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No agli alcoli presso Migros, sollievo di chi fa prevenzione

L'alcol può essere un problema serio e il fatto che esistano supermercati che non lo vendono è importante, dicono coloro che si occupano di dipendenze. KEYSTONE/DPA/SILAS STEIN sda-ats

(Keystone-ATS) Il sollievo di chi si occupa di prevenzione contro l’alcolismo: le organizzazione come Dipendenze Svizzera e Blaues Kreuz prendono atto con favore della decisione dei soci delle cooperative Migros di non permettere la vendita di vino e birra nei supermercati.

I clienti del grande distributore “hanno mostrato che l’alcol non è un bene di consumo come gli altri”, scrive Dipendenze Svizzera in un comunicato odierno. Dopo il sì all’iniziativa “Sì alla protezione dei fanciulli e degli adolescenti dalla pubblicità per il tabacco” (accolta in febbraio) per la seconda volta in un breve periodo di tempo una chiara maggioranza di votanti si è espressa a favore della prevenzione delle dipendenze.

I politici sono quindi chiamati ad agire, afferma l’organizzazione. Il popolo auspica una politica di prevenzione più incisiva: servono più azioni e anche più mezzi finanziari. Il risultato del referendum sull’alcol ha anche dimostrato che c’è un grande bisogno di discutere sul posto dell’alcol nella società, si legge nella nota.

“Chi è affetto da alcolismo potrà continuare ad avere uno spazio protetto”, afferma da parte sua- citato in un comunicato – Philipp Hadorn, presidente di Blaues Kreuz Svizzera, la sezione elvetica dell’organizzazione internazionale Blue Cross (Croce Blu) che si occupa di droghe. “Questo era ed è importante per noi”, aggiunge l’ex consigliere nazionale socialista solettese (2011-2019). “E i giovani potranno crescere in un mondo in cui l’alcol non è onnipresente”.

La rinuncia agli alcolici non riguarda solo i 658 negozi Migros, ma anche i 235 ristoranti e take away, viene sottolineato. Si potrà così continuare a dare buoni Migros agli alcolizzati, sapendo che non potranno comprare né alcol né tabacco.

Blaues Kreuz vuole ora migliorare la protezione dei giovani. “È necessario introdurre un controllo dell’età come standard anche su internet”, sostiene Hadorn. “Questo funziona già in modo eccellente in alcuni negozi online”. In generale a suo avviso sia il governo federale che i cantoni devono rafforzare la protezione dei minori e la prevenzione. In questo modo si eviteranno le sofferenze e si ridurranno anche i premi dell’assicurazione malattia.

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