Massacra a sprangate disabile da cui si fa ospitare
(Keystone-ATS) Un pregiudicato e tossicodipendente di cinquanta anni è stato arrestato con l’accusa di aver spezzato gli arti con una spranga a un disabile psichico costretto ad ospitarlo in casa sua a Saronno (Varese).
Pestata a sangue e con fratture esposte, la vittima era stata lasciata a terra tutta la notte e poi costretta a raccontare ai medici di essere stato investito da un’auto pirata.
L’episodio, che risale a due settimane fa, sarebbe stato solo l’ultimo di una lunga serie. I carabinieri di Saronno hanno arrestato il cinquantenne violento in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere per lesioni plurime aggravate, sequestro di persona, minacce e maltrattamenti in famiglia, emessa dal Tribunale di Varese.
Secondo quanto ricostruito dai carabinieri di Saronno, la vittima, di cinquantacinque anni, avrebbe inizialmente accolto il suo aguzzino in casa per un caffè, salvo poi ritrovarsi a fargli da schiavo e mantenerlo. I maltrattamenti, secondo quanto si apprende, andavano avanti da mesi. Botte, minacce, tagli con coltelli e ore trascorse chiuso in una stanza senza poter uscire, sono alcune delle angherie subite dalla vittima.
Il 26 ottobre scorso, infine, dopo aver tentato di cacciare di casa il suo carceriere per l’ennesima volta, il cinquantacinquenne disabile è stato aggredito con un coltello e una spranga. Ferito alle braccia e al collo, è stato lasciato una notte intera sul pavimento con una frattura esposta alla tibia, una frattura al braccio e tre costole rotte. La mattina seguente il suo stesso aggressore ha chiamato il 118 e raccontato che il suo coinquilino era rimasto vittima di un investimento da parte di un pirata della strada. Lo stesso aggredito ha dovuto confermarla sotto minaccia di morte. La versione non aveva però convinto i carabinieri.
Operato d’urgenza e con una prognosi di quaranta giorni, la vittima si è poi finalmente confidata grazie alla collaborazione di sua sorella. Questa mattina sono scattate le manette per l’ aggressore che, nonostante tutto, era rimasto a vivere a casa della sua vittima.