il festival in Piazza Grande risale al 1971, 25 anni dopo la nascita della rassegna. Oggi questo maxi schermo – largo 26 metri e alto 14 – è il simbolo di Locarno. La sua posa richiede un lavoro da certosini: un colpo di freddo, uno strattone maldestro,…

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Traduzione dall’inglese: Luigi Jorio

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